Nell’anno di Matera capitale europea della cultura la Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con altri volontari della città dei Sassi, ha organizzato per la prima volta il pranzo di Natale nel salone parrocchiale della chiesa dell’Immacolata.
Per preparare nel migliore dei modi questo appuntamento gli organizzatori hanno lanciato un appello di solidarietà ai cittadini materani per fornire giocattoli, abbigliamento, profumi, spumanti, panettoni, pandori, borse, bibite e tutto quello che potrebbe tornare utile a cittadini meno fortunati che vivono in condizioni di indigenza. La risposta della comunità materana è stata eccezionale e il Santo Natale 2019 per la Comunità di Sant’Egidio a Matera è sicuramente un giorno da ricordare.
Il Pranzo di Natale della comunità di Sant’Egidio è una tradizione nata nel 1982 quando un piccolo gruppo di persone povere fu accolto attorno alla tavola della festa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.
Gli invitati a questa grande festa di famiglia, dove tutti potranno sentirsi a casa loro, sono poveri, persone senza dimora, extracomunitari, anziani soli, ex carcerati.
In tanti hanno risposto all’appello lanciato dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con la Caritas diocesana: volontari, aziende, ristoranti, bar, negozianti, semplici cittadini che hanno offerto un contributo, donando generi alimentari, denaro, regali o il proprio tempo.
Se la solitudine continua ad aumentare, nondimeno aumentano le persone di buona volontà desiderose di condividere il pranzo di Natale con chi è meno fortunato: così nella grande sala addobbata a festa si farà dono non solo di una tavola imbandita ma della gratuità di una amicizia che continua tutto l’anno.
Di seguito l’appello da parte degli organizzatori per contribuire con un dono o partecipare attivamente all’evento.
Il pranzo di Natale con i poveri è una tradizione della Comunità di Sant’Egidio da quando, nel 1982, un piccolo gruppo di persone povere fu accolto attorno alla tavola della festa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Erano circa 20 invitati: c’erano alcuni anziani del quartiere, di cui eravamo amici da tempo, che in quel giorno sarebbero rimasti soli, e alcune persone senza fissa dimora conosciute nelle strade di Roma.
Sono passati 35 anni da quel primo pranzo: da allora la tavola si è allargata di anno in anno e da Trastevere ha raggiunto tante parti del mondo, dovunque la Comunità è presente.
Un Natale straordinario che nel 2016 ha coinvolto 200mila persone in più di 70 paesi diversi: gente che vive nella strada, negli istituti, nelle carceri: tutti quei poveri che la Comunità aiuta durante l’anno e molti altri che si sono aggiunti per la festa.
A Natale, in tutto il mondo, le famiglie si riuniscono, comprano regali da scambiarsi sotto l’albero, apparecchiano la tavola per la festa: per chi non ha nessuno, questa festa – più di tutte le altre – diviene un giorno veramente triste.
Per questo la Comunità desidera, proprio in questo giorno in cui Gesù nasce povero per la salvezza del mondo, ritrovarsi insieme come una grande famiglia, dove tutti si possano sentire a casa loro: è l’immagine più bella, che spiega in modo eloquente il suo modo particolare di stare tra la gente, soprattutto con chi è più povero.
La festa arriva dappertutto: si può, anzi si vuole, fare festa nei tanti luoghi tristi, di dolore del mondo: è per questo che la Comunità vuole festeggiare il Natale anche in strada, in carcere, negli istituti, dove vivono tante persone sole: bambini, anziani, malati, negli ospedali o nei lebbrosari, dove almeno per un giorno si può dimenticare il peso della malattia e della solitudine.
E’ l’esperienza delle tante cene nella strada la notte di Natale con chi non ha casa. Nelle città fredde del Nord, da Mosca a Barcellona, dove tra le luci e le insegne luminose, tanti poveri restano soli, o nelle città povere del Sud del mondo.
Anche lì il cibo, un regalo semplice, un piccolo presepe, l’alberello di Natale, la musica, ma soprattutto l’amicizia, la gioia, l’attenzione ad ognuno, sono gli “ingredienti” di una festa bella perché piena di amore per chi soffre.
Il Natale è un po’ un miracolo: è il miracolo dei volti sorridenti di tante persone oppresse dalla fatica della vita, è il miracolo di scoprirsi utili di tanti a cui non manca nulla, ma che hanno perso il senso profondo della festa. Ma è anche il miracolo di risorse che sembrano non esserci e che invece si possono mobilitare, coinvolgendo attorno al Natale chiunque voglia fare qualcosa, anche un piccolo gesto per gli altri, almeno una volta l’anno.
E’ un miracolo per il quale vale la pena andare a bussare a tutte le porte per raccogliere quello che serve per la festa: i commercianti, i colleghi, gli amici, la gente per strada. In questo modo ogni anno si trova il necessario per apparecchiare questa grandissima tavola nel mondo.
Ma il miracolo è anche il fatto che credenti di tutte le religioni possano trovare un posto in questa festa: servire ed essere serviti in un movimento di cuori che credono nella salvezza del mondo attraverso la fede, la pace, la concordia tra gli uomini.
La fotogallery del pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio a Matera (foto www.SassiLive.it)