Riveste i caratteri dell’urgenza la questione di un rafforzamento dell’organico di personale nel servizio sanitario regionale, nell’ambito di una più generale questione di ricambio generazionale e di irrobustimento della pubblica amministrazione locale.
Una via nuova, una manovra potente e di rapida efficacia da decidere, superando la logica di atti singoli, di pezzi e di ‘pezze’ apposte su di un organismo vitale che rischia di isterilirsi. E con esso il servizio della cura e dell’offerta di prestazioni e livelli di assistenza, che in Basilicata devono ancora raggiungere punte ottimali.
Alla cronicità della carenza di personale si aggiungono poi fenomeni cumulativi ancora in via di risoluzione, quali una specifica e chiara destinazione dei presidi ospedalieri nella rete regionale.
L’ennesima riforma, la LR n. 2/17, richiede già una verifica profonda, per rivisitare l’assetto concreto dei diversi reparti e dipartimenti, con l’occhio rivolto alla migliore qualità assicurata nell’ambito delle discipline. C’è un avanzamento, c’è un riassetto più funzionale, c’è un nuovo macromodello organizzativo, c’è una politica di valorizzazione del personale, c’ è una redistribuzione dei carichi di lavoro anche in funzione della riduzione delle liste di attesa?
Nella immediatezza, occorre avviare una reale differenziazione ed integrazione fra medicina territoriale di prossimità e sistema ospedaliero, da specializzare nel trattamento delle acuzie, con una più spinta innovazione tecnologica e organizzativa, nonché con un investimento cospicuo sulla prevenzione e sulla formazione del personale e sulla promozione della rete integrata dei servizi socio -sanitari distrettuali.
Che fare? Qualche spunto. Come prima cosa una maggiore distribuzione territoriale dei servizi, misure efficaci di riduzione delle liste d’attesa (sperimentazione Open Access attivato in Toscana con riscontro della prima visita entro tre giorni – prestazione in just in time), la predisposizione di pacchetti-offerta di salute (es. Progetto donna, dote famiglia).
E poi l’avvio delle reti specialistiche (es. oncologica e cardiologica) e presa in carico dei pazienti.
Ma occorre una svolta ‘qui ed ora’ in capo alla Regione ed alle Aziende per risolvere la riduzione degli organici che inevitabilmente si scarica sulle prestazioni offerte.
Una manovra vasta in più direzioni e con più mezzi. Uno sforzo straordinario mirato ad assumere. Lo abbiamo chiesto con il Manifesto Unitario Cgil Cisl Uil e con la recente iniziativa, molto partecipata, al “Cecilia” di Tito Scalo.
Si faccia presto, come prevedono le norme, il piano del fabbisogno triennale. Ma presto, oltre l’annuncio dei giorni scorsi della Giunta regionale.
Si lavori simultaneamente con le Aziende sanitarie per accelerare e per contemperare ed usare tutti gli strumenti che la legge consente per ricoprire gli organici, nelle forme più ampie e diversificate.
Dalla stabilizzazione dei precari, con il meccanismo dell’utilizzo delle percentuali di personale da assumere con i concorsi, via privilegiata, comunque da sollecitare. Alla giusta valorizzazione del personale con le progressioni verticali per chi ha titolo ed il tempo pieno che può interessare diversi operatori. Senza dimenticare le proroghe dei contratti ove occorra. L’impegno dell’Assessore Leone a far completare i 36 mesi al personale a tempo determinato è un punto di partenza. E’ necessario che il Governo estenda la Legge Madia a tutto l’anno 2020 per dare una prospettiva anche a coloro che operano nel Sistema da più anni poter continuare
Queste misure, incluso il ‘fabbisogno’ di figure da ricoprire, devono essere riportate ad una cornice di regia, senza la quale non si potranno riscontrare effetti. Quel piano straordinario più volte ventilato, meglio definito come un piano del lavoro nelle pubbliche amministrazioni e nella sanita regionale.
Occorre subito aprire un confronto a tutto campo su questo tema che non può prescindere da una visione d’insieme delle cose da fare’ presto ed a medio tempo’ su tutto lo scacchiere della rete dei servizi socio -sanitari e del settore pubblico allargato.
Come corollario l’impiego di rilevanti risorse aggiuntive e di regole applicative del piano. Si è fatto in qualche modo in Regione Campania anche per assicurare nuove energie giovani all’interno del comparto pubblico.
Il modello sperimentale della Campania ,da rivisitare ed adeguare, è quello delle procedure concorsuali unificate su scala regionale affidate a Formez- Ripam, con il meccanismo della manifestazione di interesse delle Amministrazioni e delle Aziende disponibili ad aderire , sulla base del fabbisogno assunzionale sia a tempo indeterminato che determinato.
La modalità straordinaria prevede sia una prima scrematura di personale reclutabile e sia la selezione mediante corso – concorso includente formazione e tirocinio per i candidati idonei alla prova finale.
E’ chiaro che bisogna fare tutti i tentativi per assumere risorse umane in sanità, anche con il lavoro interinale che deve avere carattere assolutamente transitorio e urgente.
In definitiva è bene ribadire l’importanza di inserire gli interventi urgenti in un contesto di programmazione di più ampio respiro. Le criticità trovano soluzioni efficaci e durature se si incardinano in una visione generale dei problemi del Ssr.
Sarebbe controproducente intervenire su specifici ambiti di criticità, senza avere chiare le problematiche che insistono su tutti i servizi e su tutte le professionalità del Servizio sanitario.