Una linea orizzontale proiettata sui tremori dello schermo. All’improvviso, per caso, la linea si moltiplica drasticamente come per scaricare la sua energia immanente. Allo stesso modo, quando l’artista giapponese Hiroaki Umeda trema sul palco, l’energia nascosta trattenuta nel suo corpo viene trasmessa dal bacino alla colonna vertebrale, alle braccia e, infine, allo schermo digitale situato nella parte posteriore, in cui l’energia viene visualizzata attraverso linee curve che ricordano una corona solare. Quando cascate e fiumi vengono osservati da lontano, sembrano mantenere forme statiche; tuttavia, se si esegue lo zoom sugli stessi oggetti a livello microscopico, si nota che essi sono costituiti da movimenti incessanti come gonfiori, onde, vortici e correnti incrociate. Sulla base di questo concetto creativo, Umeda reinterpreta le particelle nello spazio non come molecole statiche ma piuttosto come “particelle attive (o punti di massa)”; e, visualizza, nello spazio, la “forza intenzionale” che le particelle nascondono.
L’unione dei linguaggi della danza e dell’arte digitale è alla base della performance “Intensional Particle”, ideata e messa in scena dall’artista nipponico Hiroaki Umeda, che andrà in scena, nell’ambito dell’Open Culture Festival di Matera 2019, l’8 e il 9 dicembre alle 19:00 e alle 21:00 presso il Cinema Comunale Guerrieri (Ingresso con Passaporto per Matera 2019 e prenotazione su MateraEvents o in Infopoint).
Sul palco, le forze corporee, fotiche e sonar convergono a velocità esponenziale e, ad un certo punto, raggiunge il punto critico dell’energia. Le forme transitorie di particelle digitali che evocano immagini di dissoluzione di solidi, sublimazione di liquidi e algoritmi di trasferimento di calore, si sincronizzano e si sintetizzano con i movimenti di Umeda, producendo un intero universo che danza come un organismo vivente. Il pubblico vivrà una realtà digitale satura di “stabilità instabile”: le linee di flusso impetuose svaniscono dopo un minuto e la cascata luminosa si vaporizza dopo un secondo. Come per incarnare l’estetica effimera alla base della performance, sul palco le forze invisibili vengono alla ribalta e l’universo visivo sprofonda alla vista. Tuttavia, il residuo di calore ancora bollente dopo l’esperienza del sovraccarico informativo rimarrà a lungo nei corpi del pubblico.
Hiroaki Umeda è un coreografo e un artista multidisciplinare riconosciuto come una delle figure di spicco della scena artistica giapponese d’avanguardia. Sin dal lancio della sua compagnia S20, le sue performance di danza sottili ma violente hanno girato il mondo ottenendo il plauso del pubblico e della critica. Il suo lavoro è riconosciuto per la metodologia artistica altamente olistica con un forte background digitale, che considera non solo elementi fisici come la danza, ma anche componenti ottici, sonori, sensoriali e, soprattutto, spaziotemporali come parte della coreografia. A partire dal suo profondo interesse per la coreografia di tempo e spazio, Umeda ha diffuso il suo talento non solo come coreografo e ballerino, ma anche come compositore, lighting designer, scenografo e artista visivo.
Nelle stesse giornate, sullo schermo istallato in Piazza Vittorio Veneto, verranno trasmesse (negli orari 18.30 – 18.40, 20.30- 20.40, 21.45 – 21.55), le animazioni audiovideo dell’artista Ryoichi Kurokawa, che presentano all’osservatore motivi visuali e sonori apparentemente casuali e caotici, rivelando ad uno sguardo più attento abbinamenti di elaborati modelli astratti, sviluppati a partire dalla riflessione dell’artista sui temi della sensazione e della percezione. Le animazioni fanno parte del progetto “ground.alt”, frutto di una collaborazione tra Kurokawa e il regista e cameraman belga Daniel Demoustier. L’opera vuole proporre un nuovo approccio alle immagini di guerra e di disastri naturali, focalizzandosi sul paesaggio, abbandonato dall’uomo a causa degli sconvolgimenti occorsi.