La quarta Commissione (Politica sociale) del Consiglio regionale della Basilicata, presieduta da Massimo Zullino (Lega), nella seduta odierna ha audito il presidente di “Sanità Futura” Michele Cataldi sulle problematiche relative al settore e sulla vicenda che ha determinato difficoltà di trasferimento per la struttura Polimedica/Villaggio Salute.
In particolare, Cataldi ha chiesto che le istanze presentate attraverso la petizione sottoscritta da 9 mila e 200 persone, per proporre urgenti interventi volti a superare alcune problematiche in ambito sanitario, siano discusse dal Consiglio regionale quanto prima e che venga istituita una commissione regionale d’inchiesta per verificare il rispetto delle norme in materia di sanità.
“La richiesta al Consiglio regionale – ha detto – è su argomenti di assoluta priorità ed è stata già presentata al presidente Cicala. Ora ci aspettiamo che il Consiglio regionale la discuta. Il comitato promotore della petizione è costituito da Sanità futura e altri soggetti del mondo del social profit. Con la petizione si chiede il rispetto degli articoli 41 e 32 della Costituzione italiana, un’attenzione maggiore per risolvere la questione delle liste di attesa, l’impegno per garantire un sistema sanitario ‘più equo, più libero e meglio distribuito’ snellendo gli iter burocratici così da tutelare il diritto alla salute dei cittadini ed evitare il fallimento di imprese sanitarie sane”. Per Cataldi “la Commissione di inchiesta sarebbe necessaria, tra l’altro, per fare luce sull’osservanza e attuazione della Costituzione”.
“L’iniziativa – ha continuato – nasce da un caso emblematico: la lungaggine per una richiesta banale di trasferimento da un numero civico ad un altro. Abbiamo aspettato un anno e sette mesi. La tempestività se è importante per i pazienti lo è anche per le aziende. La struttura Polimedica alla fine si è trasferita, ciò nonostante abbiamo promesso ai cittadini di non mollare e di chiedere di fare luce su tutte le problematiche connesse alla popolazione, al cattivo funzionamento del pubblico apparato della sanità. Noi abbiamo avuto già incontri sulle liste di attesa che vogliamo chiamare con il loro nome: ritardi di cura”.
Tra le questioni portate all’attenzione anche la necessità di una verifica sul rispetto della legge regionale con cui si prevede anche per gli specialisti delle strutture accreditate la possibilità di adoperare le prescrizioni.
Nel corso del dibattito sono intervenuti, oltre al presidente Zullino, i consiglieri Acito, Cifarelli, Bellettieri e Perrino.
Sul tema il presidente Zullino ha ricordato come la quarta Commissione “si sia subito attivata per dare risposte alle problematiche legate all’espediente formale e burocratico che ha determinato il ritardo di trasferimento della struttura. Sulla richiesta di istituire una commissione di inchiesta è necessaria una riflessione. Facendo diventare speciale un’attività ordinaria si rischia di far diventare qualsiasi problema straordinario. Immagino che anche questa Commissione può individuare commissari ad hoc che si facciano carico della costituzione di un tavolo di lavoro per dare un’accelerata alla parte burocratica amministrativa che fa fatica a decollare”.
La Commissione ha poi audito, sulle presunte indennità illegittime corrisposte ai medici dell’Asm di Matera alcuni rappresentanti delle organizzazioni sindacali che hanno chiesto audizione.
A spiegare la questione Giovanna Di Pede responsabile Fp Cgil medici dell’Asm di Matera, Giuseppe Romano rappresentante dell’associazione di categoria Cimo, Concetta Laurentaci dell’Anaoo e Giuseppe Taratufolo rappresentante di Simet – Fassid. Gli auditi hanno parlato anche per conto dei rappresentanti di Fials Adms -medici del territorio e Associazione SiveMp di Matera.
“Dal 2009 – ha detto Di Pede – sono state effettuate reperibilità pomeridiane dalle 14 alle 20 perché dalle 20 alle 8 scatta la reperibilità notturna e che la precedente dirigenza dell’Asm ha contestato la reperibilità pomeridiane, perché il Contratto nazionale del lavoro non le prevedeva, chiedendo la restituzione delle somme da noi percepite ma gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati dal blocco del turn over, dalla spending review tanto che anche il monte ore di credito lavorato da parte dei medici è salito. In alcuni reparti, dopo lo smonto della notte, i medici continuavano purtroppo l’attività ambulatoriale specialistica assumendosi grandi responsabilità. Se noi non avessimo aderito alle reperibilità pomeridiane i reparti, soprattutto a Policoro, si sarebbero chiusi”.
Come spiegato dai rappresentanti delle sigle sindacali “la direzione in virtù dello stato di necessità ci aveva chiesto di effettuare la reperibilità. Noi avevamo i turni di servizio firmati. Adesso i colleghi sono esasperati e si sentono traditi. Siamo stati considerati in mala fede come se avessimo lavorato rubando”. I medici hanno evidenziato che “ci sono delibere che hanno autorizzato i medici alla reperibilità”.
I rappresentanti delle associazioni di categoria hanno sottolineato anche come “non sia vero che l’azienda sanitaria corrispondendo le indennità è entrata in crisi perché se avessero assunto medici avrebbero speso circa 70 mila euro a medico e in più ci sarebbe stato l’aumento della liquidazione sanitaria. Alla fine l’azienda ha incassato. Non è vero –hanno detto – che ha perso. Se avessimo voluto irrigidirci si sarebbero potute chiedere prestazioni aggiuntive. La richiesta di restituzione delle somme delle presunte indennità illegittime corrisposte è stata inviata ai medici dall’ex direttore generale dell’Asm Polimeni che ha incaricato il direttore amministrativo Giordano. Le prime lettere sono state ricevute alla fine dello scorso dicembre”.
