“Da qui alla fine dell’anno le imprese in Italia procederanno a più di un milione di assunzioni, di cui solo 7000 quelle effettuate dalle aziende lucane, un dato che relega la nostra regione agli ultimi posti della classifica nazionale e che è deludente se si considera che la mancanza di lavoro è la più grave questione sociale in Basilicata, oltre che il fattore di gran lunga in cima alle preoccupazioni delle famiglie”.
E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere reginale di Fratelli d’Italia Giovanni Vizziello a commento dell’ultima rilevazione Unioncamere-Excelsior sulle previsioni occupazionali delle imprese italiane nel trimestre ottobre-dicembre 2019.
“L’istantanea delle dinamiche occupazionale del nostro territorio fornita dal Sistema Informativo Excelsior”-prosegue Vizziello-“ Sono il risultato delle policy perpetrate dai governi di centro sinistra e che si sono rivelate sbagliate perchè incentrate esclusivamente sugli incentivi all’occupazione, laddove, per creare lavoro, occorre sostenere la crescita delle aziende e valorizzare le capacità umane dei giovani attraverso un valido sistema di istruzione e formazione”.
“Il lavoro”–spiegal’esponente di Fratelli d’Italia-“ non si crea per legge, perché gli imprenditori assumono non perché c’è una legge che gli riconosce un incentivo in caso di assunzione,bensì quando aumentano le commesse, cioè quando aumenta la domanda di beni o di servizi che l’impresa produce”.
Per Vizziello:”Solo garantendo alle imprese migliori prospettive di crescita sotto il profilo della produttività e della competitività sarà possibile incrementare i livelli occupazionali nella nostra regione, senza tralasciare la necessità di una profonda riforma del sistema formativo regionale ereditato dai precedenti governi edincentrato più sugli interessi di chi è chiamato a fare formazione che sulle esigenze delle imprese alla ricerca di personale altamente qualificato e soprattutto dei giovani lucani, spesso privi delle competenze specialistiche richieste dal mercato del lavoro”.
“Se in Basilicata il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è del 25%”-conclude Vizziello-“ e se quindi un posto di lavoro su quattro è destinato a rimanere scoperto per difficoltà di reperimento delle figure professionali richieste dalle imprese, non è più rinviabile l’adozione di un nuovo modello formativo che preveda un maggiore coinvolgimento delle imprese nella individuazione delle attività formative da mettere in campo”.
Ott 29