Alla vigilia del sit-in con conferenza stampa in programma dalle ore 10 di giovedì 24 ottobre davanti la sede Asp di Potenza in via Torraca è partita la petizione popolare promossa da Polimedica Melfi-Sanità Futura “Vogliono farci morire. Aiutaci” che in poche ore ha già raggiunto oltre 500 firme. Altre adesioni alla campagna di mobilitazione popolare si registrano attraverso l’invio di mail al direttore generale dell’Asp per chiedere innanzitutto “trasparenza” e un intervento diretto.
“Verso il burocrate che si richiama ai propri ottusi meccanismi come se fossero necessità inderogabili e impenetrabili ad ogni buon senso, anche quando sono inutili o nocivi alla generale utilità – è scritto nella lettera al direttore dell’Asp, che viene condivisa e controfirmata da numerosi cittadini – c’è poco da fare.
Quando avverti il timore della condanna morale e sociale, del disprezzo e del discredito, malgrado te stesso e tutto quello che hai fabbricato mattone su mattone, la parola vergogna è molto di più di un vocabolo del dizionario lanciato all’indirizzo di qualcun altro.
Per quello che sta succedendo a Melfi, per quello che sta succedendo alla Polimedica, alle persone che vi lavorano e a tutte le persone che usufruiscono dei servizi di cura della propria salute, la vergogna dovrebbe sentirla chi ne è davvero responsabile!
Ci rivolgiamo a lei – continua la lettera – rivolgendoci a coloro che hanno la possibilità all’interno dell’ASP di fare chiarezza su questa vicenda assicurando trasparenza e il rispetto della legge. Ci rivolgiamo a quei dirigenti e funzionari che fuggono dalle proprie responsabilità, nonostante siano ben pagati, a tutti coloro che conoscono la questione e che, pur avendone sotto gli occhi la vergogna, non fanno nulla, preferiscono l’indifferenza. Ci rivolgiamo a chiunque in questo momento con la propria attività (o inattività) non sta rendendo un giusto servizio ai cittadini! Che non fa onore alle istituzioni, a questa Regione e a questa Nazione! Anche il dirigente o il funzionario, come servitore pubblico, dovrebbe provare un “più o meno profondo” sentimento di turbamento e di disagio. Per questa indecente situazione che sta portando un’azienda sana e stimata ad entrare in crisi (con tutto quello che comporta), a far bruciare risorse economiche che potrebbero essere usate positivamente sull’intero territorio in termini di servizi e posti di lavoro, si dovrebbe provare vergogna.