Il gruppo consiliare Cristianamente riprendiamo a dialogare in una nota denuncia il disordine in cui versa la biblioteca comunale di Tricarico. Di seguito la nota integrale.
Come se bastasse una intitolazione e una targa affissa ad una parete per essere applauditi come i paladini e i riportatori della cultura a Tricarico, come se bastasse farsi intervistare dal TG3 Basilicata per essere osannati come il sacro vate e la sacra vestale della storia e della letteratura patria, come se bastasse rinunciare alla visibilità per far passare sotto silenzio la incongruità ai limiti della inutilità di un assessorato alla cultura. #finalmente è stata riaffissa la targa di intitolazione della biblioteca comunale e ripristinato il centro di documentazione: una vergogna per l’intera comunità dei tricaricesi, un vanto effimero per pochi, pochissimi pretestuosi, presuntuosi e autoreferenziali pseudo colti e cultori della scienza infusa. La biblioteca comunale, che abbiamo visitato nella giornata di ieri nell’ambito della nostra attività di consiglieri comunali di minoranza, versa in uno stato di degrado e di abbandono indecorosi. C’è solo una stanza aperta al pubblico, con i libri collocati alla rinfusa negli armadi, con qualche postazione pc inservibile perché non funzionante; manca l’elemento fondamentale che permette ad una biblioteca di essere fruibile, ovvero un catalogo, un archivio della dotazione libraria. Ebbene sì, questa stanza è proprio come il tappeto sotto il quale si nasconde la polvere: bisogna accedere ad un’altra stanza buia, polverosa, disordinata, e perciò furbescamente chiusa, quasi una stanza degli orrori, nella quale, addirittura, è depositato il mobile che contiene le schede dei libri, catalogati ai tempi che furono, dal momento che, come è noto ormai Urbi et Orbi, l’attività delle volontarie che durante la amministrazione Melfi avevano cominciato a riordinare il patrimonio librario della Biblioteca Comunale è stato bruscamente e ineducatamente interrotto dalla amministrazione del #finalmente. Sicché se a qualcuno venisse oggi in mente di andare in biblioteca, non solo per farsi una foto sotto la targa o per piagnucolare alla memoria di qualcuno o per esaltare l’eccelsa mente di qualche altro/a, non avrebbe possibilità alcuna di consultare un libro, se non di leggere i titoli di quelli collocati senza alcuna cognizione logica, negli armadi della stanza-tappeto.
Per non dire del centro di documentazione, che è tornato ad essere una dependance privata, dove sono custoditi sotto chiave patrimoni che pur essendo di proprietà del Comune di Tricarico, sono tenuti sotto chiave dalla ex-neo-semper direttrice a cui bisogna umilmente chiedere di avere accesso, tanto più che quasi tutto il patrimonio librario del Centro non è archiviato, quindi chi ne è in possesso potrebbe farne quello che vuole.
In tutto questo l’assessore al ramo, dott.ssa Paciello, dove si nasconde? Anch’ella sotto il tappeto insieme alla polvere?