Eccolo il nuovo manifesto culturale-musicale del musicista cantautore tricaricese Pietro Cirillo pronto a sdoganare la sua musica lucana e le sue ricerche in Italia ed Europa, grazie al contratto di esclusiva firmato pochi giorni fà con il pioniere romano della world music Paolo Dossena.
Di seguito la dichiarazione rilasciata da Pietro Cirillo: “Ognuno di noi avverte delle vibrazioni segue ed è regolato costantemente da un battito. La musica, come la terra natia si sente dentro, come la propria voce interiore.
A volte si sentono solo come un ritmo pressante. Come un battito animale.
Quando io ero nel pancione di mia madre mi facevano ascoltare sempre la musica ed i ritmi della mia terra..
Sono cresciuto con questi battiti..canti di rabbia e gioia che continuamente regolavano il ciclo delle stagioni.
Da bambino io e mio padre suonavamo sempre insieme, io il tamburello e il cubba- cubba e lui la fisarmonica.. credo fosse un modo per entrare in sintonia tra di noi, una specie di codice.
Ho assimilato fin da piccolo i moduli sonori della mia terra, grazie alle feste, serenate e i riti carnevaleschi
Era come se la musica si fosse impossessata della mia anima per qualche strana congiunzione astrale presente nel mio tema natale.
All’inizio non comprendevo il significato, mi sfuggiva qualcosa, anzi direi parecchio. Forse non capivo davvero cosa cantavo o suonavo, so solo che il mio sangue..il mio battito era sempre piu’ tarantato!
Crescendo ho avuto la fortuna di conoscere e suonare con il Tarantolato dell’ arte..Antonio Infantino
Ci ha iniziati ai principi della scuola Orfica-Pitagorica del Tarantismo..facendoci assimilare la relazione tra colore-musica-danza, che caratterizza il fenomeno della musica tarantata, creando veri e propri stati di trance estatica, con una forza espressiva impressionante fatta di urla, pianti, giochi, danza.
Grazie a lui lui ho capito che la mia terra aveva un battito tutto suo, un “battito-Tarantato-lucano” un vero grido, segnale e che questo ritmo era il portavoce non solo della mia terra, ma anche della mia gente..dei loro dolori, rabbie, gioie..
Per noi questa era una cosa seria, molto seria, sulla quale non si doveva scherzare, era un vero e proprio rituale e stile di vita, poiché questo battito “animale” te lo portavi “dentro” sempre.. in ogni circostanza!
Ricordo le prove/rituali che ci faceva fare nei caldi pomeriggi estivi di vent’anni fa duravano ore e ore, dove si “batteva” forte sui Tamburi e i cubba-cubba tutta la nostra rabbia e Lucanità.
Tarantati per evocare la disperazione dei contadini del sud di Rocco Scotellaro. Quelli che un tempo avevano fatto le rivolte per l’occupazione delle terre, gente con un senso della libertà molto forte che faceva paura.
Poiché la tarantola non morde più solo nei campi.. ma bensì oggi colpisce operai, artigiani, musicisti, scrittori, agricoltori, pittori, ecc.. trasformando l’atto collettivo finora rituale, magico, esorcistico in grido sociale..
Battiti non accademici e modaioli.. battiti che non troverete nell’ enciclopedia della musica popolare italiana..o in qualche raccolta CD.. battiti che non passano dal conservatorio o dai dotti della musica popolare italiana.. non sono un capriccio del momento.. ma che nascono dalla carne e dal sangue della nostra cultura.. dalla nostra terra.. che gridano tra i nostri vicoli.. è invocano le storie delle nostre genti.
Battito Tarantato Lucano è il battito di tutti!
Ci chiama ad un atto di coraggio a ritrovare il senso di appartenenza ad una identità lucana, che si contrappone a quella morte sociale rappresentata dalla sterminata comunità globale.
Stile di chi profeticamente ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo che verrà, con gioia e coraggio.
Monito per tutti i giovani di questa regione che sembrano aver perso ogni gioia,che non trovano più quel coraggio per dar forma al futuro..
Il movimento “Battito Tarantato Lucano ”, porterà avanti una piccola rivoluzione culturale basata sulla riscoperta delle proprie tradizioni attraverso una commistione di musica popolare e rievocazioni storiche. Oltre alla riscoperta di quel “ritmo maledetto” tutto lucano.
Quello professato da Cirillo e dal suo Battito Tarantato Lucano è un ritorno alle origini anche in campo musicale, che si concretizza con la “riabilitazione” di quel ritmo e quelle pulsazioni che rischiavano di finire nel dimenticatoio”.
Paolo Dossena accoglie il grido di Pietro Cirillo
Produttore discografico, compositore, musicista editore musicale e arrangiatore italiano, fondatore della CNI Music e il suo collaboratore Domenico Sisto.
Dossena è un personaggio importante colui che scopri Riccardo Cocciante che ha lavorato con artisti italiani del calibro di Jimmy Fontana e Luigi Tenco, producendo tra le altre il celebre brano Ciao amore ciao. La sua vocazione maggiore, quella di scrittore di canzoni. Dal 1964 al 1982 ne ha scritte una infinità per diversi artisti italiani importanti in alcune circostanze interpretate da Patty Bravo, dai Nomadi, da Dalida tanto per fare alcuni nomi illustri.
Con Paolo Dossena la musica popolare lucana rompe le barriere regionali per fare il salto su un palcoscenico di livello nazionale e non solo. Paolo Dossena creatore e modellatore di Pietro Cirillo. Orizzonte con prospettive importanti per il musicista lucano. “Oltre le Alpi – chiarisce Paolo Dossena- il mio compito è sdoganarlo per portarlo in piazze significative.
La musica è fatta di tante cose molto diverse fra di loro. Sicuramente non può essere un capriccio del momento, cavalcare le onde, salire su altri treni o peggio una moda da seguire. La musica è fatta anche di incontri importanti. Quello tra Pietro Cirillo e Paolo Dossena.