La cura della salute non può essere ulteriormente negata dalla malaburocrazia che colpisce un innovativo progetto imprenditoriale – il “Villaggio Salute” – a Melfi (quartiere Bicocca) e direttamente circa 250 mila potenziali utenti di un’area interregionale, a cavallo tra le province lucane, di Foggia e Avellino, insieme alle attività del Poliambulatorio Polimedica che con il trasferimento nella nuova struttura, pronta da mesi, conta di accrescere prestazioni ed utenti da 180 mila prestazioni attuali a 300 mila, da 70mila “accessi” a 120 mila e da 80 persone che lavorano in Poliambulatorio a 110. L’ennesima denuncia – insieme ad un “accorato” appello a superare ogni intralcio – sono venuti in un incontro con i giornalisti, gli operatori dell’informazione, i cittadini che si è svolto oggi a Melfi nella nuova sede del Poliambulatorio, struttura di 4.500 mq, pensata, studiata, progettata e completamente realizzata per rispondere con il meglio all’esperienza sanitaria dei pazienti. Michele Cataldi, ideatore del Progetto e amministratore di Polimedica, ha ripercorso le tappe di un caso definito di “surreale quanto assurda burocrazia amministrativa” che si trascina da più di due anni in attesa di una “semplice” autorizzazione per il trasferimento del Poliambulatorio nella nuova sede. Tra i giri di carte negli uffici della Regione e dell’Asp ci sono la vicenda dei 54 giorni che ha impiegato una lettera pec per essere trasmessa dalla Presidenza della Giunta al Dipartimento Salute, la richiesta a Polimedica di chiedere il “parere di compatibilità” nonostante per i trasferimenti non è necessario, lo scarica barile sul Comune di Melfi che è prontamente intervenuto per quanto di sua competenza, l’inspiegabile atteggiamento assunto dalla commissione dell’Asp incaricata del sopralluogo in struttura.
Siamo di fronte ad un atteggiamento dilatorio e di fatto oppositivo della pubblica amministrazione nei confronti di un’ iniziativa imprenditoriale che – ha detto Cataldi, accompagnato dai dirigenti di Sanità Futura Giuseppe Demarzio e Antonio Mussuto (alla conferenza era presente anche il vice presidente nazionale FederAnisap Antonio Flovilla) – creerebbe nuovi posti di lavoro e curerebbe meglio i pazienti. I dati forniti: all’interno del Villaggio Salute sarà possibile passare da utenti oggi provenienti da 60 municipi a 110 municipi, da 23 branche mediche a 32 dall’assistenza residenziale a quella aggiuntiva telematica. Il Villaggio Salute – è stato spiegato – è una moderna soluzione sanitaria e salutistica, l’unica da Milano a scendere, per offrire servizi integrati fra loro e con il territorio circostante, come attività motorie, ristorazione e alimentazione, attività sanitarie, servizi per il tempo libero, servizi e attività ludiche e di assistenza sociale; servizi per la cura e il benessere delle persone, servizi per la cura degli animali. Il progetto Villaggio Salute, finalmente, ambisce a divenire un modello di sinergia fra i diversi attori coinvolti nello stesso processo con lo scopo di slanciare un intero territorio offrendo servizi di qualità ai suoi abitanti. Una risposta sinergica ai bisogni delle persone relativi a salute e benessere, mediante una riconfigurazione ergonomica dei processi e dei servizi che soddisfi a 360° le necessità dell’utenza. Un progetto che parte da solide basi e con partners di successo che hanno deciso di mettersi insieme per realizzare qualcosa di più grande, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso un innovativo approccio imprenditoriale. Ma – ha detto ancora Cataldi – abbiamo dovuto affrontare – ha aggiunto – un percorso zeppo di ritardi, di scogli, di mancato rispetto dei termini di legge che ha dell’incredibile, nel settore della sanità privata accreditata e pertanto con funzioni di servizio pubblico, il trasferimento di un Poliambulatorio già esistente diviene qualcosa di surrealmente complicato. L’ennesimo caso di mala burocrazia che può far morire e far fallire un’azienda sana. Non tolleriamo che si possa continuare a bloccare quello che ormai non è più un progetto ma una realtà fisicamente realizzata per presunti cavilli burocratici. Lo dobbiamo ai nostri utenti che attendono da troppo tempo il trasferimento del Poliambulatorio Polimedica e che hanno diritto di conoscere cosa accade e chi rema contro la loro salute pubblica e contro la libera iniziativa economica. Di qui l’appello a chi ha ruoli e competenze a rimuovere la ragnatela burocratica e a tutti – istituzioni, politica, società civile – a rompere il “muro della indifferenza” per far sentire la propria voce a favore del diritto alla libera impresa e di conseguenza del diritto alla salute senza essere obbligati a ricorrere a strutture fuori regioni e senza le lunghe attese per visite specialistiche, esami e prestazioni ambulatoriali. Una battaglia – è stato detto – innanzitutto di civiltà, di civiltà del diritto e dei diritti.