L’occasione del trentennale dell’Associazione Circolo dei Lucani a Bologna (che si festeggia in queste ore), quanto mai prestigiosa e autorevole presenza nel contesto sociale ed economico della regione Emilia Romagna, consente al Centro Studi Internazionali “Lucani nel Mondo” nelle sue attività di ricerca, di tracciare un quadro non solo storico della stessa Associazione nata ufficialmente il 3 Ottobre del 1989 (in allegato la nota riassuntiva), ma anche di guardare attraverso i dati ufficiali, il fenomeno non nuovo delle migrazioni interne degli italiani.
“Un fenomeno – rileva il Presidente del Centro Studi, Luigi Scaglione – che dopo i flussi degli anni 50 e 60 per ragioni lavorative di manodopera dal Sud verso il Nord, mentre sembrava stabilizzarsi o ridursi in relazione alla crisi economica del 2008, ha avuto nuove dinamiche legate all’arrivo in Italia di migranti che una volta sul nostro territorio sono andati per lo più all’estero più che nelle regioni del Nord. Mentre, il fenomeno della ricerca di nuove opportunità di studio e di miglioramento professionale sembra essere costante proprio verso queste realtà.
Sono 1066 le partenze ufficiali dalla Basilicata, -aggiunge Scaglione- pari allo 0,8% di quelle italiane su un totale di 128.583 italiane con percentuali elevate da Lombardia, Veneto, Sicilia e Lazio in testa alla speciale classifica, legato anche al fenomeno della riduzione della partenza di italiani nativi”.
La novità ulteriore rispetto al decennio precedente – spiega invece il Rapporto Migrantes – è che negli anni recenti sono le regioni settentrionali, sia in valore assoluto che relativo, che guidano la graduatoria delle ripartizioni da cui hanno origine i flussi in uscita dal Paese. Se si considerano solo i movimenti tra Mezzogiorno e Centro Nord, a una generale riduzione dei movimenti in entrambe le direzioni, si accompagna un aumento consistente della percentuale di emigrati con una laurea o un dottorato, segno evidente che la crisi ha frenato soprattutto i cittadini meno qualificati.
“Il dato incontrovertibile – spiega Scaglione – è che non si può fare nessuna retorica sui cervelli in fuga anche rispetto a numeri precisi che non abbiamo, superando il contesto geografico, atteso che il dato parla di giovani Lucani di alta scolarizzazione. E i lucani a Bologna sono stati, non solo numericamente, importanti.
Piuttosto – rileva il Centro Studi rileggendo i dati Migrantes – c’è un costo sociale con una perdita di 30 miliardi del Mezzogiorno con la partenza di laureati (dal Sud circa il 40% di giovani nel 2017 si è iscritto ad Atenei del Centro Nord) in particolare, su cui lavorare per coltivare aspirazioni e ricerca di opportunità di lavoro di qualità che ci fa capire che non fare retorica significa provare ad evidenziare la mancanza di circolarità e la mancanza di capacità di attrarre e di integrare.
Un motivo in più per rifletterne con le nostre organizzazioni sociali ed associative soprattutto quelle operanti nel Nord Italia come nel caso felice di Bologna”.
Di seguito la storica sull’Associazione Circolo dei Lucani a Bologn ed un articolo di riferimento.
ASSOCIAZIONE CULTURALE CIRCOLO DEI LUCANI DI BOLOGNA. UNA STORIA CHE PARTE DA LONTANO
La storia del Circolo dei Lucani di Bologna parte da lontano, in particolare da una data: il 3 ottobre del 1989.
Mentre a Berlino stava per crollare l’odioso muro che aveva diviso la città dal 1961, un gruppo di giovani lucani, emigrati nel capoluogo emiliano negli anni ’70, decise di recarsi dal notaio per dare forma legale alla costruzione di un ponte, quello che avrebbe dovuto unire le loro radici di provenienza alla vita fremente di una città come Bologna.
Questo “ponte” era nelle intenzioni dei fondatori l’associazione culturale Circolo dei Lucani e l’idea di costruire un ponte mentre nel mondo si abbatteva un muro si rilevò una grande intuizione, che dopo trent’anni appare viva più che mai.
A fondare l’associazione furono alcuni amici lucani e tra questi è giusto ricordarne i loro nomi: Francesco Arbia, Antonio Guerrieri, Rocco Giuseppe Laraia, Rodrigo Ottavio, Mauro Petrarulo e Vito Tito.
Il primo Presidente è stato Andrea Lacovara con Mimmo Grasso suo vice, Antonio de Cunto tesoriere e Ernesto Arena Segretario, mentre il reggente prima della costituzione ufficiale, fu il Maggiore della Finanza Ettore Liuni, fondatore a Bologna della “Fabbrica del Peperoncino”.
L’attuale Presidente è Giuseppe Antonio Panzardi, che il 24 ottobre del 2015 è succeduto a Mimmo Grasso, presidente dal 2002 al 2015 ed oggi designato alla carica di presidente “onorario”. I Vice-Presidenti sono due, Michele Antonio Fornario ed Angelo De Cunto. Il tesoriere “storico” è Antonio De Cunto e il segretario depositario dei segreti del Circolo è Ernesto Arena.
Dal 1989 l’Associazione è cresciuta molto ed è diventata parte integrante della città delle Due Torri, conosciuta dalle istituzioni locali ed apprezzata dai bolognesi doc. Il Circolo dei lucani annovera oggi circa duecento soci, non soltanto di origine lucana. Lunghissimo l’elenco delle manifestazioni organizzate dal Circolo dei Lucani in terra emiliana, tutte all’insegna della promozione della Basilicata nel mondo.
Nel rappresentare l’identità lucana in terra emiliana, il Circolo ha ospitato nelle sue manifestazioni politici come l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, sindaci come Sergio Cofferati e Giorgio Guazzaloca, presidenti regionali come Vasco Errani, Filippo Bubbico, Vito De Filippo, artisti come Pino Mango, Lucio Dalla, Antonio Petrocelli, Ulderico Pesce, Rocco Papaleo, Domenico Fortunato, scrittori come Mariolina Venezia e Giuseppe Lupo, giornalisti come Mario Trufelli e Renato Cantore, giudici come Silvana Arbia e Libero Mancuso, Luminari della Medicina, docenti universitari di Storia Medioevale, Giuristi di grande spessore, personalità della vita cittadina e della cultura lucana ed emiliana si sono alternati nel palcoscenico del Guardassoni, teatro principale degli eventi organizzati dal circolo in trent’anni di vita.
Il “ponte” ideale, sognato dagli originari fondatori, ha basi sempre più solide e si accinge a vivere il quarto decennio, partendo dalla Basentana ed arrivando alla Via Emilia.