E’ stata inaugurata a Roma la mostra: “Carlo Levi e l’Arte della politica. Disegni e opere pittoriche”, nata su iniziativa del Centro Carlo Levi di Matera e in associazione con la Fondazione Carlo Levi.
L’esposizione, che presenta 58 disegni politici e 46 opere pittoriche, è a cura di Lorenzo Rota, Mauro Vincenzo Fontana (Centro Carlo Levi) e di Daniela Fonti, Antonella Lavorgna (Fondazione Carlo Levi), in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Polo Museale della Basilicata – Museo di Palazzo Lanfranchi.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi
museali di Zètema Progetto Cultura, ed è ospitata presso i Musei di Villa Torlonia – Casino dei Principi, ove resterà aperta dal 29 novembre 2019 – 22 marzo 2020.
La Mostra costituisce un arricchimento di quella tenutasi, con grande partecipazione, e gradimento dei visitatori, a Matera, presso il Centro Levi – Palazzo Lanfranchi, dal 28 agosto al 31 ottobre scorsi, ed affianca ai 58 disegni politici che raccontano in forma artistica
sintetica ed ironica la stagione politica di formazione dell’Italia Repubblicana (1947-48), un nucleo di 46 opere pittoriche dell’artista
riferibili al periodo cronologico 1932-1973.
Opere che integrano lo scorrere delle vicende storiche toccate dal giornale e dalle vignette, segnalando di volta in volta affinità
stilistiche, riprese tematiche, ma assai più spesso l’assoluta originalità e autonomia del Levi illustratore satirico rispetto
all’artista o all’autore di Cristo si è fermato a Eboli o del romanzo L’orologio.
Fra gli oli presenti in mostra, molti ritratti dei protagonisti dell’ambiente politico di quegli anni, quadri legati agli anni della
guerra e nature morte, fino alla ripresa, in chiave di “realismo sociale” delle tematiche meridionaliste tanto care all’autore.
Un ulteriore contributo alla ‘riscoperta’ della poliedrica personalità artistica ed intellettuale di Carlo Levi: un Levi ‘insolito’, che
impressiona ancora oggi per la sua originale capacità di coniugare ‘arte e politica’.