I danni che in queste ore mi hanno evidenziato, sia gli operatori agricoli del Metapontino che le organizzazioni di rappresentanza e tutela delle imprese agricole, tra cui Battifarano, Presidente di Confagricoltura Basilicata, verranno sottoposti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per chiedere un intervento del Governo in attesa che la Regione Basilicata predisponga la giusta deliberazione con cui perimetra le zone e/o individua le singole infrastrutture danneggiate insieme ai dati meteorologici a sostegno della richiesta di riconoscimento dell’eccezionalità dell’evento avverso.
Ogni qualvolta che si verifica un fenomeno meteorologico eccezionale come quello di questa mattina, si crea un corto circuito che mette a grave rischio il tessuto produttivo e con il perpetuarsi di questi fenomeni incontrollati devastanti, diventerà sempre più difficile poter fare agricoltura e non basteranno più, né contributi statali che assicurazioni per poter far fronte ai danni economici. Per cui, oltre a quello economico, il problema grave sarà quello inerente la perdita di attività produttiva in aree sempre più vaste e ciò comporterà l’abbandono delle stesse con conseguente perdita di posti di lavoro e l’aumento del rischio di infiltrazioni malavitose che, pian piano, potrebbero sostituirsi alla buona e sana economia dei nostri agricoltori.
Il cambiamento climatico in atto è alla base di questi eventi calamitosi, meteorologicamente eccezionali, le cui conseguenze sono diverse e sottolineate dai molteplici enti di ricerca ed organizzazioni internazionali, con una serie di allarmi ribaditi in più sedi istituzionali.
Se vogliamo e se teniamo a cuore il nostro territorio, il passaggio fondamentale è nella realizzazione di una svolta ambientale netta, a cominciare dalle piccole abitudini giornaliere, dall’efficiente funzionamento degli enti e degli strumenti di bonifica e sino allo stop dei sovvenzionamenti delle fonti fossili così come proposto dal programma del MoVimento 5 Stelle. A tal proposito è giusto ricordare che proprio grazie al M5S, il prossimo Fondo europeo per lo sviluppo regionale che partirà dal 2021 non solo non finanzierà le fonti fossili ma per la prima volta, il nuovo regolamento contiene un principio chiaro sulla lotta al cambiamento climatico e sullo sviluppo sostenibile: il 30% delle risorse assegnate alle Regioni andrà speso per l’obiettivo 2, ossia verso un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio.