Nel corso di una conferenza stampa i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Perrino, Leggieri e Giorgetti hanno illustrato una mozione, presentata in Consiglio, con la quale impegnano il Presidente e la Giunta regionale con propri atti e provvedimenti a disporre, rispettivamente: “la sospensione ai sensi dell’articolo 21 – quater comma 2 della legge 241 del 1990 come s.m.i., dell’esercizio del Cova per un periodo pari a 90 giorni, al fine di chiarire adeguatamente con il Governo nazionale, con il Mise quanto in premessa riportato, salvo ulteriore sospensione qualora permangano le anomalie evidenziate”. Con la mozione si chiede, altresì, di “diffidare la società Eni spa, dal porre in essere, nel periodo di sospensione, situazioni di pericolo per l’ambiente e la salute umana”.
Nell’articolato della mozione i consiglieri M5s sottolineano che l’area della concessione in oggetto ha una estensione pari a 660,15 Km quadrati e che all’interno della concessione sono presenti due giacimenti situati nell’Alta Val d’Agri, a circa 20 km a Sud-Est della città di Potenza, su un’area in parte montuosa dell’Appennino meridionale lucano ed in parte costituita dal fondo valle del fiume Agri, denominati ‘Trend 1’ e ‘Trend 2’ entrambi “mineralizzati ad olio all’interno dei calcari cretaceo-terziari della Piattaforma Apula Interna (PAI)”.
Perrino, Leggieri e Giorgetti ritengono, inoltre, che il comma 19, articolo 34 del Decreto legge n.179 del 2012 è norma speciale che ha previsto una “finestra temporale” applicabile solo alle procedure amministrative di aggiornamento e proroga in corso alla data del 19 dicembre 2012: la norma non risulta applicabile alle istanze di aggiornamento e/o proroga della concessione Cova presentate da Eni successivamente al 19 dicembre 2012 applicandosi a tali istanze l’ “ordinario” quadro normativo previsto per l’aggiornamento, la proroga e/o il rinnovo delle concessioni petrolifere contenuta, ad esempio, nella Legge 9/1991.
I consiglieri, inoltre, considerano che, in ogni caso, l’applicazione della norma di cui all’articolo 34, comma 19 del Decreto legge n.179/2012 non può spingersi fino a prevedere che la stessa abbia introdotto nell’ordinamento giuridico un’inedita tipologia di “proroga automatica” delle concessioni di coltivazione petrolifera, con sorta di deroga permanente alla vigente disciplina in materia; atteso ‘a fortiori’, che la prova della “piena attuazione dei piani e dei programmi relativi allo sviluppo ed alla sicurezza dei sistemi energetici” non può essere certo fornita da Eni ma dai componenti organi statali.
“Chiediamo – hanno detto i consiglieri – un atto coraggioso da parte della Giunta con la sospensione delle attività al Cova di Viggiano in base alla corretta interpretazione della ormai famigerata norma del Governo Monti e precisamente, il comma 19 dell’articolo 34 del decreto legge 18 ottobre 2012, n.179 convertito in legge con la norma n.221 del 17 dicembre 2012, in vigore dal 19 dicembre 2012. Non si può accettare che l’Eni continui a perforare nella nostra regione senza nessuna compensazione ambientale in attesa del rinnovo delle concessioni”.
“Si tratta di un tema delicato già presente nella passata legislatura regionale che riguarda non solo la Basilicata ma è relativo ad aspetti che rivestono carattere nazionale, tant’è che abbiamo chiesto ai nostri parlamentari di intervenire. Il tutto evitando polemiche di sorta e privilegiando l’ascolto dei cittadini e la tutela della loro salute. La mozione – hanno comunicato – è stata sottoscritta anche dai consiglieri del centro sinistra”.
Una mozione per fermare l’attività di ENI COVA di Viggiano, intervento consiglieri regionali Perrino, Leggieri e Giorgetti del Movimento 5 Stelle
Non potevamo restare a guardare di fronte a quanto sta accadendo in queste ore sulla questione del rinnovo della concessione petrolifera in capo ad ENI in Val D’Agri.
Come abbiamo già ribadito ieri, non abbiamo nessuna intenzione di prestarci a polemiche strumentali e pretestuose, utili solo ad alimentare miseri orticelli politici. Qui c’è in ballo il futuro della nostra regione e l’unico nostro obiettivo è quello di ottenere il massimo e il meglio per questo territorio.
Oggi abbiamo presentato una mozione che ha lo scopo di impegnare il governo regionale a sospendere le attività del COVA per 90 giorni ai sensi dell’articolo 21-quater comma 2 della L. 241/1990 come s.m.i.
La norma approvata dal governo Monti nel 2012 (art. 34, comma 19, del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179) che consentirebbe ad ENI, nelle more del rinnovo della concessione, di continuare ‘automaticamente’ ad operare, a nostro avviso non sarebbe applicabile alla concessione in questione. Secondo il noto principio tempus regit actum, l’innanzi richiamata norma, non può che ritenersi applicabile, ratione temporis, esclusivamente alle procedure autorizzative in corso alla data di entrata in vigore della medesima norma, il 19 dicembre 2012 (data di entrata in vigore della norma Monti). Quindi, per quanto attiene la concessione COVA, la norma del decreto Monti non è applicabile, quindi, ai procedimenti amministrativi (di aggiornamento o proroga del titolo concessorio COVA autorizzato con D.M. MISE del 23 gennaio 2012) in itinere successivamente al 19/12/2019. A nulla serve, a nostro avviso, richiamare il Disciplinare MISE del 7 dicembre 2016, peraltro impugnato dalla Regione Basilicata innanzi al TAR Lazio con D.G.R. del 03/11/2017 n. 1146, e che, contrastando con la disciplina di settore (quindi con norme di legge ordinaria, di rango primario), va disapplicato dalla Regione Basilicata. Con successiva istanza presentata dall’ENI al MISE, la concessione è stata prorogata ulteriormente dal 31 dicembre 2016 fino al fatidico, scorso, 26 ottobre 2019.
L’attuale discussione verte su un’ulteriore istanza di proroga decennale della concessione COVA presentata il 27 ottobre 2017, che a gennaio 2018 ha avuto parere negativo da parte della Giunta della Regione Basilicata. L’ENI ha presentato poi un’ulteriore istanza di aggiornamento a maggio 2019.
In questa selva di procedimenti autorizzativi, codici e normative, non si capisce bene perchè ENI non debba corrispondere nemmeno le compensazioni ambientali.
La nostra mozione, sottoscritta anche dalla maggioranza di centrosinistra, verrà discussa nel prossimo consiglio. Abbiamo accolto l’appello della maggioranza ad una collaborazione fattiva e consideriamo questo documento un primo passo sostanziale per definire alcuni punti fermi nella trattativa che si svilupperà nelle prossime settimane.