Sabato 14 e 15 dicembre 2019 Spinoso è capitale per un giorno con l’evento “Il Confine dell’acqua: Parole, visioni, scenari sull’Agri sbarrato”.
Chiunque arrivi a Spinoso deve imbattersi per forza con l’opera civile più importante degli anni ’60 nel Sud Italia: la Diga di Pietra del Pertusillo.
Tralasciando volutamente la bella immagine da cartolina che è il Lago di Pietra del Pertusillo, incastonato in Alta Val d’Agri; nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, abbiamo voluto concentrare la nostra visione e riflessione culturale sull’ opera umana che lo ha generato.
Ma cosa è una diga?
Le dighe hanno sempre rappresentato una icona di progresso potente. Una grandiosa e titanica opera ingegneristica che sbarra un fiume che trasuda ingegno, staticità assoluta, bellezza formale.
Si resta sempre impressionati alla sola vista e se ne ha una sorta di reale rappresentazione della presunta supremazia della tecnica umana sulla natura.
Una icona potente di progresso: ma è un progresso che si istalla sempre in un’area interna; il progresso che scende dai monti; dalle zone più lontane ed isolate; ma che porta i suoi effetti a valle.
Ma parlando di una diga si deve parlare della storia degli uomini che l’hanno voluta; che l’hanno progettata, che l’hanno costruita; ma anche di quelli che l’hanno subita e di tutte le controversie mai risolte di impatto sociale ed ambientale con la sommersione di ampie porzioni di un territorio che hanno creato una deprivazione per le popolazioni locali senza nulla in cambio.
Parlando di una diga si deve parlare di distribuzione della risorsa idrica sia per l’irrigazione che per l’uso potabile; ridando significato al gesto, oggi banale, di aprire un rubinetto domestico ed avere acqua potabile a centinaia di chilometri di distanza.
Parlando di una diga si deve parlare di energia, di quella rinnovabile; l’idroelettrica e di tutte le implicazioni di energia strategica e non sempre eco compatibile.
Parlare di una diga è parlare di un sacrificio a monte di pochi, per un beneficio a valle di molti: è una storia vera di un tentativo di bene comune.
È cultura industriale, cultura sociale, cultura energetica, cultura agricola, cultura ambientale, cultura politica.
Una storia che non ha avuto nel corso dei cinquanta anni di vita della diga di Pietra del Pertusillo pochi momenti di approfondimento e che pensiamo meriti di essere finalmente messa pienamente in luce.
Questo è il nostro apporto culturale principale nel programma di “Spinoso Capitale per un giorno”.
Svilupperemo questo tema con istallazioni artistiche legate al fiume sbarrato; con un convegno dove interverranno tutti gli attori che si sono occupati e che si occupano della risorsa idrica della Diga del Pertusillo. Presenteremo il Centro Studi sull’ acqua “Pietra del Pertusillo” che a breve inaugureremo come centro didattico e scientifico sull’ acqua in tutte le possibili declinazioni, visioni e scenari futuri.
Ed una delle visioni possibili, che presenteremo, è anche quella cinematografica avendo recuperato miracolosamente un film in 35mm dal titolo “L’ ultimo acquaiolo” girato nel 1962 durante i lavori di costruzione della Diga di Pietra del Pertusillo, diretto da Dore Modesti e prodotto dalla Unieuropa Film.
Il doc film si innesta in quella produzione di materiale audiovisivo prodotto per le imprese in pieno boom economico che oltre alla valenza storica costituisce una visione di fascino assoluto su un passato industriale, economico e sociale che porta a visioni complesse che meritano approfondimenti.
Ma insieme a questo, faremo scoprire le parti più belle e pittoresche del borgo di Spinoso in un itinerario storico-artistico sui luoghi dell’infanzia del grande pittore macchiaiolo Michele Tedesco con visite guidate alla Chiesa di San Rocco del Popolo dove è custodita la sua unica opera religiosa e nei luoghi di vita dell’Abate Antonio Racioppi vero gigante della cultura ottocentesca italiana e della Scuola Romantica Spinosese.
E poi un mercatino di Natale con prodotti artigianali e specialità culinarie nelle taverne del centro storico.