I lavori della terza Commissione consiliare (Attività produttive – Territorio – Ambiente), convocata dal presidente Quarto, hanno visto l’esame della delibera di Giunta concernente la “Legge regionale n. 9 del 29 maggio 2017, articolo 5 – Linee guida in materia di approvazione dei progetti degli impianti di trattamento delle acque reflue irbane, disciplina e regimi amministrativi degli scarichi di acque reflue domestiche e di acque reflue urbane”.
Le Linee guida regionali, per quanto concerne oggetto ed ambito di applicazione, nel rispetto delle disposizioni del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale), in attuazione di quanto previsto all’articolo 5 della legge regionale del 29 maggio 2017, n. 9 (Disciplina sulle modalità di approvazione dei progetti degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e sul rilascio dell’autorizzazione provvisoria agli scarichi degli impianti di depurazione delle acque reflue) disciplinano: a) le modalità di redazione ed approvazione dei progetti relativi agli impianti di trattamento delle acque reflue, le modalità di rilascio dell’autorizzazione provvisoria degli scarichi degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane, per le fasi di avvio e di esecuzione degli interventi di adeguamento, nonché le deroghe ai limiti e le prescrizioni ed i controlli per i periodi di avviamento, di arresto e per gli ulteriori periodi transitori necessari per il ritorno alle condizioni di regime; b) il dimensionamento e l’autorizzazione degli impianti di depurazione con potenzialità inferiore a 200 AE, dei sistemi di trattamento per gli scarichi di acque domestiche e assimilate non recapitanti in fognatura, degli scaricatori di piena e del sistema di trattamento acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia, degli impianti di fitodepurazione.
La sintesi puntuale dei lavori è giunta dal presidente Quarto che ha sottolineato come “nella Commissione si è deciso di approfondire l’argomento in questione, mandando il documento alle associazioni competenti in materia ed interessate per ricevere ulteriori approfondimenti al fine di mettere in campo una procedura legislativa che consenta di semplificare e sburocratizzare gli atti amministrativi, mantenendo vigile il valore del monitoraggio e successiva verifica ambientale”.
Nel corso della discussione il consigliere Giorgettiha chiesto “di rinviare il parere dopo aver audito l’estensore dell’atto, per poi valutarne eventuali modifiche”.Concordando con la proposta di Giorgetti, il consigliere Acito ha aggiunto che “è necessario entrare nel dettaglio del provvedimento, anche in virtù del fatto che molto spesso ci si trova a dover decidere su atti che sono di forte impatto sulla reale consistenza dei servizi con il rischio di ingessarne il regolare funzionamento. E’ una questione – ha detto – di metodo e di merito che richiede il coinvolgimento di organismi predisposti a tarare i contorni precisi della situazione con una puntuale azione di monitoraggio, quali Arpab ed Egrib, così come è auspicabile avere uno screening sugli impianti di depurazione esistenti finalizzato ad un panorama generale chiaro ed esaustivo”. Il consigliere Braia ha insistito sulla “giusta azione di intervento sul campo per approfondire l’intera tematica e poter esprimere il parere con consapevolezza,riuscendo a capire esattamentequanto di questo articolato è modificabilecon il coinvolgendo, anche, di Anci e Ordine degli Ingegneri”.
Presenti ai lavori della terza Commissione, oltre al presidente Quarto (Basilicata positicva), i consiglieri Giorgetti (Movimento cinque stelle), Bellettieri e Acito (Forza Italia), Baldassarre (Idea), Braia (Italia viva), Aliandro (Lega).