Gianfranco Apostolo, Presidente del Forum Associazioni Familiari di Basilicata: “Come la Famiglia così la Società”. Di seguito la nota integrale.
Si avvina il Natale ed è proprio in questo periodo che si sentono più forti i legami familiari: si ravvivano i rapporti, si riscopre la bellezza di vivere questi momenti nel calore di una famiglia.
La famiglia diventa il centro della vita lucana: ma la famiglia è anche al centro delle politiche regionali?
Siamo in attesa di interventi importanti e funzionali: Lo stesso Presidente Bardi aveva aderito lo scorso marzo al Manifesto proposto dal Forum Regionale della Famiglia di Basilicata a tutti i candidati governatori scegliendo tre priorità tra quelle da noi segnalate (Fisco amico della famiglia, della natalità, dell’infanzia e dell’adolescenza; armonizzazione tra i tempi del lavoro e quelli della famiglia; valorizzazione del ruolo della donna, degli anziani, dei disabili. “Programmazione” e “Valutazione di impatto familiare”);
In Basilicata da troppo tempo viviamo una condizione di discriminazione fiscale dove le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese. Dove una delle prime cause di povertà è la nascita di un bimbo.
Sia chiaro: le famiglie non chiedono elemosina. Le famiglie vogliono giustizia. Non vogliono aiuti, ma chiedono di essere messe nelle condizioni di vivere dignitosamente.
Investire sul presente delle famiglie per assicurare il futuro a questa Regione è la via d’uscita ai problemi demografici lucani ed una delle nostre proposte che in questi ultimi mesi si sta dibattendo è il Fattore Famiglia, strumento che si affianca all’ISEE e che riconosce il valore dei figli come bene sociale e non solo privato.
I giovani, pur desiderando fare famiglia, sono spesso costretti a rinunciare a causa di scelte politiche che penalizzano chi decide di mettere al mondo un figlio. Le famiglie, d’altra parte, pur non abdicando ai loro compiti fondamentali di cura, si trovano sempre più in difficoltà a causa di un sistema che non ne riconosce la funzione.
La Basilicata sta attraversando la crisi demografica forse più grave della sua storia.
Al calo delle nascite, infatti, si associa il fenomeno dell’emigrazione dei giovani e di interi nuclei familiari, costretti a cercare una vita dignitosa per sé e per i figli fuori dalla propria terra.
Interi paesi si stanno svuotando, soprattutto nelle aree interne.
Ne deriva un’emergenza non solo affettiva, ma anche sociale, non indifferente: tra pochi anni non ci saranno giovani da immettere nel mondo del lavoro, che potranno garantire quell’alleanza tra generazioni su cui si fonda il patto sociale. I nostri giovani lavoreranno e metteranno su casa in nazioni che ne riconoscono anche economicamente il valore sociale.
La famiglia lucana si vede messa sotto pressione da molteplici compiti familiari che devono convivere con fattori economici e sociali “stressanti”.
Le difficoltà riguardano il lavoro – o l’assenza del lavoro – e le conseguenze in entrambi i casi per la gestione quotidiana della famiglia. Nodi difficili anche il problema della casa, del reddito, della lontananza dei servizi.
Ciò che chiedono le famiglie lucane, o le coppie in procinto di sposarsi, riguarda soprattutto i servizi di accompagnamento nei loro compiti, in particolare in quelli educativi o che migliorino la qualità della vita in generale e diano la possibilità di avere tempo per la cura delle relazioni.
Vanno programmati interventi non per sostituire ma per sostenere e potenziare le funzioni proprie e l’autonomia della famiglia. Tra queste segnaliamo le politiche abitative per la famiglia, i servizi per la prima infanzia, maggior attenzione al lavoro di cura familiare, la conciliazione dei tempi del lavoro e della città con i tempi delle famiglie, il monitoraggio delle politiche familiari e il sostegno delle famiglie immigrate.
Comunque ci aspettiamo, in Basilicata, che la Regione colmi il divario paradossale, tipico italiano, tra le enunciazioni a favore della centralità della famiglia e l’adozione di provvedimenti concreti che costruiscano una vera politica della famiglia.
Dobbiamo allora essere coscienti che la famiglia, non è un malato da curare, ma la cura del malato. Occorre una nuova narrazione della famiglia: non più problema, ma risorsa. La startup delle startup. L’impresa che produce risparmio.
L’anno della famiglia deve essere il prossimo, perché il Paese torni a crescere e perché la Basilicata torni a vivere.
“Salvare la famiglia – scrive il grande scrittore cattolico Igino Giordani – è salvare la civiltà. Lo Stato è fatto di famiglie; se queste decadono, anche quello vacilla”.