Amadori a Irsina, assessore regionale Braia: “Una scommessa vinta dal sistema Basilicata 16 mesi fa”. Di seguito la nota integrale.
“Per chi arriva dopo e trova il pasto pronto per la maggior parte gia servito, é inutile rivendicare troppo, si sieda senza parlare tanto e sia solo contento, piuttosto, pensando, se ci riesce, ad organizzare e preparare altro.
Piuttosto che cercare gloria nelle cose fatte da altri, si lavori ad altri programmi di sviluppo utili a generare e attrarre investimenti nel settore strategico dell’agroalimentare.
Si leggono da qualche giorno dichiarazioni fuorvianti e annunci quali “Sono state, infatti, finalmente sbloccate le procedure amministrative per avviare lo stabilimento produttivo dell’azienda Amadori nel territorio di Irsina”. In realtà, va detto, che trattasi solo di 3 capannoni in più degli 11 già autorizzati oltre 12 mesi fa.
Leggendo questi comunicati stampa al limite dell’eroico nel prendersi meriti che derivano invece da molto lontano, faccio presente che capannoni e filiera avicola non appaiono certo dal nulla ma che si ritrovano oggi a partire, con 11 allevatori e 14 capannoni, per volere di chi c’era prima, per l’interessamento anche del sottoscritto durante il mandato di assessore all’Agricoltura tra il 2018 e il 2019 e del sindaco di Irsina con la sua giunta.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale, Luca Braia (Italia Viva).
“In Basilicata – prosegue Luca Braia – per il comparto avicoltura si registravano nel 2019 circa 330 aziende di galline da uova per 16.795 capi allevati. I consumatori, oramai, privilegiano sempre più alimenti provenienti da allevamenti di produzione biologica e, grazie alla giusta attenzione al tema, oltre che al contribuire a sviluppare opportunità per la nostra terra, dopo diverse interlocuzioni, la grande azienda Amadori scelse proprio la nostra Basilicata per i suoi allevamenti di polli bio.
Riepilogando, per amore di verità e dando merito a chi merita, la questione autorizzazioni di cui ci si vanta, bisogna raccontare a stampa che risale al mese di maggio 2018 l’avvio dell’istruttoria con richiesta autorizzazione paesaggistica (Dipartimento Ambiente, Assessore Pietrantuono) per un totale di 14 capannoni avicoli, conclusasi nell’aprile 2019 quando fu rilasciata l’autorizzazione per 11 capannoni. A tre imprenditori agricoli ne fu in pratica autorizzato solo uno dei due richiesti. Nel mese di gennaio 2019 veniva presentata istanza per autorizzazione vincolo idrogeologico (Dipartimento Agricoltura, Assessore Braia) per soli 8 capannoni con parere che veniva rilasciato nel marzo 2019. A giugno, dopo il cambio di legislatura quindi, per i tre capannoni non autorizzati veniva ripresentata l’istanza per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica avvenuta nell’ottobre scorso.
Quando si racconta l’esito positivo di un iter amministrativo e burocratico va raccontato per quello che è, riportando i tempi correttamente e senza mistificare la realtà, affermando che solo con le ultime riunioni dell’attuale assessore si sia potuto sbloccare la situazione.
Certo, oggi il Progetto di investimento di Amadori può decollare in Basilicata e rappresentare una buona opportunità di sviluppo per Irsina e il comparto avicolo tutto. Riempirsi però la bocca di termini quali green e sostenibilità ambientale, di biologico e di attenzione all’ambiente e ai consumatori è sicuramente più facile, la strada era stata ben tracciata, gli strumenti del Psr 2014-2020 e le filiere nazionali utilizzati e seguiti da noi in prima persona.
I progetti come quelli ad esempio di Ferrero, Barilla, Orogel e Amadori in Basilicata sono partiti da iniziative legate al privato investimento che hanno trovato nella Regione tutta e nei dipartimenti Agricoltura, Ambiente e Attività produttive della precedente legislatura, grande attenzione e accompagnamento.
Dobbiamo solo continuare – conclude il consigliere Braia – ad augurarci che i big player italiani continuino a voler investire nella nostra terra e sulle direttrici, già tracciate in questi anni, della sostenibilità, delle filiere, dei giovani, del biologico e dell’innovazione unita alla ricerca.”