«La denuncia di Adiconsum Matera sulla negazione delle prestazioni agli utenti da parte dei Centri di fisioterapia e riabilitazione della provincia di Matera a seguito dell’esaurimento dei budget regionali, decisamente inadeguati rispetto al fabbisogno, rispecchia in pieno quanto ho sostenuto nella recente audizione in Quarta Commissione». E’ quanto afferma Antonia Losacco, presidente Aspat Basilicata, in riferimento ai forti disagi per gli utenti che non riescono a usufruire delle cure fisioterapiche, per le quali – come riferisce l’Adiconsum – la Regione Basilicata spende soltanto euro 11,77 pro-capite. Il Settore della Specialistica ambulatoriale è un settore complicato, vario, che presenta diverse problematiche a seconda della specialità o branca di interesse a cominciare dalla difficile operazione di assegnazione dei Tetti di spesa che – ha evidenziato Losacco – “non interpreto solo come mero calcolo economico, ma con tutto ciò che contrattualmente discende a cominciare sia dal ritardo dell’adozione dei provvedimenti che per i contenuti degli stessi”.
La presidente Aspat – da lunghi anni attiva sui temi dei moderni servizi e prestazioni riabilitativi – ha ricordato che nella passata legislatura si sono fatti dei tentativi per porre rimedio ad alcune disfunzioni, riconoscendo che, per alcuni versi, sono state ridotte le distanze con alcuni privilegi del passato, ma – ha spiegato – “le risorse sono insufficienti e il Settore è sommerso da contenziosi vari che non permettono un’assegnazione precisa dei budget e un sereno rapporto tra le parti. Il peso maggiore è rappresentato dalla carenza di una programmazione relativa al calcolo dei fabbisogni e relativa assegnazione dei tetti di spesa, al fine di garantire la continuità assistenziale per tutto l’anno. Dal 2015 tutti i provvedimenti sono stati impugnati e annullati dal Tar Basilicata, l’ultima dgr n 432/2019, per la quale il presidente della Quarta Zullino aveva chiesto la revoca in autotutela è stata anch’essa impugnata e per tutta risposta – ha detto – l’Asp ci convoca il 14 prossimo per sottoscrivere l’ennesimo contratto, basato anch’esso su un calcolo che discende da atti illegittimi”.
In questo scenario di incertezza dovuto appunto alla mancata programmazione che perdura da anni, Losacco ha scandito tre “parole semplici su cui deve poggiarsi la composizione di un Tetto contrattuale: Fabbisogno, Appropriatezza e Controlli . Per il fabbisogno – ha detto – bisognerebbe calcolare il reale fabbisogno assistenziale, originatosi secondo il principio della libera scelta del cittadino e che tenga conto dei LEA e,invece, dal 2011 non se ne parla; per l’Appropriatezza, bisognerebbe agire su questo aspetto per realizzare le economie necessarie per riqualificare i Tetti di spesa e chiarire però, i vari confini dell’ appropriatezza; in tema di controlli, non si contesta l’azione di controllo, ma si censura il metodo che, in un quadro di risorse limitate, sembra volto esclusivamente al recupero di somme a scapito dei centri erogatori, non ci si preoccupa minimamente di istituire un Regolamento, cosi’ come previsto dalla norma, un sistema di controllo con la definizione, a monte, di regole condivise.