Saranno i sottosegretari Salvatore Margiotta (Infrastrutture e Trasporti) e Mirella Liuzzi (Sviluppo Economico), insieme ai dirigenti di RFI e Trenitalia, a inaugurare a Ferrandina domenica 15 dicembre alle ore 11 la mostra “Presenze delle Ferrovie dello Stato in Basilicata”. Sono attesi i parlamentari della presente e della passata legislatura, autorità religiose, il prefetto di Matera, politici regionali e provinciali, sindaci, amministratori, sindacalisti, esponenti della Fondazione Matera 2019, del comitato Zes, del mondo delle imprese e dell’artigianato e delle associazioni culturali e turistiche.
Sarà l’occasione per illustrare, da parte di RFI, i programmi relativi agli interventi ferroviari e in particolare alla costruzione della Ferrandina-Matera, dando vita a una conferenza stampa.
Sono più di 50 le cartoline postali e foto d’epoca delle stazioni ferroviarie lucane in mostra, che vanno dalla seconda metà dell’Ottocento fino ad alcuni scatti più recenti dei giorni nostri. Si tratta di una raccolta esclusiva e significativa che testimonia quanta importanza abbia avuto il treno per lo sviluppo della nostra regione. Nel contempo è una mostra che fa riflettere sulla storia ferroviaria della Basilicata e sull’immobilismo degli ultimi 50 anni. Ecco perché la Potenza-Bari (via Ferrandina-Matera-Gioia del Colle) diventa una tratta FS irrinunciabile. Tali immagini fanno parte della mostra dal forte carattere storico, culturale e sociale allestita nella sala d’attesa della stazione di Ferrandina – scalo Matera. Sede presso la quale l’esposizione resterà in pianta stabile, ma con una “versione itinerante” che toccherà, oltre alla Basilicata, anche la Campania e la Puglia.
La manifestazione è organizzata dall’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” (con Rete Ferroviaria Italiana del Gruppo Ferrovie dello Stato come partner) e vuole essere l’omaggio del sodalizio materano alla Capitale europea della cultura 2019 e all’insostituibile ruolo delle Ferrovie statali. L’idea della mostra, la raccolta del vasto materiale fotografico (che riguarda stazioni del Potentino e del Materano) e il progetto grafico sono di Nicola Pavese, la raccolta dei testi è stata curata da Giovanni Caserta e Nicola Pavese, con una testimonianza dell’antropologo Angelo Lucano Larotonda, contributi di Lorenzo Rota e Marco Grieco e la collaborazione di Giuseppe Vinciguerra.
Le fotografie, affiancate da diverse descrizioni del mondo ferroviario attraverso l’immaginario, i ricordi e i racconti di poeti, artisti e intellettuali (da Carducci a Cardarelli, da Sinisgalli a Pierro, da Scotellaro alla Merini, da Trufelli a Parrella, oltre ai vari Pirandello, Levi, Ortese fino agli autori lucani contemporanei) proietteranno i viaggiatori e la gente in attesa del treno alla rivisitazione delle epoche passate. Si tratta, quindi, di una nuova occasione culturale che si realizza nello scalo basentano dopo diversi dibattiti, concerti, mostre e recital di poesie. Scalo ferroviario che con l’impegno dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” diventa sempre più accogliente e si sta distinguendo come insolito luogo di aggregazione, promozione culturale e valorizzazione turistica dell’intero territorio regionale.
SIN DALL’800 IL TRENO SIMBOLO DI MODERNITÀ E DI PROGRESSO
Nella seconda metà dell’800, le Ferrovie dello Stato arrivarono in Basilicata portando un primo segnale di modernità e di progresso in una terra dimenticata e quasi irraggiungibile con altri mezzi. Un evento epocale e straordinario che determinò un notevole fermento nelle popolazioni e ancor più nel mondo commerciale artigianale e imprenditoriale dell’epoca. Alla stessa maniera di quanto si registrò soprattutto nel resto del Paese, lì dove si costruirono ferrovie e stazioni. Era quello un periodo di grandi cambiamenti nella società italiana alle prese con rivoluzioni industriali e tecnologiche che, tuttavia, riguardarono soprattutto il Nord dell’Italia, così come gli Stati europei più evoluti. Ma è indiscutibile che con l’arrivo del treno, sia pure in alcune aeree della “piccola” Basilicata, la vita sociale non rimase più circoscritta all’ambito locale.
