Quarto appuntamento per la Rassegna di Arti Performative Contemporanea “Performig Time”, organizzata dal TeatroPAT di Matera e giunta alla seconda edizione sotto la direzione artistica di Marco Bileddo. Il sipario si aprirà per tre date consecutive, 6, 7 e 8 dicembre alle 20:45, presentando al pubblico “Lascia andare con grazia” di e con Amalia Franco. Un’ opera per corpi danzanti e corpi inanimati. Composizione in tre quadri sugli stati del corpo, ovvero della materia.
I tre quadri nascono come apparizioni e si sviluppano come pieces autonome pensate per una possibile visione in pillole, non di meno ogni stato del corpo e ogni sua utopia è letta in rapporto alle altre. L’utopia del corpo è il raggiungimento e mantenimento di una forma stabile, la sua forma perfetta. Ogni stato della materia risulta fragile e precario nella misura in cui è consunstanziale ad ogni corpo la sua costante e inevitabile possibilità di trasformazione. Gli stati di transizione e trasformazione dei corpi si determinano nell’incontro, nel desiderio, nella proiezione, nell’incubo di altri corpi, e corrispondono allo ‘stato amoroso’ del corpo, ovvero allo slancio fuori, verso altro da sé, alla rinuncia, anche solo per un attimo, al proprio personale baricentro.
Si canta qui una zona opaca in cui i corpi si toccano e si confondono a tal punto da non sapere più dove inizia l’uno e finisce l’altro. Ripetono continuamente l’esperienza della propria infinitezza, ovvero non-finiti. Il I QUADRO – Gli Innamorati, ovvero del corpo liquido. Il corpo liquido non ha una forma propria, prende la forma di ciò che lo contiene. Allo stesso modo gli innamorati prendono l’uno la forma dell’altro e così, si contengono a vicenda. I costituenti dei liquidi non sono legati da forze molto intense. Così gli innamorati, si disperdono, si allontanano, scivolano l’uno sull’altro, fino a un nuovo contenimento. Evaporano e non li vedi più, si condensano, per un attimo si solidificano, si sublimano e di nuovo non li vedi più.
Il II QUADRO – A flower is not a flower, ovvero del corpo solido. Una materia allo stato solido ha una forma e un volume proprio. I costituenti della materia sono legati da forze molto intense che consentono solo moti di vibrazione. L’unico modo per variare la forma di un solido consiste nell’applicazione di forze abbastanza intense da spezzare i legami, causando la rottura o il taglio
del corpo. Fino a che punto un corpo solido può sostenere la deformazione prima di rompersi? A flower is not a flower immagina una deformazione che sale dall’interno, che cerca le spezzature e lo strappo per vivere. Il III QUADRO – Come in cielo così in terra, ovvero del corpo aeriforme. Una materia allo stato aeriforme non ha né volume né forma propria, ma si espande fino a occupare tutto lo spazio disponibile. L’ultimo quadro è un’opera sull’invisibile, ed è la diretta conseguenza dei primi due quadri, fortemente espressionisti nella forma e nelle tensioni emotive. D’altronde, condizione d’esistenza per il visibile è l’invisibile. Il residuo che non si può spiegare, un ultimo ‘perché’. L’immaginazione come esercizio spirituale, talora, genera la materializzazione di un’immagine. Ultimo resta il suono, ovvero il respiro.
Lo spettacolo mette in scena testi tratti dalle “Elegie Duinesi” di R.M.Rilke con marionette a cura di Amalia Franco, le luci di Anna Moscatelli, oggetti di scena di Emilio Porchetti e i costumi di Antonia Matichecchia. Si tratta di una creazione inserita nel progetto di Residenze Artistiche del Mibact 2016/17 – con il sostegno di La Terra Galleggiante, Settimo Cielo, Laboratori Permanenti, Officine Caos.
Amalia Franco è un’artista indipendente la cui ricerca verte sulle contaminazioni tra danza, marionette ibride e maschere espressive che realizza lei stessa. Consegue il diploma d’attore e aiuto regista all’Accademia Internazionale di Teatro di Roma (2013). Coautrice di “Lembos” (2014), lavoro che fonde danza e figura, produzione Tessuto Corporeo (vincitore premio Confine Corpo, Festival Voci dell’Anima 2015, e premio della critica del Fringe Festival di Andria 2015). Performer per il Teatro del Lavoro nella realizzazione e relazione tra danza e marionette a filo. Manipolatrice e danzatrice per la compagnia internazionale La barca dei matti, diretta da Natacha Belova, Ifoperator Production. Autrice e performer in “Trittico. Cantillazioni”, ricerca sugli innesti tra particolari forme musicali classiche indiane, marionette ibride e danza (in collaborazione con Anna Moscatelli e Renata Frana), e in “Trittico. Lasciare andare con grazia”, opera per corpi danzanti e corpi inanimati ispirata alla Medusa, figura della mitologia greca.
Sono dieci gli spettacoli previsti dal cartellone della rassegna organizzata dal TeatroPAT e mostrano uno spaccato vivo della drammaturgia contemporanea italiana, attraverso diversi linguaggi, che indagano il rapporto tra l’uomo-attore e la verità dello spazio scenico. Per info e prenotazioni degli spettacoli inseriti nella rassegna del TeatroPAT a Matera è possibile rivolgersi ai numeri 3280046536 – 3475567268 o via mail a info@teatropat.com