Il senatore Arnaldo Lomuti e il deputato Luciano Cillis contestano l’Avviso di aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-gricole nelle zone rurali pubblicato dalla Regione Basilicata. Di seguito la nota integrale.
L’avviso di aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-gricole nelle zone rurali pubblicato dalla Regione Basilicata, rischia, come sempre, di essere inefficace e non incidere in alcun modo al rafforzamento, diversificazione e sviluppo dei sistemi economici locali delle aree rurali.
Un bando, quello della Regione Basilicata, che non valuta l’ambito territoriale degli interventi, anzichè basarsi su aree omogenee per caratteristiche ed identità, per incentrarsi su una coerente progettualità di sviluppo, si attiene invece, sul mero numero di residenti dei Comune.
Per cui abbiamo ad esempio che nell’area del parco del Pollino vengono esclusi tutti gli ambiti rurali di Rotonda, Viggianello, Francavilla, Latronico, aree importantissime del Parco, o nel lagonegrese si lasciano fuori tutte le aree rurali importanti per uno sviluppo extra-rurale ad eccezione di Nemoli.
Oltre a ciò vi è un ambiguo e superficiale criterio di selezione sia per quanto riguarda la valutazione del piano aziendale, che per i punteggi delle tipologie delle iniziative.
Si elencano codici Ateco ammissibili che poi non rientrano nei criteri selettivi, la chiarezza e completezza del piano aziendale viene considerato irrisorio nella premialità dei punteggi, mentre si danno punteggi importanti a centri fitness ( in paesi di meno di 2000 abitanti !), si inseriscono eccessivi limiti di spazio per svolgere attività, si indica un discutibile concetto di innovazione, si definisce un insieme di parametri che premia più chi aggrega misure di giudizio, che la qualità, efficacia e sostenibilità dell’iniziativa.
Non c’è chiarezza o forse c’è ne troppa, su cosa si vuole favorire, su che tipo di ricaduta e sviluppo si vuole definire nei nostri territori, questo Governo Regionale come il precedente continua con la politica dei contributi senza concepire un vero piano strategico di sviluppo.