Rocco Padula, Segretario Generale Flaei Cisl Basilicata, in una nota affronta le problematiche che riguardano i lavoratori in servizio al Centro Enea della Trisaia di Rotondella. Di seguito la nota integrale.
Al termine degli incontri unitari tenuti con ciascuno di voi su tutti i posti di lavoro; riunioni nelle quali abbiamo sottoposto alla vostra approvazione l’ipotesi di rinnovo del nostro Contratto di Lavoro, avverto la necessità di evidenziare la maturità e lo stile con i quali avete colto e condiviso i contenuti di una sessione contrattuale molto impegnativa, sviluppata in un contesto generale assai complicato per il Paese e per la nostra Categoria.
Nel corso di ciascuna assemblea, peraltro, abbiamo unitariamente dichiarato la nostra soddisfazione per il risultato a cui è pervenuta la trattativa nazionale, sia sotto il profilo economico che sotto quello normativo. Aspetto, quest’ultimo, che va salvaguardato con particolare impegno poiché è proprio nel Contratto di lavoro che vengono definite le regole per la tutela dei lavoratori.
E le attenzioni che il contratto degli elettrici riserva a misure quali la formazione, il welfare aziendale, il sostegno in favore dei giovani e la Sicurezza sul Lavoro, confortano l’impegno del sindacato e confermano che la nostra categoria dispone di un piano di tutele generali all’avanguardia nel panorama della contrattazione collettiva nazionale.
I diritti di cui godiamo oggi sono il frutto di tante singole conquiste che, ad una ad una, sono divenute parte della nostra storia. Proverbiale, in proposito, è stata l’intransigenza con cui il sindacato ha ottenuto l’adozione dell’attuale normativa in materia di “Sicurezza sul Lavoro”, con l’obiettivo di evitare o comunque ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori ai rischi connessi all’attività lavorativa.
Oggi, il lavoratore è il primo garante della sicurezza in azienda. Il suo comportamento unito al suo impegno ad osservare le norme su prevenzione e sicurezza, gli assegnano un ruolo attivo nel progetto di definitivo smantellamento della concezione, talvolta ancora presente, che consideral’infortunio come una tragica fatalità.
Devo tuttavia evidenziare che sul tema della “Sicurezza sul Lavoro” esiste da anni una stretta ed intensa comunanza di vedute tra Sindacato e Aziendecon le quali è stato, persino, convenuto un sistema di incentivazione dei lavoratori legato oltre che al raggiungimento dei classici obiettivi di produttività anche alla drastica riduzione degli infortuni sul lavoro.
D’altra parte, ciascuno di noi è consapevole dell’attenzione che le aziende elettriche pongono alle regole, alle procedure e alle misure da adottare per rendere più sicuro il lavoro; attenzione che si concretizza attraverso percorsi formativi, dotazione di dispositivi antinfortunistici e controlli. Di certo, il comportamento del lavoratore rimane determinante nella gestione della propria sicurezza e lo è ancor più allorché deve gestire situazioni “non classificabili”, cioè non sempre fronteggiabili attraverso misure tecniche di prevenzione,ad esempio, l’inciampare su di un marciapiedi.
Sostenere che all’Azienda vada sempreattribuita ogni responsabilità, compresa quella relativa ad accadimenti accidentali, equivale a legittimare la tendenza aziendale ad attribuire sempre al lavoratore la responsabilità degli incidenti.
In questo contesto, la missione del sindacato appare molto delicata e, perciò, deve essere sempre esercitata con competenza, saggezza e rispetto delle regole.In concreto, il sindacato deve essere costantemente impegnatoa difendere la serenità dei lavoratori da comportamenti aziendali che tendono unicamente a scaricare su di essi doveri e responsabilità, ma anche a favorire il radicamento della cultura della sicurezza.
Per queste ragioni mi dispiace che, anche nel sindacato, talvolta prevalga la logica dello scaricabarile con argomentazioni che mostrano lo scarso senso dell’orientamento, anche etico, di chi le sostiene. Un recente infortunio occorso ad un lavoratore per cause non preventivabili ha rappresentato l’occasione per rivelare la grave approssimazione nel valutare, nell’approfondire e nell’attribuire la responsabilità dell’accadimento.
Un errore che il Sindacato non si può permettere; un esempio di sciacallaggio che emula il peggio dalla politica del nostro tempo e che rischia di spingere il sindacato verso interessi sempre più egoistici ed incomprensibili.
Di certo, se un sindacato falsifica la realtà arreca un danno ai lavoratori, alle aziende e persino all’intera comunità di lavoro nella quale finisce per prevalere il seme della discordia anziché quello della condivisione e dei Valori, gli stessi che hanno consentito alla nostra categoria di conquistare tutto ciò che ancora oggi possiede.