Sul tema oltre al presidente Zullino sono intervenuti i consiglieri Cifarelli, Acito, Vizziello, Quarto e Perrino.
Acito ha chiesto formalmente “di individuare le eventuali responsabilità contrattuali del direttore generale”. Alla richiesta si è associato Cifarelli che ha, inoltre, chiesto di audire il direttore amministrativo Giordano sulla vicenda. Richiesta condivisa e accettata dai commissari.
Il presidente Zullino ha garantito ai medici dell’Asm “la massima disponibilità” ed ha disposto “ sin d’ora l’audizione per la settimana prossima del dottor Giordano” .
Prima di chiudere i lavori il presidente Zullino ha, inoltre, voluto tracciare un breve bilancio dell’attività svolta dalla Commissione. “Un bel percorso fatto insieme – ha spiegato – dando voce a tutte le aziende e strutture sanitarie, agli operatori del settore per avere un quadro completo da cui partire per tracciare il futuro percorso. Ritengo di completare con le prossime commissioni un primo ciclo di audizioni e volevo condividere con voi la possibilità di iniziare a dare supporto serio e concreto alla redazione del piano sanitario e delle attività di programmazione. È mia intenzione inviare una lettera alle direzioni generali per chiedere di indicarci un referente che, insieme a membri della commissione, possa istituire un tavolo tecnico ed avviare un tour completo su tutto il territorio così da dare anche supporto alle attività dell’assessore. Ritengo, infatti, necessario un lavoro insieme all’assessorato”.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione, oltre al presidente Zullino, i consiglieri Bellettieri e Acito (Fi) Perrino (M5s), Aliandro (Lega), Baldassarre (Idea), Cifarelli (Pd), Vizziello (Fdi) e Quarto (Basilicata Positiva).
Sanità Futura e Comitato “Non siamo un numero” in audizione in 4^ Commissione Regione Basilicata: “Mobilitazione popolare prosegue”
“Abbiamo mantenuto l’impegno assunto nei confronti dei 9mila lucani che hanno firmato la petizione popolare promossa congiuntamente da Sanità Futura e dal Comitato appositamente costituito “Non siamo un numero” per dare continuità alla mobilitazione dei mesi scorsi nata intorno al “caso emblematico” del trasferimento del poliambulatorio Polimedica Melfi, il cui iter da pochi giorni necessari è durato 1 anno e 8 mesi”: così Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura e in rappresentanza del Comitato ha spiegato le ragioni dell’audizione richiesta alla Quarta Commissione avvenuta oggi. La nostra battaglia per la trasparenza e il diritto alla salute – ha spiegato al presidente Zurlino e ai consiglieri-commissari – non si può considerare conclusa, perchè troppi ostacoli di mala burocrazia, spesso con l’alibi di interpretazione di norme, impediscono l’attività della libera impresa e di conseguenza la libera scelta del cittadino dove curarsi e alimentano di fatto le liste di attesa, cioè i ritardi nelle cure. Per noi – ha detto – la tempestività delle cure e delle terapie è l’altra faccia della medaglia della tempestività di atti e provvedimenti della P.A. La petizione contiene il richiamo agli articoli della Costituzione italiana 41 (“L’iniziativa economica privata è libera.”) e 32 della (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”) insieme a 2 richieste che il Consiglio regionale è chiamato per legge statutaria a discutere. Le richieste riguardano la costituzione di una commissione di indagine sulla mala burocrazia e l’impegno del Governo regionale a eliminare le complicazioni inutili garantendo la puntuale applicazione delle norme in materia di liste di attesa, cioè dei ritardi nelle cure; l’urgenza di avere un sistema di assistenza sanitaria più equo, più libero e più distribuito, tra strutture pubbliche e private, tra centro e periferie della Regione, più vicino alle necessità e ai luoghi di vita dei cittadini; il diritto dei cittadini lucani alla libera scelta del luogo di cura, che è impedito dalla burocrazia e dallo spreco delle risorse pubbliche; l’attuazione della legge 241/1990 secondo cui l’attività amministrativa deve essere “retta da criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza”; la necessità di eliminare l’impatto negativo della burocrazia, che spesso ostacola gli investimenti, la laboriosità, l’innovazione e il miglioramento dell’offerta complessiva dell’assistenza sanitaria; il dovere morale, infine, di evitare il fallimento di imprese sanitarie sane, sulla discriminazione e sulla negazione delle cure territoriali.
Nel ricordare che la petizione è stata consegnata al presidente del Consiglio Cicala, Cataldi ha sollecitato un’iniziativa della Quarta Commissione perché venga rapidamente discussa in aula dal massimo organismo istituzionale regionale ed ha informato sul primo tavolo che si è tenuto qualche giorno fa al Dipartimento Salute, alla presenza del direttore generale Esposito, sulle liste di attesa che – ha detto – per noi è la priorità delle priorità. Il presidente di Sanità Futura ha quindi rinnovato la richiesta di una commissione di indagine, senza preconcetti e prevenzioni, tenuto conto – ha evidenziato – che pur in presenza di lodevoli professionalità troppo spesso particolari uffici e funzionari responsabili di uffici alimentano con il proprio comportamento la mala burocrazia.
Al termine di un dibattito che ha coinvolto tutti i consiglieri-commissari il presidente della Quarta Zullino ha rinnovato l’interesse della Commissione ad approfondire ogni aspetto dell’ “operazione sburocratizzazione” oltre che le proposte presentate ed ha sottolineato il ruolo svolto dalla specialistica ambulatoriale accreditata per sopperire le difficoltà del “pubblico” attraverso una più stretta sinergia, da realizzare, pubblico-privato.