Banca popolare di Bari, Fisac Cgil Basilicata e Cgil Basilicata: “Governo regionale si faccia garante dei presidi lucani, a rischio 300 posti di lavoro”. Di seguito la nota integrale.
La vertenza della Banca Popolare di Bari è tutt’altro che conclusa. Adesso tocca al governo regionale e ai parlamentari lucani intervenire affinché in Basilicata si mantengano gli attuali livelli occupazionali e i presidi territoriali.
La Popolare di Bari è sicuramente la realtà più significativa del settore del credito presente in Basilicata, con circa 40 sportelli operativi e 300 dipendenti. Parliamo di una delle realtà bancarie più importanti del Mezzogiorno.
Ci auguriamo che l’intervento del Fidt, unitamente alla decretazione governativa per 900 milioni e all’intervento di commissariamento di Banca d’Italia, possa essere la giusta combinazione per un risanamento definitivo ed efficace dell’Istituto meridionale. Ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare – e questo è compito anche della politica lucana oltre che dei sindacati – che ci sono 3200 lavoratori in Italia, 300 solo in Basilicata, i quali pretendono certezze che solo un piano industriale adeguato può garantire.
Ed è alquanto preoccupante la mancata assunzione di responsabilità politica da parte sia del sindaco di Potenza, Mario Guarente, che del presidente della giunta regionale Vito Bardi rispetto agli incontri che si sono svolti a livello parlamentare in merito alle sorti della Popolare di Bari.
Occorre assumere un’iniziativa istituzionale nei confronti del governo affinché venga tutelata la presenza dell’istituto nel nostro territorio a partire dalla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, sapendo che i parametri e il rapporto tra raccolta fondi, investimenti e prestiti hanno portato dei risultati che risultano essere i migliori dell’intero gruppo. Questo deve costituire elemento di forza e garanzia nelle scelte future, rispetto a un territorio che ha dato molto e ha ricevuto poco.
La nostra regione ha, infatti, già subito gli effetti negativi delle scelte fatte con la precedente riorganizzazione, che ha cancellato la responsabilità di Area della Basilicata. Il rischio, anche oggi, è che il commissariamento si dedichi molto alla ristrutturazione di sistema, tralasciando una riorganizzazione che salvaguardi il ruolo di banca territoriale.
Di fronte a una situazione di tale gravità che potrebbe avere effetti pesanti non solo dal punto di vista occupazionale ma sull’intero tessuto socio –economico territoriale, è necessario che il governo regionale si faccia garante affinché nel piano industriale la Basilicata venga tutelata al pari delle altre regioni del Mezzogiorno. Le scelte dell’istituto di credito non si riverberino sui lavoratori che con tanto sacrificio hanno affrontato la crisi.