“Valorizzare le potenzialità della farmacia dei servizi, quale vero e proprio avamposto di prima assistenza sanitaria, in grado di garantire ai cittadini, soprattutto se residenti nelle zone più disagiate della nostre regioni, una serie di servizi sanitari provenienti direttamente dal territorio in tema di accesso alle prestazioni del servizi sanitario, di programmi di prevenzione e di educazione sanitaria, di monitoraggio dell’aderenza alla terapia farmacologica, di erogazione di prestazioni analitiche di prima istanza, di assistenza domiciliare quale strumento ottimale di gestione della cronicità, di distribuzione per conto delle strutture sanitarie di farmaci altrimenti erogati a distribuzione diretta”.
E’ questo l’obiettivo della mozione presentata, nel corso di una conferenza stampa, dai capigruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Vizziello e di Idea Vincenzo Baldassarre con la quale si impegna la Giunta regionale a promuovere la fornitura di detti servizi da parte delle farmacie ricadenti sul territorio regionale, garantendo alle stesse parte delle risorse finanziarie necessarie ad effettuare gli investimenti, tanto materiali, quanto in risorse umane, funzionali al nuovo modello della “Farmacia dei Servizi” introdotto dalla legge 69/2009 , utilizzando, a tal fine, anche le risorse rinvenienti dalla Strategia per le Aree Interne.
Il mutato scenario epidemiologico caratterizzato dalla prevalenza del fenomeno della cronicità che interessa oggi quasi 24 milioni di italiani(i il 40% della popolazione residente) e che è destinato a crescere, interessando, nel 2030, più di 25 milioni di italiani, richiede la predisposizione di modelli gestionali in grado di garantire al contempo la sostenibilità dei sistemi sanitari e un livello di cure qualitativamente e quantitativamente commisurato alle esigenze di salute di pazienti che richiedono interventi diagnostici e terapeutici efficaci e complessi.
“L’universo della cronicità – ha detto Baldassarre – assorbe oggi in Italia quasi il 60 per cento delle risorse destinate al sistema sanitario nazionale ed è destinato ad assorbirne sempre più (l’Istat stima che nel 2025 sarà di 70 miliardi di euro annui il fabbisogno sanitario italiano destinato alle malattie croniche) in virtù dell’inversione della piramide demografica, effetto del progressivo invecchiamento della popolazione, dell’aumento della sopravvivenza dovuto al miglioramento delle condizioni sanitarie e a contesti caratterizzati da marcata denatalità. La sfida della cronicità è quindi una ‘sfida di sistema’ che può essere vinta solo attraverso l’adozione di nuovi modelli organizzativi in grado di valorizzare l’assistenza distrettuale attraverso il potenziamento delle cure primarie, la stretta integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali, l’incremento dell’assistenza domiciliare quale risposta ottimale ai bisogni di salute dei malati cronici e la costante collaborazione tra le diverse professionalità ( farmacisti di comunità, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri e fisioterapisti) che, nel rispetto delle rispettive competenze, intervengono nel percorso di cura del paziente”.
“Tali mutamenti epidemiologici e nuovi bisogni di salute – ha aggiunto Vizziello – sono particolarmente rilevanti in Basilicata, regione nella quale si registra la più elevata percentuale d’Italia di cittadini residenti affetti da almeno due malattie croniche (cosiddetta multicronicità), vale a dire il l 25,7 per cento dei residenti, ben cinque punti percentuali in più della media nazionale, con i lucani che risultano essere in vetta alla classifica delle regioni d’Italia anche per quanto riguarda l’incidenza dell’ipertensione ( ne soffrono il 20,8 per cento dei residenti contro una media nazionale del 17,8 per cento),della bronchite cronica e dell’asma bronchiale (ne sono affetti il 7,7 per cento dei lucani contro una media nazionale del 5,9 per cento) e dell’ulcera gastrica e duodenale (che in Basilicata fa registrare una incidenza del 4,5 per cento a fronte di una media del Paese del 2,4 per cento), oltre che ai primi posti in Italia per incidenza di diabete e osteoporosi”.
