Ti Group indotto Fca Melfi, Fim Cisl e Fiom Cgil: “Inaccettabile l’attacco di una organizzazione sindacale verso i lavoratori che hanno votato favorevolmente al referendum per approvazione dell’accordo”. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi, dopo una lunga e difficile vertenza sindacale tenutasi con le delegazioni sindacali nazionali e regionali e dei delegati di Brindisi e della Basilicata di Fim, Fiom e Uilm con la direzione Ti Gruop, si è raggiunti l’ipotesi di accordo, successivamente discusso e approvato a larga maggioranza dai lavoratori riuniti in assemblee nei siti di Brindisi e di Melfi.
La Fim la Fiom si indignano per il comportamento di una organizzazione sindacale, che non rispettando le scelte democratiche dei lavoratori, dichiara che a Melfi non si sia mai votato.
Inopportuna e inaccettabile è da ritenersi tale dichiarazione, visto che la stessa organizzazione era assente durante le assemblee, necessarie per illustrare e discutere i contenuti dell’ipotesi di accordo con tutti i lavoratori che hanno poi votato e approvato l’accordo, alla presenza delle altre segreterie.
L’approvazione dell’accordo anche nel sito di Melfi, ha confermato l’importanza della vertenza che con i suoi contenuti garantisce il superamento degli ammortizzatori sociali, utilizzati da tanti anni su Melfi con evidenti perdite salariali da parte dei lavoratori e con garanzie occupazionali; il percorso formativo e il riconoscimento professionale per tutti i lavoratori; l’innovazione impiantistica per il miglioramento delle condizioni di lavoro e dell’ambiente, di salute e sicurezza, installazione impianti di microclima; il premio di risultato nel triennio 2020 / 2022 che erogherà alla fine dei 3 anni 2,250 euro lordi, il monitoraggio sull’applicazione del cronoprogramma per verificare i volumi produttivi e occupazionali.
FIM e FIOM nel ritenere l’accordo un risultato importante che finalmente risponde positivamente in termini occupazionali e salariali, chiedono il rispetto delle scelte fatte dai lavoratori della Ti Group che si sono espressi favorevolmente con il loro voto referendario approvando l’accordo.