Lunedì 11 novembre 2019 alle ore 15 nell’ex-Convento di Santa Lucia Nova in via Luigi La Vista 5 a Matera è in programma l’inaugurazione dell’anno 2019-2020 e la presentazione del restauro del dipinto su tela Martirio di Sant’Alessandro di Paolo De Matteis
dalla Cattedrale di Melfi.
Si apre, alla presenza delle autorità locali, il quinto anno accademico della sede di Matera della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restaura. La SAF-ISCR Matera (che ha aperto i battenti nel 2015) vedrà quest’anno il completamento del primo quinquennio del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali e condurrà alla Laurea Magistrale di suoi primi 15 allievi.
Per rimarcare questo anno accademico con un evento speciale e festeggiare i primi cinque anni di attività della SAF di Matera, la cerimonia di inaugurazione sarà accompagnata della presentazione del restauro del dipinto proveniente dalla Cattedrale di Melfi “Il Martirio di Sant’Alessandro”, affidato lo scorso anno alle cure dei restauratori dell’ISCR e degli allievi SAF.
Opera di notevole livello realizzata nel 1700 da Paolo De Matteis (pittore di fama internazionale formatosi in ambito napoletano ma partecipe anche della cultura figurativa romana, attivo a cavallo del XVII e XVIII secolo), il “Martirio di Sant’Alessandro” è una tela con fortissimi legami con la città di Melfi, carica di significati devozionali essendo la raffigurazione del Santo Patrono, “scelto” nel 1626, secondo tradizione, dagli stessi melfitani e a cui è dedicato un grande altare all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Lunedì 11 novembre, nella sala Conferenze presso l’ex Convento di Santa Lucia Nova, oltre a Luigi Ficacci, Direttore ISCR e a Giorgio Sobrà, Direttore SAF-ISCR Matera, è prevista la partecipazione del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, del Sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, del Soprintendente ABAP della Basilicata Francesco Canestrini e di S.E. Rev.ma Ciro Fanelli, Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa. Il restauro dell’opera di De Matteis sarà presentato da Elisa Acanfora dell’Università della Basilicata, da Francesca Capanna, restauratore e Direttore SAF-ISCR Roma, da Angelandreina Rorro, storico dell’arte ISCR che ha diretto il restauro, e Carla Zaccheo, restauratrice ISCR, direttore operativo dello stesso restauro.
La scelta di aprire a Matera una sede distaccata della Scuola (in aggiunta a quella storica già attiva a Roma dal 1942) non è certo stata casuale, ma conseguenza della vivacità culturale della città e delle prospettive di sviluppo della regione, nodale per l’offerta culturale del Mezzogiorno. Il 2019, anno di Matera Capitale Europea della Cultura, coincide con una data importante: gli 80 anni dalla fondazione dell’ISCR (allora Istituto Centrale del Restauro) a opera di Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi.
La SAF di Matera accoglie attualmente circa cinquanta studenti, di provenienza geografica eterogenea, altamente selezionati per mezzo di un rigido concorso di ammissione; essi intraprendono il Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali di durata quinquennale, al termine del quale acquisiscono il diploma di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (classe LMR/02). e l’abilitazione all’esercizio della professione di Restauratore di Beni Culturali.
Al termine dell’anno accademico 2019-2020 discuteranno la tesi di diploma i primi 15 allievi, iscritti al 67° Corso, divisi nei due percorsi formativi professionalizzanti attivati a Matera, il primo dedicato alle superfici decorate dell’architettura (PFP1 Materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura) e il secondo ai dipinti (PFP2 Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile. Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti).
L’insegnamento teorico pratico del restauro occupa tra il 50 e il 65% della didattica ed è svolto su opere spesso di grande importanza; una percentuale non inferiore all’80% delle attività tecnico-didattiche deve infatti essere svolta su manufatti qualificabili come beni culturali ai sensi del Codice dei Beni Culturali. Tutti gli interventi eseguiti durante l’attività didattica sono condotti secondo la consolidata metodologia dell’Istituto che vede il restauro non come mera operazione meccanica, ma come atto di coscienza critica frutto di studio e riflessioni.