La Squadra Mobile della Polizia di Stato di Matera ha portato a termine una operazione di polizia giudiziaria che ha fatto emergere il primo caso di revenge porn registrato in Basilicata, in particolare nella città di Matera. I particolari sono stati illustrati dal Procuratore Capo della Repubblica di Matera Pietro Argentino, al tavolo con il Vicario del Questore, Maria Letizia La Selva, il dirigente della Squadra Mobile Fulvio Manco e la pm Anna Franca Ventricelli.
La Squadra Mobile della Questura di Matera ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Matera, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Michiele De Fino, trentasettenne residente a Palazzo San Gervasio e domiciliato a Matera dove svolgeva lavori saltuari, perchè responsabile degli reati aggravati di stalking, detenzione illegale di pistola e munizioni, ricettazione e revenge porn, di cui agli articoli 612 bis 1 e 2 del codice penale, 612 ter comma 1 e 3 e 61 n. 2 codice penale, 610 e 61 n. 2 codice penale.
La misura scaturisce dall’attività investigativa compiuta dalla Squadra Mobile lo scorso dicembre, a seguito di una denuncia presentata in Questura dalla giovane donna residente in un Comune della provincia di Matera, ma dimorante a Matera per motivi di lavoro. La donna si è presentata in compagnia dei genitori e ha fornito materiale oggetto di investigazione tra cui una foto che mostrava una pistola custodita da Michele De Fino. La donna aveva dichiarato in Questura che l’attività di stalking, posta in essere con minacce, ingiurie e percosse, era partita nel mese di agosto. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno evidenziato che l’uomo, con precedenti di polizia giudiziaria della stessa indole ma non uguali a quelli denunciati dalla donna, non aveva accettato l’interruzione della loro relazione sentimentale durata circa due anni, dando sfogo a ripetute molestie e minacce che avevano procurato alla donna uno stato di ansia e un timore per la propria incolumità, costretta ad uscire poco e mai da sola, a guardarsi sempre le spalle, a parcheggiare l’automobile in zone lontane dalla propria abitazione, sino a farla ritornare nel paese di origine. Michele De Fino, sospettando una nuova relazione sentimentale intrapresa dalla donna, che in realtà non c’è mai stata secondo quanto emerso dalle indagini, ha cominciato a pubblicare su facebook i video nei quali veniva ripresa in atteggiamenti intimi, inviandoli anche tramite “messenger” al padre e al fratello della donna, nonchè tramite “whatsapp” anche ad altri conoscenti.
Inoltre su un proprio profilo l’uomo ha anche postato in un’altra conversazione intrattenuta su whatsapp una foto che ritraeva una pistola a tamburo e su di un tavolo delle munizioni.
Di qui l’immediata perquisizione compiuta dalla Squadra Mobile poche ore dopo la denuncia della donna nell’abitazione di De Fino, arrestato per la detenzione illegale dell’arma di marca “Franchi Llama” 32 s&w, risultata rubata ad un uomo residente in provincia di Bari, con quattro cartucce calibro 7.65, sulla quale sono in corso accertamenti del locale Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica.
L’attività investigativa intrapresa ha inoltre consentito di rinvenire su un’altra chat l’elenco di 17 donne pubblicato da De Fino che avrebbero avuto con lui dei rapporti sessuali. In tale messaggio l’uomo indicava le donne, tutte di un comune del Materano, con le iniziali e con l’età, invitando i mariti a contattarlo per avere adeguata documentazione dei rapporti avuti con le consorti.
A tal proposito la Polizia ha proceduto al sequestro di due telefoni cellulari, tre computer e una chiavetta usb riconducibili a De Fino e contenenti verosimilmente materiale di interesse investigativo.
Il provvedimento a De Fino è stato notificato nel carcere di Matera, dove l’uomo si trovava ristretto già dallo scorso mese di dicembre a seguito dell’arresto in flagranza di reato per il porto abusivo della pistola.
Il vicario del Questore, Maria Letizia La Selva ha dichiarato: “E’ la prima volta che si procede in Basilicata per il reato di revenge porn riconosciuto dalla legge 69. Un reato lesivo e violento per le donne, che sono chiamate a denunciare affinchè si possano perseguire gli autori di questi reati. In Questura ci sono le sensibilità per seguire le donne vittime di violenza”
Il Procuratore Capo della Repubblica di Matera Pietro Argentino ha sottolineato che il Tribunale di Matera, già nei mesi precedenti all’entrata in vigore del Codice Rosso si è dotato di una sezione specializzata che si occupa di questi reati. E che negli ultimi tre anni, da quando si è insediato a Matera, le denunce di questi reati sono aumentate, segno evidente che la mentalità sta cambiando e le donne non hanno timore a denunciare questo genere di reati”.
Michele Capolupo
La foto della conferenza stampa, del materiale sequestrato e dell’uomo arrestato (foto www.SassiLive.it)