Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Matera Angela Nettis ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico dell’ex sindaco Salvatore Adduce e degli ex assessori Sergio Cappella, Rocco Rivelli, Giuseppe Tragni (oggi assessore all’ambiente nel governo De Ruggieri), Nicola Trombetta e Giovanni Scarola e del segretario generale del Comune di Matera, Antonio Fasanella e del dirigente di settore igiene urbana, Giuseppe Montemurro.
Gli amministratori e Montemurro erano indagati con l’accusa di abuso di ufficio in relazione ai fatti già oggetto di una sentenza di condanna della Corte dei Conti di Basilicata per danno erariale conseguente ad illeciti vesamenti di denaro alla ditta appaltatrice del servizio di raccolta rifiuti, il Consorzio Nazionale Servizi. L’accusa di turbata libertà degli incanti ha coinvolto anche il segretario generale Antonio Fasanella in relazione a presunto illecito spacchettamento di lavori pubblici per piazza Ascanio Persio e per via Marconi. Si tratta di 800 mila euro di lavori di riqualificazione urbana suddivisi in capitoli da 40 mila euro per procedere ad affidamenti diretti invece di avviare una sola gara di appalto. Il procedimento è partito da un esposto di 4 “sedicenti consiglieri – secondo quanto dichiara il Gip – rimasti anonimi”.
Il reato di concorso in abuso di ufficio sarebbe maturato tra novembre e dicembre 2013. Il Gup nella sentenza di archiviazione ricostruisce per sommi capi tutta la vicenda dell’appalto dei rifiuti a Matera, aggiudicato nel 2008 sotto la supervisione del dirigente all’epoca in carica, Francesco Paolo Gravina, all’ATI Ameri srl-Asa srl per tre anni e un importo di 3 milioni di euro l’anno a determinate condizioni di espletamento del servizio, in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Con determina 575 del 12 dicembre 2008 fu stanziata la somma di 13,2 milioni di euro per coprire il triennio sul capitolo di bilancio 2019-2013. Il Consorzio Nazionale Servizi, secondo classificato in quella gara di appalto, presentava nel 2019 ricorso al Tar. Il ricorso fu accolto e la sentenza fu confermata al Consiglio di Stato. Il Consorzio Nazionale Servizi doveva quindi subentrare all’ATI che aveva vinto inizialmente la gara di appalto ma chiedeva una variazione del progetto presentato per la gara di appalto con un aumento dei costi per acquisto di attrezzature. Il Comune non disponeva però delle somme necessarie. Questa richiesta del Consorzio Nazionale Servizi rischiava di bloccare il servizio di raccolta dei rifiuti a Matera e quindi dopo una verifica tecnica sulla cifra richiesta la giunta deliberava di liquidare al Consorzio Nazionale Servizi la cifra di 1,8 milioni di euro. Decisione della giunta che ipotizzava un abuso di ufficio con violazione della norma di immodificabilità del progetto di gara.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Matera Angela Nettis ha rilevato che: “…non può ritenersi configurabile in capo ai componenti della Giunta, con il dirigente MOntemurro che aveva ereditato una situazione non certo felice da Gravina, alcun dolo di intenzione di voler favorire la società subentrante…”. Anche perchè la somma versata in più è comunque un corrispettivo di servizi erogati dal Consorzio Nazionale Servizi e quindi se non c’è stato dolo intenzionale non si configura l’abuso di uffico.
Altra questione è quella degli appalti spacchettati, che configurava l’accusa di turbata libertà degli incanti per la delibera dell’11 novembre 2013 con la quale la giunta comunale con parere legale positivo del segretario generale Antonio Fasanella e determina autorizzativa del dirigente dell’ufficio igiene urbana Giuseppe Montemurro aveva diviso i lavori per 911 mila euro su piazza Ascanio Persio e via Marconi, finanziati con delibera Cipe 2007 per riqualificazione di aree commerciali e turistiche, in più lotti entro le 40 mila euro in affidamento diretto.
In questo caso il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Matera Angela Nettis ha considerato preminente e scriminante l’intenzione di procedere in questo modo visto il rischio concreto di perdere quei fondi in scadenza. Infatti utilizzare il finanziamento con affidamenti diretti e senza espletare la gara unica ha consentito di abbreviare di molto i tempi, non perdendo i fondi nell’esclusivo interesse della comunità.