Nella giornata di mercoledì 15 gennaio si è tenuto il consiglio territoriale di tutti i delegati della UIL Basilicata dell’indotto ENI di Viggiano, alla presenza del neo segretario regionale della UIL Basilicata Vincenzo Tortorelli, del segretario regionale della UILM Basilicata Marco Lomio e del Coordinatore dell’Area di Viggiano Giovanni Galgano, per fare il punto complessivo della situazione industriale, dei cambi di appalto in essere e soprattutto riaccendere con forza il percorso relativo alla Contrattazione Unica dei lavoratori dell’indotto ENI di Viggiano.
Dalla discussione molto partecipata è emerso il silenzio della Regione Basilicata e di Eni relativamente alla Piattaforma Unica che da troppo tempo è oggetto di discussione tra le parti ma che ad oggi purtroppo non trova una sua conclusione.
È necessario in tal senso una convocazione urgente presso la Regione Basilicata al fine di riprendere il confronto tra le parti per raggiungere gli obiettivi che CGIL CISL e UIL e dunque i lavoratori hanno posto in essere nella piattaforma rivendicativa “Contrattazione Unica Lavoratori Indotto Eni Di Viggiano”.
La Sorveglianza Sanitaria, altro caposaldo della Contrattazione Unica, ancora rimane una chimera nonostante il raggiungimento di un accordo regionale-con la precedente Giunta Regionale – che garantiva già l’esigibilità per l’anno 2019 di un protocollo sanitario armonizzato a quello di Eni per tutti i lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano.
È necessario che il Presidente della Regione Basilicata ascolti, soprattutto in questa fase di trattative per le concessioni in Val D’agri, i veri problemi che attanagliano i lavoratori del comparto petrolifero.
Stipendi non adeguati alle mansioni, ai rischi e alla professionalità dei lavoratori, condizioni ambientali che necessariamente vanno riviste, migliorate, in quanto all’interno del Centro Oli di Viggiano mancano i servizi minimi e indispensabili per affermare e valorizzare la dignità del lavoro e dei lavoratori; cambi di appalto sempre più complicati, sempre più a ribasso che peggiorano il tessuto complessivo industriale, partendo dalla vita dei lavoratori, dai diritti dei lavoratori; in tal senso ravvediamo che il sistema di “deleghe personali”, ovvero responsabilità legali e civili affidate a lavoratori con inquadramenti non attinenti alle responsabilità e alle attività da loro espletate, sempre più di moda all’interno del Centro Oli di Viggiano necessita di un confronto complessivo, non azienda per azienda, ma un confronto vero con la committente Eni.
Un confronto serrato con CGIL CISL e UIL è la prima strada affinché si possano trovare vere e concrete soluzioni ad un sistema industriale sicuramente non semplice, ma che necessita di maggiore trasparenza, limpidità e soprattutto che sia valorizzante delle professionalità insite all’interno del Centro Oli di Viggiano.
La vertenza Caruso dimostra come sia indispensabile riprendere in mano tutta la situazione all’interno del Centro Oli di Viggiano perché non è possibile che padri di famiglia, lavoratori, possano rimanere senza salario e senza lavoro per le gravi responsabilità aziendali e ad oggi, in maniera arrogante, addirittura vengono avviate le procedure di licenziamento dei lavoratori stessi.
Il petrolio potrà essere una vera risorsa solo quando creerà valore, accrescimento e migliorerà le condizioni socio economiche della nostra Regione.