Fatta l’intesa sul Governo idrico del Distretto Appennino Meridionale
Per la componente ambientale della tariffa si partirà dall’esperienza fatta tra Basilicata e Puglia. Le sette regioni firmano nella sede romana della Basilicata l’addendum sottoposto dal presidente De Filippo per aderire all’intesa stilata ad aprile 2011. “Una valida base di ragionamento per tutti, una garanzia per i lucani”
I lavori per disegnare il funzionamento del Distretto idrografico dell’Appennino meridionale avranno per base “l’esperienza maturata nell’ambito dell’Accordo di Programma tra Puglia e Basilicata anche con riferimento alla definizione della così detta componente ambientale della tariffa dell’acqua”, nell’ambito della “valutazione economica dell’acqua ai fini del recupero dei costi di servizio e del rinvenimento di risorse finanziarie per far fronte alle problematiche ambientali connesse alla presenza sul territorio dei sistemi di infrastrutture per il trasferimento delle risorse idriche”. E’ l’intesa raggiunta oggi dalle sette regioni del Distretto (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Puglia) che si sono riunite nella sede romana della Regione Basilicata per iniziativa del presidente lucano Vito De Filippo, al fine di giungere a un’intesa dopo che un precedente documento di intenti, stilato il 6 aprile dello scorso anno, non era stato sottoscritto proprio dalla Regione Basilicata che evidenziava la necessità di ulteriori precisazioni che salvaguardassero il lavoro già fatto in tema di compensazione nel vigente accordo di programma sottoscritto con lo Puglia.
“L’esperienza fatta nelle intese intercorse tra la regione del distretto che più di ogni altra cede acqua ad altri territori – ha detto De Filippo agli amministratori delle altre Regioni – e quella che più di tutte le altra ne importa, non può che rappresentare la naturale base di ragionamento per affrontare la questione nello scenario più ampio del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale”.
Dei circa 830 milioni di metri cubi di acqua che vengono movimentati tra le varie regioni del Distretto, infatti, la Basilicata ne “esporta” il 35% (all’incirca 290 milioni di metri cubi) e la puglia ne importa circa il 73% (oltre 600 milioni). In relazione a tutta questa massa d’acqua, il documento approntato ad aprile dello scorso anno, sanciva principi di gestione comune e uso condiviso della risorsa idrica, ma non entrava nel merito della strada da seguire per regolare i rapporti tra le diverse Regioni in base alle diverse esigenze. Per questo la Regione Basilicata, nel non sottoscrivere il primo documento, aveva chiesto di dare vita ad un addendum che entrasse nel merito della specifica questione, percorso che si è concluso oggi con la sottoscrizione da parte delle altre sei regioni del documento aggiuntivo e la Regione Basilicata che ha sottoscritti entrambi.
La questione era nata con la legge 13 del 2009 che affidava ad “Autorità di Bacino di rilievo nazionale”, composte da più regioni ricadenti nello stesso distretto, i compiti di effettuare una pianificazione di livello sovra regionale e definire i rapporti tra i singoli territori, cosa che in precedenza era affidata alle singole regioni e alle Autorità di Bacino di dimensione regionale. E la discussione su come gestire questo delicato passaggio, in particolare all’indomani della firma di un documento da parte delle altre 6 regioni del distretto, era stata affrontata tanto all’interno del Consiglio regionale della Basilicata, che in una specifica riunione dedicata al governo della risorsa idrica aveva dato gli indirizzi programmatici che il presidente De Filippo e la Giunta hanno poi tradotto nell’addendum, e la questione era stata preventivamente affrontata anche in incontri bilaterali con la Regione Puglia, che aveva convenuto sulla necessità di indicare l’accordo vigente tra le due Regioni quale punto di partenza per il futuro lavoro.
“Già in quella occasione – ha detto Dee Filippo dopo il raggiungimento dell’intesa di oggi – avevo indicato che l’unica strategia vincente non poteva che essere quella del dialogo, anche perché sono convinto che l’esperienza fatta da Basilicata e Puglia rappresenti un unicum a livello nazionale in tema di gestione federale e solidaristica delle risorse e possa quindi essere considerata un valore per tutti. Da parte nostra c’è stata l’intenzione di rendere meno incerto un passaggio che potrebbe comportare il rischio di allontanare la gestione di un bene da parte del relativo territorio, e il lavoro pazientemente portato avanti ha prodotto frutti”.