Attraversando luoghi spesso impervi e comunque di straordinaria bellezza paesaggistica (dalle aspre gole del Melandro-Marmo-Platano ai folti boschi del medio Basento fino al mare di Metaponto) l’arrivo delle sbuffanti locomotive a vapore fu una conquista di civiltà. Nelle stazioni lucane, imbandierate a festa tra comprensibili entusiasmi e gente ancora incredula per le prospettive di sviluppo che si aprivano, in una regione che collegata finalmente al resto d’Italia considerava lo Stato lontano e spesso ostile. Tanta gente soprattutto tra la borghesia iniziò a viaggiare spesso verso Napoli, Salerno, Foggia e Taranto. E proprio dalle stazioni lucane, tra fine Ottocento e nel corso del Novecento, varie generazioni partirono in direzione del porto di Napoli per emigrare nelle Americhe e successivamente con il treno, verso il Nord dell’Italia e dell’Europa. Tanti giovani, invece, partirono per andare a combattere in guerra o per andare a studiare fuori regione.
Le stazioni di queste cartoline d’epoca che resteranno esposte in permanenza a Ferrandina raccontano, dunque, la Basilicata di un tempo che ormai non esiste più e per questo hanno un valore storico, culturale e documentario enorme. In questi ultimi 150 anni sui binari soprattutto della tratta Taranto-Potenza-Napoli è passata comunque l’evoluzione della nostra gente insieme alle locomotive traballanti ma piene di fascino, alle littorine e ai locomotori a trazione diesel e (negli Anni ’80 del secolo scorso) ai treni a trazione elettrica. Sono tanti, ancora, i Lucani che ricordano i viaggi con i treni di una volta: “Accellerati”, “Diretti”, “Direttissimi”, “Rapidi”, fino al “Pendolino” e all’ “Eurostar Italia”, sostituiti in questi ultimi anni dal “Frecciarossa 1000”.
Tuttavia, nonostante il “Supertreno” per Milano, la Basilicata a causa di scarsi investimenti nel trasporto ferroviario è ancora difficile da raggiungere e viene penalizzata (a partire da Matera) nel turismo e nelle attività imprenditoriali ed economiche.
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UNA NUOVA TRATTA PER LO SVILUPPO DELLA REGIONE E DEL SUD
Non è più rinviabile l’ammodernamento della ferrovia Salerno-Potenza-Metaponto, attivata negli ultimi decenni dell’Ottocento, dove anche senza realizzare il sogno dell’AV è ormai indispensabile intervenire in particolare sulle pendenze e sui raggi di curvatura per ridisegnare il tracciato e velocizzare il viaggio in treno. Un ammodernamento da tempo atteso e per il quale bisogna investire se si vuole parlare di coesione sociale, puntando alla crescita e al futuro della Basilicata. Per le note e gravi criticità e ritardi sono infatti negative le ripercussioni che pesano sulle nostre comunità e sulle attività d’impresa legate all’agricoltura, al turismo, all’artigianato e più in generale all’economia. Necessitano quindi significativi investimenti della Regione Basilicata da destinare alla mobilità e alla riqualificazione delle nostre ferrovie se si vuole parlare di modernità e rilanciare la competitività del nostro sistema produttivo che crea esportazioni, lavoro e sviluppo.
L’auspicato segmento ferroviario Matera-Gioia del Colle (quale prosecuzione della Ferrandina-Matera in costruzione) non è secondario perché realizzerebbe l’importante collegamento interregionale Salerno-Bari. Unendo con il treno Matera a Potenza si creerebbe una occasione irripetibile per intercettare i flussi turisti della Campania e della Puglia, si valorizzerebbero la natura e le incantevoli aree interne della regione e si rilancerebbero anche le zone industriale rendendo attive le varie Zes. E la ferrovia può essere determinante per arginare lo spopolamento dei paesi e la piaga incalzante della disoccupazione e dell’emigrazione. Si supererebbe inoltre una certa arretratezza che (nonostante tutto) ancora contraddistingue la nostra regione sul piano infrastrutturale.
PREMIAZIONI
In occasione dell’inaugurazione della mostra “Presenze delle Ferrovie dello Stato in Basilicata”, l’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” premierà Rete Ferroviaria Italiana di Bari <<per il notevole apporto professionale assicurato al progetto per il completamento della Ferrandina-Matera, simbolo della rinascita socio-economica del Materano e della Basilicata”. Inoltre saranno premiati 3 ex capistazione dello scalo di Ferrandina, Salvatore Tristano, Vincenzo Romanelli e Nunzio Chietera (alla memoria) <<per la grande passione e dedizione mostrate durante il servizio e per la cortesia e accoglienza ai viaggiatori”.