Flovilla (Federanisap): “Mettere fine a contenzioso perenne e atteggiamento vessatorio contro aziende private accreditate”. Di seguito la nota integrale.
La Regione Basilicata continua a caratterizzarsi per le incresciose e paradossali situazioni derivanti da provvedimenti autoritari ed aberranti, che non fanno altro che incrementare il ricorso alla giustizia da parte delle strutture di specialistica ambulatoriale accreditata, confermandosi come la Regione con la più alta spesa passiva relativa al ricorso al contenzioso, che ha già raggiunto per quest’anno diversi milioni di euro.
L’ultimo atto in ordine cronologico è rappresentato dalla recente delibera n. 719/19, adottata dal Dipartimento Salute, relativa ai tetti di spesa che riguardano le stesse aziende del privato accreditato.
Attraverso una aberrante e strumentale interpretazione, l’ufficio preposto del Dipartimento Salute, sotto la parvenza dell’ottemperanza ad una sentenza di annullamento del Tar Basilicata (n. 700/2019), ripristina tutto ciò che il Tar stesso ha annullato, ridando vita a provvedimenti amministrativi dichiarati “defunti” dal giudice amministrativo e quindi non più esistenti.
Infatti, Il provvedimento, astutamente e strumentalmente riporta solo alcuni estratti della sentenza utili a distorcerne l’interpretazione ed a motivare statuizioni in netto contrasto con il disposto della medesima, quasi dimenticando la statuizione del TAR che testualmente recita: “dalle considerazioni che precedono discende l’accoglimento di parte del ricorso e per l’effetto, l’annullamento delle deliberazioni regionali nn. 316, 367 e 726/2018, nonché, per invalidità caducante, dei provvedimenti dell’ASP che di esse costituiscono meri atti applicativi”.
A sostenerlo è il vice presidente nazionale di FederANISAP con delega al Mezzogiorno, Antonio Flovilla, per il quale “è francamente davvero difficile comprendere quali siano le motivazioni oggettive di tali comportamenti. Se la P.A. non condivide una decisione del TAR, ovvero se vuole riaffermare la propria posizione, ha l’obbligo di ricorrere al Consiglio di Stato con i conseguenti ulteriori aggravi di spesa, sempre a carico della collettività. L’atto in oggetto è la dgr 719/2019 e l’Ufficio preposto è quello del dr. Montagano, valente dirigente, purtroppo non nuovo a simili provvedimenti basati su valutazioni fantasiose, personali e spesso speciose, nonchè a danno di strutture della specialistica ambulatoriale e della Regione. E’ il caso di ricordare – aggiunge Flovilla – che il TAR con la sentenza n. 700/19 obbliga, nella sostanza, la Regione a rivedere i criteri di assegnazione dei tetti per le strutture accreditate per l’anno 2018. Tale rideterminazione prevede comunque un passaggio con le Organizzazioni di categoria più rappresentative, cosa mai avvenuta in maniera ufficiale (probabilmente, è stato fatto qualche rapido consulto telefonico).
E’ chiaro ed evidente lo scopo vessatorio dell’atto, teso a riaffermare un comportamento da noi sempre contestato, che è frutto di una visione distorta dell’amministrazione pubblica che stressa la burocrazia sino a diventare una sorta di “qui comando io”. E ciò è possibile solo da parte di chi si sente intoccabile per il solo fatto di occupare la stessa postazione dirigenziale da circa cinque lustri.
A questo punto per scongiurare di alimentare altro contenzioso e altre spese per la Regione – conclude Flovilla – ci rivolgiamo al Presidente Bardi e all’Assessore Leone perchè sia ripristinato innanzitutto il rispetto della normativa di legge e con esso cessi l’atteggiamento inquisitorio e vessatorio contro aziende che svolgono servizi e prestazioni per conto del servizio sanitario regionale e nell’interesse dell’utenza lucana. Mi preme sottolineare – conclude Flovilla – che tali atteggiamenti si leggono come una chiara mancanza di rispetto nei confronti della magistratura, come una scarsa conoscenza dei principi cardine del diritto, nonché come una ingiusta mortificazione degli operatori del sistema accreditato e delle associazioni di categoria e, cosa ancora più grave, arrecano disonore e danno alla Regione Basilicata”.
Fate Aprire più strutture in Basilicata, magari incentivando giovani professionalità