MES, senatore Arnaldo Lomuti: “Chi dice che l’abbiamo firmato o approvato dice il falso e chi mente di più sono Salvini e Meloni”. Di seguito la nota integrale.
1) Il Trattato che ha istituito il Meccanismo europeo di stabilità (il Mes, appunto) fù firmato il 2 febbraio 2012 da 17 Stati membri della zona euro (a cui si sono aggiunti poi Lituania e Lettonia), per poi diventare operativo l’8 ottobre 2012.
Questa firma fù possibile solo dopo una riforma dei trattati fondamentali dell’Unione europea, infatti, il Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 (Italia rappresentata dal Governo Berlusconi con Meloni e Salvini) giunse all’accordo di cambiare il Trattato sul funzionamento unico dell’Ue (il Tfue), e in particolare l’articolo 136, a cui fù aggiunto il seguente paragrafo: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme”.
2) La ratifica del MES da parte del Parlamento italiano, avviene, si, con il Governo Monti, ma la ratifica fù approvata dal Parlamento grazie ai voti del PDL Popolo delle libertà di Berlusconi, quando la futura leader di FdI (fratelli d’Italia) Giorgia Meloni ne era membro quale deputato alla Camera.
Quel giorno la Meloni era assente ma ciò non la esime da responsabilità in quanto quell’assenza fù più una mancanza di coraggio (la solita) e comunque non c’è traccia di dissenso contro i suoi.
3) L’11 dicembre c.a. il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto in Parlamento le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre; nel suo intervento, Conte ha parlato della riforma del Mes – difendendo l’operato del suo Governo dalla critica delle opposizioni, e non solo.
In quel Governo c’era anche la Lega di Matteo Salvini che all’epoca concordava sul fatto che il Mes non si poteva abolire (come invece afferma oggi) ma riformare, così come riportato nel contratto di Governo Lega- M5S.
Quindi, il MES è il risultato di accordi e di ratifiche del centro-destra; FI, FdI e LEGA.
Ma qual è la storia del Mes? Da quanti anni se ne parla?
– La crisi del 2010:
“Una crisi economica, colpiva l’Europa nel 2010, un’Europa che stava già soffrendo dell’agitazione finanziaria arrivata dagli Stati Uniti a causa della crisi dei mutui subprime del 2008-2009”; ed “I mercati iniziarono a dubitare di alcuni Paesi, chiedendo loro tassi di interesse più alti”, così spiega la sezione del sito ufficiale del Mes dedicata alla sua storia. Alla fine, nel 2010, l’impensabile iniziò ad accadere, alcuni Paesi iniziarono a perdere l’accesso ai mercati; avevano bisogno di un aiuto e la Grecia fu la prima a chiederlo, ricevendo, così prestiti bilaterali dagli altri Paesi dell’Eurozona.
Dunque, quasi dieci anni fa, quando il M5s non era ancora nelle istituzioni, si posano le basi di uno dei temi che sta agitando il dibattito politico italiano delle ultime settimane.
Così spiega un dossier del Senato dell’aprile 2012 sul disegno di legge per la ratifica del Trattato che, nello stesso anno, istituì il Mes: “I primi di maggio 2010, sull’onda dell’emergenza determinata dalla crisi del debito sovrano greco, l’Ecofin (il Consiglio europeo di Economia e finanza) deliberò la creazione di due strumenti temporanei di assistenza per gli Stati membri della zona euro in condizioni finanziarie critiche: il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (Efsm) e il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf)”.
I due “strumenti transitori di stabilizzazione finanziaria” in questione – così come li chiama il dossier del Senato, furono istituiti in una riunione dell’Ecofin del 9-10 maggio 2010 per
“preservare la stabilità finanziaria in Europa” (come da comunicato stampa dell’incontro avvenuto all’epoca a Bruxelles).
L’operatività di entrambi gli strumenti, era stata pensata per durare tre anni, con risorse complessive pari a un massimo di 500 miliardi di euro.
L’Efsm (Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria) era un fondo europeo con una capacità massima di prestito pari a 60 miliardi di euro, la cui struttura patrimoniale era garantita dal bilancio comunitario dell’Ue. Queste risorse non andavano utilizzate in modo indipendente, ma nell’ambito di un pacchetto di prestiti erogati insieme all’altro strumento transitorio, l’Efsf (Fondo europeo di stabilità finanziaria).
