Si è tenuta martedì 26 novembre la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” che quest’anno è stata incentrata sui fenomeni della contraffazione e dell’abusivismo.
L’evento, che ha visto l’intervento del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, seguito in diretta streaming presso la sede della Confcommercio di Matera, giunto alla settima edizione, è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese, per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
Dall’indagine, realizzata dall’ufficio studi Confcommercio tra l’8 e il 22 ottobre 2019, effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dei consumatori italiani (quasi 3.400 casi) e delle imprese del terziario di mercato (1.500 casi), è emerso che in Italia la contraffazione è in continua crescita: nel 2019 quasi un consumatore su tre (30,5%) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale (+ di 3,7 punti percentuali rispetto al 2016 e +4,9 punti in confronto al 2013), con una media percentuale leggermente superiore per i consumatori che acquistano prodotti contraffatti nel Sud e Isole, pari al 32,9%.
I prodotti contraffatti più acquistati, in aumento rispetto al passato sono abbigliamento (+9,4 punti sul 2016), prodotti farmaceutici (+2,8), prodotti di intrattenimento (+1,5), pelletteria (+0,4) e giocattoli (+0,3). In crescita l’utilizzo del web in prevalenza per: giocattoli (+12,1 punti), prodotti di pelletteria (+10,5) e capi di abbigliamento (+9,0). Attraverso il web passa gran parte dell’intrattenimento (89% della musica, film, abbonamenti tv, etc.) e quasi la metà (47,9%) dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti) illegali.
Per la maggior parte dei consumatori l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica 70% e 74% per il sud, ed è ritenuto «normale» (73%), una tendenza diffusa in prevalenza tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Oltre il 90% dei consumatori nazionali, con una percentuale maggiore per i consumatori del sud peri al 97,2%, è consapevole dei rischi dell’acquisto illegale e degli effetti negativi di questo fenomeno.
Il 66,8% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti.
L’ identikit del consumatore «illegale» a livello nazionale ha dai 25 anni in su, risiede principalmente al Sud (per il 43,7%), ha un livello d’istruzione medio-basso (per il 77,2%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per il 69,7%).
Tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario di mercato del Sud troviamo l’abusivismo (39,9%, leggermente più elevato del dato nazionale del 34%), la contraffazione (35%, in linea con il dato Italia del 34,8%) e i furti (34,4%, poco superiore al dato nazionale del 29%)
Inoltre, un focus sulle imprese del commercio al dettaglio, relativo al fenomeno del taccheggio ha evidenziato che il 68,6% delle imprese del commercio al dettaglio del Sud è stato vittima almeno una volta in passato di un episodio di taccheggio. La percentuale è in linea rispetto al dato nazionale del 69,3%. Le imprese del Sud che lamentano un aumento del fenomeno del taccheggio sono il 37%, dato molto superiore rispetto alla media nazionale del 24,1%. Il 61% degli esercizi commerciali del Sud si è dotato di misure anti-taccheggio (il dato è leggermente superiore rispetto alla media nazionale del 55,8%), di cui il 57% di dispositivi anti-taccheggio e il 23% in formazione del personale.
I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione – alterano la concorrenza, creando un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi; fanno chiudere le imprese oneste penalizzate del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti; creano un danno e/o un pericolo per il consumatore finale poiché, ad esempio, le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare; e provocano un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione; un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi. E costano alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi oltre 30 mld di euro di fatturato all’anno (stima Ufficio Studi Confcommercio per il 2019).
L’IMPEGNO DI CONFCOMMERCIO
L’attività di Confcommercio per il contrasto alla criminalità si articola su due filoni paralleli ma strettamente collegati fra di loro: la sicurezza, intesa come iniziative per la tutela delle imprese e degli imprenditori rispetto alle attività criminali e violente, e la diffusione della cultura della legalità e dei valori del vivere civile.
Per la diffusione della cultura della legalità Confcommercio sostiene alcune iniziative come il “Premio Giorgio Ambrosoli” e il “Premio Libero Grassi”, il “Progetto nazionale di educazione all’acquisto legale e responsabile: Fermiamo la contraffazione” attraverso il coinvolgimento delle scuole, ispirando la firma, a giugno 2018, di un protocollo anticontraffazione per i giovani con alcune delle componenti del CNALCIS – Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’ItalianSounding presso il Mise e la realizzazione, il 29 ottobre 2019, della 1° giornata nazionale anticontraffazione per i giovani.
Inoltre, Confcommercio è sponsor e sostenitore di Trame, ed è parte attiva al tavolo intersettoriale sui reati predatori dell’Ossif, Osservatorio sulla sicurezza fisica dell’Abi, insieme al Ministro dell’Interno, e collabora alla stesura del report annuale con un capitolo su furti e rapine nelle attività commerciali.
LE PROPOSTE DI CONFCOMMERCIO
Confcommercio da anni denuncia l’impatto che la contraffazione e l’abusivismo commerciale hanno sulle imprese in termini di perdita di fatturato e di costi. Per questo è favorevole ad un inasprimento dell’impianto sanzionatorio, anche per l’utilizzo illecito del web, che non deve essere l’unico strumento di repressione della contraffazione, è fondamentale, infatti, intensificare ulteriormente i controlli sul territorio e rafforzare l’attività repressiva da parte delle autorità competenti al fine di garantire che le condotte illecite vengano effettivamente individuate e sanzionate.
Si auspica, inoltre, la definizione di uno specifico Protocollo di legalità che consenta un più ampio accesso delle imprese ai benefici derivanti dal rating di legalità, e l’eliminazione della soglia dei 2 milioni di euro di fatturato richiesta quale requisito, nell’ottica di rimuovere ogni disparità di trattamento e al fine di ampliare il controllo di legalità delle imprese.
E’, poi, in fase di rinnovo con il Ministero dell’Interno il protocollo videoallarme antirapina che consente di mettere in collegamento le attività commerciali con le sale operative delle forze dell’ordine ed è in corso un progetto pilota sulla sicurezza antirapina per gli imprenditori.