La quarta commissione (Politica sociale) del Consiglio regionale della Basilicata, presieduta da Massimo Zullino (Lega), nella seduta odierna ha approvato a maggioranza, con l’astensione di Perrino (M5s) il Programma regionale triennale per lo spettacolo 2019-2021 e il Piano regionale dello spettacolo per il 2019. In merito è stata audita la dirigente dell’ufficio sistemi culturali e turistici, Patrizia Minardi.
La dirigente ha ricordato “l’evoluzione di una programmazione che, partita con un ‘bando civetta’ in assenza di un albo degli operatori dello spettacolo, oggi conta ben 121 operatori iscritti. Il Piano regionale triennale dello spettacolo 2019-2021 – ha detto – si caratterizza per ammodernamento legislativo e programmatico. Facciamo diventare gli operatori sempre di più imprenditori, allontanandoli dall’idea del contributo a fondo perduto. Nel 2016 il numero dei Comuni della Basilicata in cui hanno sede gli operatori era soltanto 22 (su 131 dell’intero territorio regionale): in termini percentuali rappresentavano circa il 17 per cento; oggi, nel 2018 si raggiunge circa il 71 per cento della copertura territoriale con 338 spettacoli. In relazione allo storico del passato triennio e al contributo Fondo unico spettacolo, si prevede un fabbisogno finanziario di 2,5 meuro ad anno per una copertura di 7,5 meuro per l’intero triennio.
Si conferma e si rafforza – ha proseguito – l’azione amministrativa ed operativa fin qui messa in campo sul territorio regionale, evidenziando, in dettaglio, risultati rilevanti dal punto di vista della costruzione della ‘filiera creativa’ regionale che si sta configurando come un vero e proprio ‘comparto produttivo’ come i dati occupazionali testimoniano con contratti a tempo determinato nel settore artistico e tecnico e, in quello organizzativo, addirittura a tempo indeterminato. Al 2018 si registrano circa 4.452 occupati nella filiera con contratto collettivo nazionale dello spettacolo.
In coerenza con quanto stabilito all’art.2, comma 4, lettera a), legge 37/2014, la Regione attraverso lo strumento del Piano triennale dello spettacolo persegue gli obiettivi di sviluppo qualificato del territorio; ne riconosce il ruolo di strumento fondamentale di espressione artistica e di libertà creativa per la crescita culturale oltre che per favorire interventi di riequilibrio territoriale, di aggregazione, di integrazione sociale e di creazione di nuova occupazione.
Il Piano triennale dello spettacolo – ancora la dirigente – sostiene da una parte la produzione, la co-produzione, le residenze artistiche, la distribuzione e l’esercizio delle attività legate allo spettacolo; dall’altra, supporta iniziative promozionali da parte di soggetti ed operatori pubblici e privati, con il concorso del MIBACT – FUS e della Regione Basilicata, al fine di rafforzare la domanda culturale e creativa fruibile sul territorio regionale.
Grande attenzione viene posta, infatti, sul lato del fruitore, all’allargamento del pubblico mediante azioni che incrementino l’accesso di nuovi soggetti allo spettacolo, formazione del pubblico (audience development). C’è poi l’efficacia operativa del Piano annuale che permette di dare il 50 per cento di anticipazioni a chi fa produzioni culturali (senza queste, e senza un fondo di garanzia, è difficile operare). E’ un vero investimento in risorse umane. Cercheremo di pubblicare anche il Piano 2020 e per il 2020-2021 intendiamo accelerare i tempi e garantire i contratti al personale”.
Sui ritardi registrati per l’annualità 2019, sollevati dal consigliere Polese, Minardi ha ricordato “di non aver potuto agire fino al 30 novembre 2019 in assenza dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. Per fortuna – ha aggiunto – c’era alla base il triennio 2016-2018 che ha permesso di affrontare finanziariamente il 2019. La liquidazione dipenderà dall’approvazione del bilancio di quest’anno. Per quanto riguarda la Cineteca Lucana essa è riconosciuta come Cineteca della Regione. Potrebbe avere aiuti robusti senza partecipare ai bandi. Ma oggi per la legge ha una funzione non di conservazione ma di valorizzazione e quindi un programma più ampio potrebbe trovare capienza nelle previsioni della legge 27/2015 in materia di patrimonio culturale, anche su questo attendo un atto della Giunta. Su Matera 2019 purtroppo – ha detto – i 121 operatori non hanno partecipato perchè non sono stati chiamati. Il nostro è stato un percorso parallelo che ha avuto una sua validità e forza, ma avrei preferito ci fosse un riferimento al Piano dello spettacolo. Invece sono stati binari paralleli”.
La commissione ha anche approvato alla unanimità il programma di riparto dei contributi per il 2019 previsto dalla delibera di Giunta sulle “Norme per la promozione e il sostegno dell’attività dell’Università della terza età della Basilicata”.
Sull’argomento è intervenuta la stessa dirigente Minardi alla quale è stato chiesto di spiegare il perché della differenza di contributi riconosciuti alle Università della terza età di Avigliano, Ferrandina, Maratea, Matera (due sedi), Melfi, Muro Lucano, Picerno, Potenza, Rionero in Vulture e Venosa su un totale di 20.000 euro.
“Le Università della terza età – ha detto – agiscono come collante sociale. Purtroppo abbiamo avuto a disposizione solo 20.000 euro. Dai rendiconti che mi arrivano, avremmo bisogno di 800-900.000 euro. I contributi li calcoliamo in base alle ore di docenza, senza riconoscere le spese sostenute per gite e altro. Se i contributi ad alcune università si scostano di 100 o 200 euro dall’anno precedente è per le docenze svolte gratuitamente”.
Nel corso del dibattito sui tre argomenti trattati sono intervenuti, oltre al presidente Zullino, i consiglieri Polese, Acito e Cifarelli.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione, oltre al presidente Zullino, i consiglieri Bellettieri e Acito (Fi) Perrino (M5s), Aliandro (Lega), Baldassarre (Idea), Cifarelli (Pd), Vizziello (Fdi), Polese (Italia Viva), Quarto (Basilicata Positiva), Trerotola (Prospettive lucane) e Pittella (AB).