“Ormai è caccia alle streghe”, ad affermarlo Vito Messina, il segretario regionale dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria U.S.P.P. per la Puglia e Basilicata. “Leggiamo le notizie di stampa notizie sconcertanti Omicidio suicidio Poliziotto Penitenziario in servizio nella Casa Circondariale di Foggia, un’arresto di un poliziotto penitenziaria nella casa circondariale di Trani, notizie riportate sui vari notiziari, mi convinco sempre più delle nostre preoccupazioni al riguardo ad un orientamento ideologico che sta prendendo corpo negli ultimi tempi nel Paese che, a nostro parere, potrebbe rischiare di mettere alla berlina la Polizia Penitenziaria”. In particolare, sul caso specifico, il sindacalista prosegue affermando che “appare incomprensibile il silenzio assordante del Provveditore Regionale per l’amministrazione penitenziaria con competenze in Puglia e Basilicata, come a dire che non risulterebbero criticità”.
A circa 3 mesi dal suo insediamento in questo distretto ancora non si è presentato ai rappresentanti dei lavoratori del comparto sicurezza, ciononostante ci sono gravi problemi sul territorio, esempio Foggia gravi problemi sul controllo del carcere visto i gravi episodi che si sono verificati all’interno della struttura, avendo un grave sovraffollamento di detenuti soprattutto locali, il più delle volte associati alla criminalità organizzata cui espone a rischi notevole il personale, vedi ultimo triste epilogo del suicidio omicidio; Taranto gravi problemi interni alla struttura avendo un grave sovraffollamento di detenuti soprattutto locali, il più delle volte associati alla criminalità organizzata cui espone a rischi notevole il personale, non ultimo provvedimenti non condivisi dalla maggior parte delle OO.SS. del comparto sicurezza circa dei provvedimenti Unilaterali sulle gravi violazioni dei diritti del personale, con provvedimenti lesivi contro rappresentanti sindacali che non hanno accetto questo modus operanti. Lo stesso dicasi per Lecce avendo un grave sovraffollamento di detenuti soprattutto locali, il più delle volte associati alla criminalità organizzata cui espone a rischi notevole il personale, gravissima carenza di personale problemi di relazioni sindacali, l’elenco e lungo carcere Melfi vi sono grasse difficolta, a seguito di un cambio gestionale che sta avendo grossi problemi nella gestione per una serie di ragioni che vanno ricercate dalle ataviche gestioni, Bari avendo un grave sovraffollamento di detenuti soprattutto locali, il più delle volte associati alla criminalità organizzata cui espone a rischi notevole il personale, gravissima carenza di personale , Matera ecc.. , avendo un grave sovraffollamento di detenuti soprattutto locali, il più delle volte associati alla criminalità organizzata cui espone a rischi notevole il personale, gravissima carenza di personale Unione sindacati di Polizia Penitenziaria Puglia Basilicata, la situazione e drammatica e nessuno segnale arriva, è quanto lamenta Vito Messina
Continua esempio in data 18 ottobre ’19 ha convocato la commissione arbitrale per le procedure di raffreddamento dei conflitti locali, anche non era presente, considerato anche questo viatico non sortisce effetti, vedi l’immobilismo che non è un deliberato sin dalla notte dei tempi. Si preferito non continuare i lavori” e su come i ricorsi avanzati in tal senso appesantivano i lavori della Commissione Arbitrale Regionale e la fluidità del suo funzionamento, non ha ragione di continuare a prenderci in giro.
Nell’ottica di superare le criticità più volte sollevate e di migliorare l’efficienza dell’Organo di Garanzia, le scriventi Organizzazioni Sindacali. Anche perchè non vi è alcun impegno da parte del Provveditore DAP Puglia e Basilicata nell’ agire direttamente nei confronti dei Direttori non rispettosi delle regole. Sulla Condivisione di intenti che, fino ad oggi, non si è visto alcuna risoluzione delle problematiche issate.
Tuttavia, tenuto conto della storia recente, dobbiamo tristemente far notare che gli auspici sarebbero nell’orientamento di intervenire nei confronti dei Direttori “inadempienti” non ha mai trovato seguito.
Il livello di preoccupazione ha raggiunti livelli allarmanti, l’aumento del numero delle note sindacali in attesa di risposta. Moltissime hanno abbondantemente superato i termini previsti nei PIL “Accordi Decentrai”. In molti casi, non v’è traccia di nota interlocutoria o motivazione dei ritardi e, conseguentemente, la sensazione che aleggia è quella di totale indifferenza nei confronti delle OO.SS. e, ancor peggio, di assoluta irriverenza rispetto alle stesse disposizioni del PRAP.
Una situazione ancor più paradossale se si considera che quei ritardi e/o mancati riscontri sono perpetrati anche dallo stesso Provveditorato Regionale, in tal caso, incapace di seguire le logiche e gli intenti da esso stesso dichiarati.
Premesso quanto appena decritto, allo scopo che siano garantite a coloro che rappresentano il personale le prerogative previste dalle normative contrattuali e statutarie e siano riconosciuti gli strumenti di tutela messi a disposizione da norme eaccordi.
Delle due, una: o si ripristina la competenza della Commissione (peraltro unilateralmente limitata) a valutare ogni singolo caso di violazione delle regole concordate, quindi anche il mancato riscontro della corrispondenza sindacale; oppure si faccia in modo che ciò che si dispone venga rispettato da tutti, PRAP compreso, rendendo effettiva una determinazione che, da un anno a questa parte, anziché dare fluidità ai lavori della CAR e beneficio all’azione sindacale, ne ha invece depotenziato le prerogative e penalizzato il mandato.
La USPP dice basta se non si trova una soluzione determinativa, in caso in cui il provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per le regioni Puglia e Basilicata, continuerà a tergiversare saremo costretti a scendere in piazza ad ogni singola sede a manifestare il dissenso al totale disinteresse amministrativo di chi è ben pagato per le sue responsabilità.
Il nostro presidente Giuseppe Moretti, presidente della U.S.P.P. aggiunge che addirittura si arriva in alcuni casi a “richiedere la sospensione del Commissario dell’istituto, che è colui che si occupa della gestione della sicurezza interna assicurata dalla Polizia Penitenziaria, appare esagerata in quanto gli elementi di eventuale criticità sottoposti all’attenzione del Ministero della Giustizia nulla avrebbero a che vedere con le funzioni e i compiti demandati al Commissario e al personale del Corpo di polizia penitenziaria”. Dal palco della manifestazione avvenuta a Roma a Piazza San Giovanni lo scorso 19 ottobre, aggiunge Moretti, “il nostro sindacato ha sottolineato che sulla Polizia Penitenziaria si sono ormai accesi i riflettori per evidenziare i casi di presunti maltrattamenti ai detenuti, indipendentemente dall’accertamento di eventuali fatti e dal giudizio passato in giudicato attraverso le sentenze della magistratura, relegando in secondo piano tutte le vite dei detenuti salvate ogni giorno dagli agenti nelle carceri e le vittime nella Polizia Penitenziaria delle centinaia di aggressioni violente da parte dei detenuti”. Auspichiamo che sul sistema penitenziario si abbassino i toni e non si utilizzino strumentalmente parziali informazioni che rischiano solo di gettare discredito al Corpo di polizia penitenziaria e all’Amministrazione penitenziaria che, invece, sono impegnati nello sforzo di mandare avanti, con poche risorse e con ridotto personale, le innumerevoli attività finalizzate al mantenimento dell’ordine e della disciplina e al recupero del reo”.