L’associazione “Infrastrutture a Matera” in una nota traccia un’analisi su quanto accaduto a Matera nel 2019, l’anno vissuto da Capitale europea della cultura. Di seguito la nota integrale.
Innanzitutto non riesco a capire la gente che critica a vanvera cosa si aspettava, che in 4 anni ci saremmo trasformati in un territorio civile e sviluppato ai livelli di Oslo?
La crescita c’è stata e non poco, paragonata allo stallo a cui siamo abituati da decenni.
Certamente poteva farsi molto di più, ma se in 4 anni abbiamo avuto presenze turistiche che sono passate da 150.000 pernottamenti ad un milione, una 4 corsie moderna che ci collega in mezz’ora ad un Aeroporto internazionale ad un porto e all’autostrada adriatica, la ripresa dei lavori fermi da anni per ultimare la tratta della ferrovia dello Stato, l’apertura del campus universitario, l’apertura dell’accademia di restauro e della scuola di design, l’incremento delle navette aeroportuali, l’aumento dei bus extraurbani, visibilità straordinaria, manifestazioni culturali, mostre etc., di vario genere e di respiro internazionale, e tanto altro, per me il bicchiere è mezzo pieno.
Certo ripeto, si poteva fare molto di più, come ad esempio bloccare lo strapotere delle inutili Fal, anziché alimentarlo, si poteva fare un terminal bus efficiente invece di fare l’inutile parcheggio delle Fal a Serra Rifusa, si poteva già progettare il prosieguo della fs per Bari, si poteva fare la tangenziale cittadina, si poteva costruire un teatro all’avanguardia, si potevano aumentare i corsi universitari, si potevano iniziare i cantieri per realizzare a 4 corsie la Matera Ferrandina, etc.
Certo, ma in 4 anni, visti i precedenti disastrosi del nostro territorio, viste le pratiche clientelari diminuite in maniera irrisoria, vista l’avversità della “nostra” regione, qualcosa finalmente si è smossa e bisogna continuare anche dopo il 2019 a lottare per i propri diritti e per la crescita socio economica del nostro territorio, andando soprattutto contro le solite pratiche clientelari, cancro della nostra società e fucina di inefficienza e pressappochismo sociale ed amministrativo.
Il 2019 deve essere un punto di partenza e non di arrivo.
Del resto, ripeto, in 4 anni questa gente cosa si aspettava di entrare a far parte della Scandinavia?
Il cambiamento, vorrei anche sottolineare, dipende da tutti…
E se non ci sono buoni politici/amministratori è perché non ci sono buoni cittadini in fin dei conti.
Delle sorti del nostro territorio, di tutto quello che ci circonda, quasi sempre, siamo complici e non vittime.
Quindi facciamoci un esame di coscienza… Tutti.
E proseguiamo verso la strada intrapresa, che anche se un po’ a rilento e con diversi atavici problemi da risolvere, è comunque la strada giusta.