Michele Catena Cardillo, imprenditore di Rionero in Vulture, ha inviato una lettera aperta al governatore lucano Vito Bardi per denunciare la situazione di stallo in cui versa l’economia regionale ed in particolare il mondo delle piccole e medie commerciali, artigianali e agroalimentari. Di seguito la nota integrale.
Presidente Bardi, il grido di allarme di un imprenditore metalmeccanico, 50 anni di attività, oltre 20 dipendenti (ma abbiamo avuto anche punte di trenta ed anche più), non può continuare a rimanere soffocato e senza risposte pratiche. La situazione di grave crisi del settore artigianale in particolare che la sinistra ha determinato in circa trent’anni di potere ininterrotto è preoccupante; molto spesso incontriamo povertà anche in altri settori delle attività produttive, in agricoltura, nel commercio, nell’industria, tra le partite iva in generale, nonostante la nostra sia una regione ricca di risorse monumentali, paesaggistiche ed ambientali, agricole e forestali, immensi giacimenti petroliferi. Ebbene questi valori economici non hanno determinato ricchezza ma stranamente povertà, anche perché i nostri giovani sono andati quasi tutti via. Quali cambiamenti sono stati introdotti ora con questo nuovo governo regionale? Quali politiche per evitare che i nostri giovani continuino ancora ad andare via?
Solo accuse? No, anche proposte.
Una legge sull’apprendistato nelle attività artigianali e commerciali darebbe un mestiere e concrete possibilità lavorative: tre anni di apprendistato, con una spesa mensile a carico dell’imprenditore di non più di 500 euro ed oneri contributivi sostenuti dalla Regione darebbe fiato alle attività economiche, riattivazione di arti e mestieri, formidabile incremento occupazionale.
Eliminiamo gli appalti al massimo ribasso, ritorniamo alla media mediana, affidiamo le responsabilità di controllo di lavoro, di progetto e di collaudo con compiti precisi e rigorosi e con sanzioni severissime per furbi e per corrotti.
Per lavori di grossa entità sul territorio regionale conviene spezzettare i progetti per favorire le imprese locali, queste sì che non tradiscono il mandato perché sono radicate sul territorio e facilmente controllabili anche dalle forze dell’ordine, anche per evitare che lavori importanti vengano lasciati interrotti per anni.
Facciamo in modo che le nostre città ed i nostri paesi siano attrattivi, gradevoli, che vi sia capacità ricettiva verso i flussi turistici mediante corsi formativi veramente tali aperti al grande pubblico anche diffusi dai social, cioè un grande sforzo educativo della nostra gente e dei nostri amministratori. E che le nostre strade vengano finalmente curate, provviste di segnaletica (soprattutto tracciate le strisce bianche, che consentono maggiore visibilità anche con la nebbia). Facciamo in modo che il nostro territorio sia ben governato, che le periferie dei centri non restino selvaggiamente in abbandono, che i lavoratori forestali siano controllati nel lavoro (per pulire 100 metri di cunette spesso non bastano una decina di operai per una settimana, che scandalo sotto gli occhi di tutti, viene voglia di lasciare tutto e scappare via anche dall’Italia).
Le aree di insediamento produttivo, Pip e Paip, vengano dotate di strade di collegamento, segnaletica ed illuminazione e non lasciate in degrado, altro spettacolo allucinante. E magari qualcuno rammenti che il pip di Rionero, nelle contrade Vesciolo, Braida, Scavoni, non ha una strada che possa dirsi tale, perché dal 1983 mai progettata. Ma dove continuate a farci vivere, voi amministratori regionali e locali, ma che diritto avete voi di continuare a tenerci in queste condizioni selvagge? O volete veramente che cominciamo a gridare ai quattro venti il nostro disprezzo?
I bandi regionali a valere sul P.S.R. (Piani di sviluppo rurale) 2014-2020 sono tanti ma c’è stata la solita lentezza nella loro preparazione ed approvazione. La data indica che si sarebbe dovuto partire dal 2014. In realtà, poiché si dovevano ancora chiudere quelli del settennio precedente (2016-2013), si sono persi oltre due anni. A parte la misura 6.1 (incentivi alla costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori) partita nel Maggio 2016, tutte gli altri bandi sono partiti tra il 2017 ed il 2018. Evidentemente non ci saranno i tempi per chiuderli entro il 2020 con il rischio reale, come già in passato accaduto, di dover restituire i fondi europei inutilizzati. Il mancato rispetto dei termini di pubblicazione dei bandi, come sottolineano i tecnici, è dovuto alla eccessiva complessità e poca chiarezza per gli stessi funzionari regionali. Troppi sono i ritardi nelle risposte ai quesiti interpretativi posti dagli imprenditori e troppo lunghi sono i tempi di erogazione dei contributi. Se tutto va bene, tra la presentazione della domanda e l’erogazione del saldo finale del contributo, passano almeno due anni e questo rende lo strumento P.S.R. un ostacolo anziché un incentivo a nuovi investimenti.
Presidente, dia una sterzata alla nostra regione, leghi il suo nome a fatti importanti e rammenti: il buon nome della famiglia Bardi nella zona del Vulture continui ad essere sinonimo di cordialità, di capacità, di intraprendenza, a favore dei destini della nostra regione.