Si è svolta a Montescaglioso la seconda giornata di lavori al 17° congresso nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, con lo sviluppo delle tesi e il confronto fra esperienze diverse lungo lo stivale.
Al centro della discussione, gli obiettivi deell’Agenda2030 redatta dall’ONU.
Con il contributo di circa 50 relatori, l’Ordine ha potuto riflettere su come traghettare l’agricoltura italiana verso la sostenibilità con un piano d’azione da qui al 2030. Si è discusso, infatti, di come contrastare i cambiamenti climatici, di desertificazione, di come migliorare la gestione forestale o come adattare le colture ai nuovi scenari che si paleseranno nei prossimi anni.
Grande rilevanza hanno avuto le nuove tecnologie e i sistemi informatici di aiuto decisionale, che sono fondamentali per capire il grado di maturazione della frutta, decidere le fertilizzazioni necessarie alla pianta, la giusta somministrazione di agrofarmaci in caso di malattie, come organizzare il più efficace intervento in bosco.
Altrettanta attenzione hanno suscitato i casi di innovazione nei metodi produttivi, con l’adozione di strumenti per ridurre l’inquinamento, razionalizzare l’impiego di acqua ed energia, avvicinare la produzione al consumatore.
“Con questo congresso, l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali vuole lanciare un messaggio alle istituzioni e al Paese, perché vogliamo che il mondo agricolo e forestale ritorni al centro del dibattito politico.” – Sabrina Diamanti, Presidente CONAF – “Parlare di Agenda2030 e di sostenibilità serve a ricordare a tutti che il comparto primario produce cibo, utilizza l’acqua, sa rendere vivibili le città, ha bisogno di energia ma sa anche produrla in modo sostenibile.
Serve a ricordare che il futuro dell’uomo passa per il suo rapporto con l’ambiente e la capacità di produrre in modo rispettoso dello stesso, delle comunità, delle identità.”
“Dalle tesi congressuali sta emergendo la necessità di riportare in vita quel legame tra il bosco, gli interventi silvi-colturali e la rete delle sistemazioni idraulico forestali che ha garantito la sicurezza in Basilicata e che oggi ha esaurito la propria vita tecnica con disastri difficilmente contrastabili.” – Carmine Cocca, Presidente Regionale dei Dottori Agronomi e Forestali della Basilicata – “Si deve riportare al centro delle politiche di sviluppo il bosco quale bene pubblico funzionale al paesaggio e alla prevenzione dal dissesto idrogeologico intervenendo su criticità esistenti quali ad esempio Pomarico, Stigliano, Montescaglioso dove sono evidenti i danni da dissesto. È inoltre urgente riprendere un nuovo strumento di sviluppo delle aree marginali che prenda le distanze dagli interventi sull’onda dell’emergenza perché la Basilicata, è opportuno ricordare, è terra di boschi e aree protette, di agricoltura di qualità ma anche di corsi d’acqua importanti che devono necessariamente interconnettersi tra loro per un rilancio concreto di un territorio che oggi presenta un impatto antropico che in passato non esisteva.”
La giornata si è conclusa con la premiazione del concorso “Dottore Agronomo e Dottore Forestale, progettista del cibo sostenibile”.
Le 7 proposte vincenti sono caratterizzate dalla capacità di innovazione nella produzione agricola e dalla replicabilità delle esperienze, elemento necessario per diventare best practice.