Quest’ultimo ha invece una struttura patrimoniale garantita dagli Stati dell’Eurozona e una capacità di prestito pari a 440 miliardi di euro.
Ambedue gli strumenti, erano nati come temporanei con lo scopo di aiutare Paesi come Irlanda, Portogallo e Grecia e sono stati sostituiti appunto dal Mes, pensato invece come strumento permanente (anche se l’Efsf continua a esistere come entità legale e condivide con il Mes sede e personale).
La nascita del Mes:
Come ricostruisce il dossier del Senato, l’idea di creare uno strumento che sostituisse quelli temporanei per gestire la crisi economica dell’Eurozona arriva nel Consiglio europeo del 28-29 ottobre 2010, con l’intenzione di introdurre un meccanismo permanente verso la metà del 2013 (conclusioni pubblicate dal Consiglio al termine dell’incontro) e nel luglio 2011, al termine di una fase di trattativa tra gli Stati aderenti, si giunge ad un accordo ( Dossier del Senato).
Un successivo accordo ha riguardato l’anticipazione di un anno dell’entrata in vigore del Mes, stabilendo l’inizio dell’operatività dal luglio 2012 (anziché 2013).
Il Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011, aveva stabilito di cambiare il Trattato sul funzionamento unico dell’Ue (il Tfue), e in particolare l’articolo 136, a cui era stato aggiunto il seguente paragrafo: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”.
Così spiega un dossier della Camera dei deputati del 29 novembre 2019, “qui sta l’originalità del Mes il quale, pur avendo la natura di organizzazione intergovernativa, trova comunque la sua base giuridica nel Tfue”.
I voti sul Mes:
In Italia, il disegno di legge intitolato “Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes)” è stato presentato in Senato il 3 aprile 2012, due mesi dopo la firma del Trattato.
Il voto favorevole di Palazzo Madama è arrivato poi il 12 luglio 2012, mentre l’approvazione definitiva è stata data dalla Camera una settimana dopo, il 19 luglio 2012. All’epoca era in carica il governo tecnico di Mario Monti.
A Montecitorio, come ha tenuto traccia Openpolis, il via libera alla ratifica è stato dato con 325 voti favorevoli, 53 contrari, 36 astenuti e 214 assenti. Tutti i 168 deputati del Partito democratico presenti votarono a favore, così come 83 parlamentari del Popolo della libertà, 30 dell’Unione di Centro e 14 di Futuro e libertà.
Il dibattito sulla riforma:
Le spinte degli ultimi anni per riformare l’Unione europea e alcuni suoi meccanismi hanno interessato, negli ultimi anni, anche il Mes, e questo è il motivo per cui se ne parla di nuovo ora, parecchio tempo dopo la sua istituzione.
Il 6 dicembre 2017, cinque anni dopo l’istituzione del Mes, la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento per trasformare il Mes in un Fondo monetario europeo (Fme).
Questa idea, spiega il dossier della Camera, rientrava nell’ambito di un pacchetto di misure volto a riformare l’Unione economica e monetaria, ma è stata poi accantonata; successivamente Il Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2018 ha deciso invece di dare il mandato all’Eurogruppo (un organo informale in cui si riuniscono i ministri degli Stati membri della zona euro) per trovare un accordo di riforma del Trattato sul Mes.
L’intesa è stata raggiunta circa sei mesi dopo, il 14 giugno 2019, il giorno dopo il quale il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno – e ministro delle Finanze del Portogallo – ha mandato una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, con i principali contenuti della riforma.
Una settimana dopo – il 21 giugno – si è incontrato anche il Vertice euro (che riunisce i capi di Stato o di governo dei Paesi della zona euro per fornire orientamenti strategici sulla politica economica della zona euro) che ha chiesto all’Eurogruppo di proseguire i lavori per trovare a dicembre 2019 un accordo definitivo e complessivo sulla riforma del Mes.
Dopo le critiche nate in Italia nelle ultime settimane, l’Eurogruppo ha deciso di rinviare questa scadenza a gennaio 2020.
In conclusione:
Il Mes è nato ufficialmente nel 2012, ma già a fine ottobre 2010 si erano mossi i primi passi in sede europea per creare un meccanismo stabile di sostegno ai Paesi in crisi, che sostituisse due strumenti temporanei avviati per affrontare le difficoltà finanziarie di inizio 2010.