ANDE: “L’1 febbraio 1945 è la giornata in cui si concede per la prima volta il voto delle donne mentre il 10 marzo 1946 è la giornata in cui le donne conquistano il diritto ad essere elette”. Di seguito la nota integrale.
il 1 febbraio 1945 veniva emanato il Decreto, passato alla storia come Decreto De Gasperi-Togliatti, dal nome dei ministri che più di tutti si erano battuti per la sua emanazione, che attribuiva alle donne il diritto di voto, grazie all’impegno con il quale il 30 gennaio 1945 il Consiglio dei Ministri aveva riconosciuto alle donne il diritto di voto.
All’indomani della conquista dell’elettorato le donne si rilevarono il vero motore del cambiamento, confermandosi, al tempo stesso, il perno di una sempre più precaria economia domestica. Un percorso in cui si riverbera una concezione subordinata della militanza politica femminile: nessuna peculiarità, originalità, né tantomeno autonomia; semplicemente, un impegno politico inteso come apostolato sociale, nella limitazione dei suoi scopi e del suo campo d’azione a compiti di natura assistenziale politicamente secondari.
Attraverso un cammino caratterizzato “d’ostacoli e di pregiudizi”, che difficilmente consentiva che il lavoro, come la partecipazione politica ed ogni altra conquista sociale e civile, potesse portare ad un’emancipazione, che portasse al di fuori dei consueti ruoli di genere, le donne lucane non restarono sull’uscio di casa a guardare ma si fecero, nell’ambito delle loro possibilità, protagoniste e promotrici avviando il cambiamento sul difficile cammino della parità di genere.
Il Decreto Bonomi, detto anche De Gasperi-Togliatti, non faceva menzione dell’elettorato passivo delle donne, solo poco più di un anno dopo poterono godere dell’eleggibilità, che veniva assicurata alle italiane di almeno 25 anni dal Decreto n. 74 del 10 marzo 1946 ed è da questa data, in occasione delle elezioni ammnistrative fino al mese di aprile 1946, che le donne poterono non solo esprimere il loro voto, ma anche essere votate e così essere considerate cittadine con pieni diritti.
Così per la prima volta le donne esercitarono il loro diritto elettorale attivo e passivo, la partecipazione alle urne fu altissima, ne furono elette 2000 nei Consigli Comunali di tutt’Italia, in Basilicata le cose non andarono così! Dal voto in provincia di Potenza e di Matera le uniche donne ad entrare in Consiglio Comunale, furono a Potenza Dora Grimaldi Rossi, a Matera Teresa Vezzoso; le cose da allora sono cambiate, ma il rapporto donna/politica/istituzioni e cioè quello della Democrazia Paritaria rimane ancora un problema prioritario del Paese tutto e delle Istituzioni.
La nostra Costituzione, lo Statuto della Regione Basilicata all’art.6, la Legge 215/2012, la Legge Delrio n.56 del 7 aprile 2014 e, quindi, le norme relative ad un sistema elettorale, che si attiene al principio di pari opportunità tra donne e uomini nei Consigli Regionali, alla doppia preferenza di genere, sancita anche dalla Legge Elettorale regionale, insieme con altre misure ridefiniscono la nostra democrazia, ma non bisogna mai abbassare la guardia, sostenendo donne, uomini e ragazzi in un impegno globale per la Democrazia Paritaria, che garantisca sempre pari percorsi a donne ed a uomini, ricordando e portando avanti la difficile conquista del 1 febbraio 1945, che attribuiva alle donne il diritto di voto ed il successivo fondamentale traguardo dell’eleggibilità delle donne, per cui dal marzo 1946 le donne, potendo essere votate, si sono poste come cittadine con pieni diritti.
Sosteniamo sempre i percorsi di Democrazia Paritaria.