Angelo Summa, Segretario generale Cgil Basilicata: “Sanità lucana sempre più luogo di scambi e favori. Il presidente Bardi intervenga sul San Carlo, si assicuri il pieno rispetto delle norme, della trasparenza e della legalità”. Di seguito la nota integrale.
Che la sanità lucana sia il tema dei temi e che ieri come oggi risulti luogo di scambi e intrecci, più che di diritto e di cura, trova purtroppo ogni giorno conferma nelle vicende di illegalità diffusa che la attraversano. Anche le ultime cronache giudiziarie dimostrano che la sanità lucana è diventata sempre più luogo di scambi e di favori. In continuità con il recente passato, si continua ad operare in spregio a tutte le norme che sovraintendono la gestione pubblica.
Nei giorni scorsi la Cassazione, nel rigettare il ricorso avverso il sequestro preventivo sui beni dell’ex commissario dell’azienda ospedaliere regionale San Carlo, Rocco Maglietta, ha sostanzialmente sancito ciò che la Cgil Basilicata aveva all’epoca denunciato nel suo esposto in ordine alla mancanza dei presupposti sul commissariamento dell’azienda ospedaliera.
Un vero e proprio escamotage finalizzato a superare il divieto di attribuire incarichi dirigenziali a soggetti collocati in quiescenza al solo fine di confermare alla guida del San Carlo Rocco Maglietta: così lo definimmo e così viene confermato dalla magistratura.
Come testualmente riportato nelle motivazioni della sentenza “…….In ordine al concetto di “vacanza” è bene chiarire sin d’ora che, in base ai principi generali del diritto pubblico, il ricorso alla nomina di un commissario straordinario presuppone, in ragione della natura stessa dell’istituto, una situazione di grave disfunzione di carattere eccezionale non rimediabile attraverso il ricorso agli ordinari strumenti della sostituzione o reggenza. …………. Le ragioni che determinano la nomina di un commissario straordinario trovano fondamento nella necessità di «porre riparo al difetto di attività degli organi ordinari»……
È quindi chiaro che il caso di scadenza naturale dell’incarico – si legge ancora nella sentenza – dato il carattere prevedibile e ordinario della fattispecie, non può essere ricondotto a quella condizione di natura eccezionale e straordinaria che consente il ricorso alla nomina di un commissario straordinario……Nella sostanza è accaduto che l’organo di governo della Regione Basilicata ha consentito a Rocco Maglietta di continuare a svolgere, di fatto, con la veste formale di commissario straordinario, le funzioni di direttore generale dell’ospedale di Potenza dietro corresponsione di un compenso nonostante la sussistenza di plurime condizioni ostative ex lege”.
Se sulla nomina del Commissario finalmente si è fatta chiarezza, altrettanta chiarezza ancora non si è fatta, oltre che sulla nomina dell’attuale direttore generale del San Carlo, su molti degli atti da questi adottati.
Il direttore generale non è nuovo a scelte “fantasiose” e di dubbia legittimità. A cominciare dalla nomina di un direttore amministrativo fatta attingendo – come già da noi denunciato – da un elenco della regione Calabria non più valido in quanto antecedente al decreto legislativo 171/2016, per finire alla scelta del direttore dell’UOC Chirurgia generale e d’urgenza e, per quanto emerge dalle recenti cronache giudiziarie, anche alle nomine nella neonatologia.
Un sistema malato, che si conferma basato su una illegalità diffusa, su carriere teleguidate e su una gestione che sta trasformando l’azienda ospedaliera San Carlo in una “caserma” nella quale l’approssimazione viene dissimulata con il perseguimento di una “legalità” sino ad oggi solo declamata.
Come si può pensare di rendere attrattivo il San Carlo minando il benessere organizzativo dei suoi operatori, aggredendo verbalmente il proprio personale e instaurando un clima di polizia lesivo della dignità di tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’azienda?
Di fronte a fatti gravissimi ed evidenti che si stanno consumando all’interno dell’azienda San Carlo, che rischiano di travolgere l’intero sistema sanitario regionale, il presidente della Regione Bardi ha il dovere di intervenire e assumere le determinazioni conseguenti atte ad assicurare il pieno rispetto delle norme, della trasparenza e della legalità e soprattutto assicurare il diritto alla salute ai lucani. Occorre restituire alla sanità lucana credibilità e fiducia e questo sarà possibile solo se si assicura trasparenza e competenza nelle scelte del management. Servirebbe un codice etico per chi ha responsabilità gestionale, sia amministrative che del personale.