In una regione come la nostra con oltre il 60% delle pensioni che ha un importo inferiore a 750 euro, una percentuale che per le donne raggiunge il 74,5%, con gli invalidi civili che percepiscono una pensione media di 495 euro al mese, i temi al centro della manifestazione nazionale di oggi a Roma – stato sociale e pensioni, riforma fiscale e legge sulla non autosufficienza – sono sempre più centrali. Lo affermano in una dichiarazione congiunta i segretari regionali della Uil Carmine Vaccaro e Uilp Vincenzo Tortorelli che hanno guidato a Roma la delegazione della Uil lucana al terzo appuntamento deciso da Cgil, Cisl, Uil. Il primo si è tenuto martedì 10, ed è stato dedicato ai temi del Mezzogiorno, dell’industria e servizi, dello sviluppo sostenibile, degli investimenti e delle circa 160 vertenze aperte; il secondo giovedì 12, con al centro i rinnovi contrattuali pubblici e privati, le nuove assunzioni e il superamento del precariato nella pubblica amministrazione, il sostegno all’istruzione e alla formazione.
L’unica misura messa in campo sinora dal Governo – denunciano i dirigenti della Uil Pensionati – è stata quella del taglio della rivalutazione. La tanto sbandierata pensione di cittadinanza invece finisce per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà. Nulla è previsto inoltre sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull’assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che necessiterebbero quindi di interventi e di risorse. In un Paese in cui il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati è eroso e la popolazione continua a invecchiare sono necessarie iniziative lungimiranti nelle politiche fiscali e socio-sanitarie. Invece tutti gli ultimi Governi hanno deciso di fare cassa mettendo le mani nelle tasche dei pensionati, indebolendo contemporaneamente il Sistema sanitario nazionale con la conseguente crescita della spesa per l’accesso a servizi privati e la rinuncia alle cure da parte di molti anziani.
Ma – aggiungono Vaccaro e Tortorelli – sarebbe una iattura mettere i giovani contro gli anziani. Dietro la parola d’ordine “staffetta e patto generazionale” che intendiamo perseguire ad ogni livello della società dando noi del sindacato, per primi, esempi in direzione anche del ricambio generazionale dei gruppi dirigenti, c’è proprio il nostro impegno a scongiurare questo grave rischio, nella consapevolezza che se non si cambia registro i giovani di oggi da pensionati domani vivranno in condizioni di autentica povertà. La “generazione mille euro” a fine carriera avrà ancora meno dei padri. Di qui prende le mosse quel patto generazionale che consenta di dare stabilità ai giovani e flessibilità in uscita agli anziani che vede da tempo impegnati Uil Pensionati e Uil. Si pensi che solo nella P.A. in Basilicata la “staffetta generazionale”, vale a dire un passaggio di testimone morbido fra un lavoratore over 60, prossimo al raggiungimento dell’età per la pensione, e un giovane inoccupato o disoccupato potrebbe produrre in un arco temporale limitato almeno 5-600 nuovi posti. Per questo – dicono Vaccaro e Tortorelli – non possiamo accontentarci del piano assunzioni annunciato dal Governatore Bardi che, certamente, sana una situazione di precarietà che perdura da anni, ma come nuovi posti di lavoro effettivi si riduce a poche decine di unità di giovani laureati”.