“In tale contesto – hanno precisato i consiglieri – la farmacia dei servizi si configura come vero e proprio avamposto di prima assistenza nelle aree cosiddette disagiate e cioè territorialmente marginali rispetto ai centri di erogazione dei servizi sanitari, contribuendo di fatto ad incrementare la fruibilità dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). La capillare diffusione delle farmacie sull’intero territorio regionale rende le stesse, potenzialmente, lo strumento attraverso cui procedere ad una svolta reale nella riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali, potenziando la medicina del territorio e assicurando la continuità assistenziale ospedale-territorio, oltre all’ ottimale integrazione dei servizi sanitari e sociali. La normativa sulla Farmacia dei servizi varata nel 2009, va esattamente nella direzione di un rafforzamento della dimensione territoriale dell’assistenza sanitaria funzionale tanto alla riduzione dei costi dei ricoveri ospedalieri quanto a consentire ai cittadini di curarsi a casa, soluzione questa che rappresenta la risposta più efficace ai bisogni assistenziali dei malati cronici. Essa prevede che la farmacia non si limiti ad essere mero centro di dispensazione dei farmaci, ma anche il luogo in grado di erogare ulteriori prestazioni quali la prenotazione di visite specialistiche ed esami, con pagamento del ticket e il ritiro del referto in farmacia, l’effettuazione di screening di prima istanza per la prevenzione di patologie dal forte impatto sociale, il monitoraggio dei pazienti cronici, l’assistenza domiciliare, la telemedicina”.
Per il presidente della quarta commissione, Massimo Zullino, “tale iniziativa rappresenta l’inizio della politica del fare e del buon governo con la possibilità di consentire ai cittadini, troppo spesso svantaggiati dalla distanza dai servizi essenziali, di poter usufruire a chilometro zero di assistenza sanitaria. Dare voce ai territori e garantire diritti a tutti soprattutto nel campo della sanità, sarà una priorità del nuovo Piano sanitario regionale. Come presidente della quarta commissione sarò al fianco dei consiglieri Vizziello e Baldassarre che da medici sapranno dare a questo importante provvedimento un contributo fondamentale”.
Il presidente della Federfarma, Franco Caiazza, si è detto assolutamente favorevole ad intraprendere anche nella nostra regione questa iniziativa. “In ogni centro lucano, anche quello più interno –ha detto – c’è un presidio farmaceutico che potrebbe venire incontro, con l’istituzione di questi servizi aggiuntivi, alle esigenze di tanti cittadini, soprattutto quelli anziani, che hanno sempre più difficolta a raggiungere, per motivi di salute, i centri di erogazione dei servizi sanitari”.
La normativa – si legge nella mozione – prevede che le farmacie dei servizi possono effettuare: la prenotazione di visite ed esami specialistici presso le strutture pubbliche e private convenzionate, prevedendo la possibilità di pagamento delle relative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino e di ritiro del referto in farmacia; la messa a disposizione degli utenti di operatori socio sanitari, di infermieri e di fisioterapisti per la effettuazione, a domicilio, di specifiche prestazioni professionali richieste dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta; la dispensazione e la consegna domiciliare, per conto delle strutture sanitarie, di farmaci e di dispositivi medici a distribuzione diretta, nonché la preparazione e dispensazione a domicilio di miscele per la nutrizione artificiale e di medicinali antidolorifici; l’effettuazione di prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo quali ad esempio il controllo della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi, la misurazione in tempo reale di emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito e dei componenti delle urine, test per la misurazione della capacità polmonare(spirometria) e della saturazione percentuale dell’ossigeno, l’utilizzazione da parte delle farmacie di dispositivi per il monitoraggio della pressione arteriosa h 24(holter), dell’attività cardiaca e di elettrocardiogrammi con modalità di tele cardiologia da effettuarsi in collegamento con centri di cardiologia accreditati dalla Regione. Ancora prevista la collaborazione delle farmacie alle iniziative finalizzate a garantire il corretto utilizzo dei medicinali prescritti e il relativo monitoraggio, onde favorire l’aderenza dei malati alle terapie mediche, anche attraverso la partecipazione a specifici programmi di farmacovigilanza e la partecipazione delle farmacie alla realizzazione di programmi di educazione sanitaria e di campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale/ad esempio campagne di screening per il tumore del colon retto attraverso la raccolta di campioni per l’esame del sangue occulto nelle feci.
La Legge di Stabilità 2018 ha previsto l’avvio della sperimentazione per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali previste dall’articolo 1 del DLgs. n. 153 del 2009, erogate dalle farmacie con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, nei limiti degli importi di spesa di 6 milioni di euro per l’anno 2018, di 12 milioni di euro per l’anno 2019 e di 18 milioni di euro per l’anno 2020. La sperimentazione è condotta in nove regioni, di cui tre per l’anno 2018 (Piemonte, Lazio e Puglia), ulteriori tre per l’anno 2019 (Lombardia Emilia Romagna e Sicilia) e ulteriori tre per l’anno 2020 (Veneto, Umbria e Campania) tenendo conto dell’esigenza di garantire la rappresentatività delle aree geografiche del nord, del centro e del sud del territorio nazionale.
I capigruppo Vizziello e Baldassarre con tale mozione intendono promuovere anche nella Basilicata tale opportunità e per il 13 dicembre prossimo hanno organizzato a Matera un incontro con tutti i farmacisti della Regione.