Seconda giornata di appuntamenti per il Festival La Terra del pane, in programma fino al 20 ottobre 2019 all’interno delle case palazziate, ipogei e forno di vicinato della Fondazione Sassi, in via San Biagio, via San Giovanni Vecchio e via San Pietro Barisano.
Nella sala laboratori spazio ai giochi del pane con Giallo Sassi, un percorso guidato e partecipato sulle tradizioni e sulla storia del pane che, mediante canti e aneddoti, introduce alla preparazione del pane nella sua tipica forma “a cornetto”.
I partecipanti sono stati introdotti nel mondo delle vecitate, poi condotti all’interno di una casa di vicinato dove hanno scoperto gli ingredienti di base del pane di Matera, il grano duro e il lievito madre, le sue proprietà e come si utilizzano. Nel pomeriggio ha riaperto il forno di san Biagio con canti e racconti della Matera d’un tempo. Inaugurata anche la mostra “Io sono una forza del passato” con Roberto Ciccutto, Roland Sejko e Vincenzo Santochirico, realizzata dall’Istituto Luce-Cinecittà. Essere una forza del Passato significa percepire la parte più vitale della nostra Memoria, sede dei nostri Ricordi e dei nostri Conflitti” Così scriveva Pasolini nelle note che accompagnavano la sua poesia da cui è tratto il titolo di questa mostra di foto e filmati. E forse è la migliore definizione per descrivere anche l’Archivio Storico Luce, sede della memoria visiva del Novecento italiano. Ci sono, in questo giacimento decine di migliaia di filmati e milioni di fotografie che raccontano il Passato, lo fanno avvicinare e osservare non per riviverlo ma per capirlo. Vuole essere un omaggio a questa Forza del Passato anche la selezione di fotografie e filmati della mostra, nel racconto di un mondo contadino lontano e vicino. Tre grandi maestri di fotografia Garrubba, Notarangelo, Settanni, e un maestro della cinepresa De Seta, che hanno con i loro obiettivi colto i momenti e i volti di quei riti di lavoro e vita nei campi e nei paesini, in un Passato lontano e vicino che ora in mostra si mette dinamicamente a fuoco e fuori fuoco nel tentativo di essere capito. Il perché di questo tentativo, per dirla sempre con Pasolini, “è motivato dall’esigenza di non perdere le nostre radici”.
Per i racconti del pane si è svolto l’incontro con gli autori di “Pantagruel” Francesca d’Aloja, Lucrezia Lerro, Yervant Gianikian con il coordinamento di Stefano Malosso. Sono stati presentati racconti inediti dedicati ai temi della terra e del pane.e scritti dai migliori autori della letteratura italiana e internazionale e confluiti nella nuova rivista Pantagruel, quadrimestrale edito dalla Casa Editrice La nave di Teseo e distribuito in libreria. Negli ipogei Sant’Agostino il Teatro delle Ariette ha presentato “Trent’anni di grano”; uno spettacolo che nasce dall’esperienza diretta e dall’amore di Paola Berselli e Stenao Pasquini per la vita di campagna. Coltivatori e panificatori, producono da trent’anni il proprio pane per condividerlo con gli spettatori delle loro rappresentazioni teatrali.Trent’anni di grano vuole raccogliere e seminare queste esperienze per parlare del presente nell’ottica della condivisione, dell’interscambio e della tolleranza.
Tali esperienze confluiranno poi in un diario intitolato “Trent’anni di grano” dove il grano sarà una bussola in grado di guidare il viaggio attraverso le persone e le storie.Lo spettacolo articolato come fosse una “veglia” è pensato per un massimo di 40 spettatori seduti in cerchio all’interno della scena di fronte a cassette che fungeranno da tavolini bassi per appoggiare cibo e bicchieri. Sul tavolo degli spettatori-commensali ci saranno: piatti, bicchieri, forchette, coltelli, tovaglioli, acqua e vino. Il pavimento nello spazio interno al tavolo degli spettatori sarà completamente ricoperto di chicchi di grano.Durante lo spettacolo verranno preparate, cotte e servite le tigelle (piccolo pane tipico dell’appennino bolognese e modenese) accompagnate da salumi, formaggi, “erbette” e verdure sott’olio.
Nella Casa Cava evento di arte e musica con The Shape of Sound a cura di Maria Luisa D’Eboli. L’esposizione consta di otto tele di grande formato che riproducono la forma del suono concependo un inedito ritratto del suono dello strumento di grandi musicisti della scena internazionale: Mathilde Lebert oboe; Patrick Messina, clarinetto; Teodor Coman, viola; Adriana Ferreira, flauto; Lorenza Borrani, violino; Riccardo Serrano, corno; Floraleda Sacchi, arpa, Filippo Lattanzi, percussioni e Daniel Zalay, ingegnere del suono.
Lo spettatore ha potuto fruire della mostra tanto a livello visivo quanto uditivo grazie anche alla presenza di cuffie poste in prossimità di ogni tela in cui sono stati riprodotti parte dei brani suonati da alcuni musicisti che hanno ispirato i dipinti.
Eseguito anche un concerto con performance pittorica con la partecipazione di Adriana Ferreira, primo flauto dell’orchestra di Santa Cecilia, e Giuliana De Donno, arpista materana.
Nella corte forno si è svolto l’evento “Il pane di Francolino” con la partecipazione dello che materano Francolino mentre nella sala cinema è stato proiettato il film “Il pranzo di Babette” di Gabriel Axel, promosso dall’Associazione Cinergia.
Martina e Filippa, due sorelle nubili di una certa età, figlie di un austero pastore luterano, vivono in uno sperduto paesino della costa danese dello Jutland. La loro vita scorre monotona tra severe riunioni di preghiera fra pochi seguaci anziani che proseguono. Durante una sera fredda di pioggia bussa alla loro porta una giovane donna francese: Babette Harsant, con una lettera per loro. L’ha scritta il vecchio spasimante di Filippa, che adesso è canuto,solo e rimpiange la gloria effimera dell’arte. Egli raccomanda alla bontà delle due signorine questa donna che ha perso il marito e figlio nella rivoluzione parigina: esse potrebbero ospitarla in cambio di servigi di governante. Le due sorelle, grazie alla sua dedizione, possono tranquillamente dedicarsi alle opere di carità verso i più bisognosi.
La fotogallery della terza giornata di eventi per il Festival La Terra del Pane (foto www.SassiLive.it)