“La deriva proibizionista è sbagliata, bisogna contrastare il gioco illegale e per questo serve un sistema legale efficiente e controllato. Sulle patologie legate al gioco serve un lavoro serio di prevenzione e di tutela dei minori e delle persone più vulnerabili”. Sono le parole di Ettore Rosato vicepresidente della Camera (Italia Viva) il quale in occasione della inaugurazione di Enada, rassegna di settore tenutasi a Roma nell’ottobre scorso, aveva sottolineato che lo Stato “deve consentire al settore privato di lavorare con tranquillità, visto che si tratta di un segmento importante anche sotto il profilo economico” e che “non tutte le misure sono perfette, ma occorre trovare un punto di equilibrio. Non è detto che vietare il gioco risolva il problema della ludopatia – aveva precisato Rosato- anzi potrebbe regalare spazi al gioco illegale, spesso legato alla criminalità organizzata”. È probabile che il pensiero espresso dal vicepresidente della Camera sia in contraddittorio rispetto a quello che il consigliere regionale della Basilicata, Luca Braia, collega di partito dello stesso Rosato, racconta agli organi di stampa. O forse è più probabile che in Italia Viva chiunque possa smentire con le proprie dichiarazioni un collega certamente più autorevole che ricopre una carica istituzionale di particolare rilievo. La precisazione è d’obbligo in seguito a quanto lo stesso Braia ha maldestramente dichiarato in riferimento alle modiche introdotte alla legge regionale sulle ludopatie al vaglio del consiglio regionale della Basilicata. Definire quella legge tra le migliori in Italia è del tutto opinabile in ragione di provvedimenti che non solo limiterebbero la libertà d’impresa generando un grave pregiudizio per la tenuta dei livelli occupazionali nel comparto, ma si rileverebbero, come constatato in altre regioni italiane, uno strumento scarsamente efficace per il contrasto alle patologie da GAP. Ciò che risulta non tollerabile e oltremodo offensivo per migliaia di operatori e piccoli esercenti del sistema gioco è il considerare i “punti gioco” come “punti di degrado sociale”. Invitiamo il consigliere regionale Braia a chiedere scusa all’intero comparto e a chiarire, quando si erge a difesa del sistema imprenditoriale ed economico, a chi si rivolge e se quelle migliaia di piccoli imprenditori che operano nel settore del Gioco di Stato sono da tutelare poiché generatori di economia e occupazione oppure sono da eliminare e da considerare come tali solo quando vengono utilizzati come bancomat per finanziare il sistema del welfare attraverso ripetuti e insostenibili aumenti di tassazione. Decida Braia da che parte stare non solo nel partito che rappresenta ma soprattutto faccia pace con se stesso per le contraddizioni che manifesta.
Consigliere regionale Braia: “Al governo regionale di centro destra piace giocare d’azzardo. Nel mentre mortificano sviluppo, turismo e cultura, litigano se e dove mettere le slot”. Di seguito la nota integrale.
“Sempre più basiti per ciò a cui assistiamo ormai da mesi da parte del Governo di centro destra a trazione leghista, nella nostra Basilicata. Sono stati votati ed eletti all’insegna del cambiamento eppure, tra i pochi veri importanti argomenti da cui appare dipendere il futuro della nostra regione risultano esserci il gioco d’azzardo e le slot machine. Le modalità con cui vengono affrontati sono, secondo alcuni di loro, contenute proposta di legge del collega Zullino che viene difesa anche a mezzo stampa, da una parte, da Piergiorgio Quarto e osteggiata – ma solo in parte – da altri pezzi della maggioranza stessa. Sul tema, non cambia la nostra posizione di contrarietà assoluta alla modifica della legge vigente, tra le prime e migliori in Italia, espressa oltre un mese fa, che viaggia all’unisono con quella dei Consiglieri 5 stelle.”
Lo dichiara il Consigliere regionale Luca Braia, Italia Viva.
“Li vediamo barcamenarsi – prosegue Braia – da troppo tempo, tra tentativi di persuasione, emendamenti finalizzati a sterilizzare o annullare la proposta, atteggiamenti che, negli ultimi 3 mesi, continuano ad aver generato solo una incredibile paralisi politica ed amministrativa.
Questa proposta di legge ritenuta, da esperti e difensori della qualità dello stato sociale, tanto inopportuna quanto immorale, sfida i dati e le statistiche sui danni potenziali che verrebbero provocati alla comunità, umilia gli studi scientifici oltre ad andare contro i principi che hanno ispirato le norme nazionali. Si ostacola l’autonomia degli amministratori locali che si sono espressi in ogni occasione su quanto il GAP (Gioco di Azzardo Patologico) sia una vera calamità sociale, con ripercussioni sui costi diretti ed indiretti, sociali e sanitari in particolare.
Non si comprende come mai tanta attenzione, tensione ed importanza data ad un provvedimento che sta di fatto, bloccando l’attività del consiglio regionale e, forse, mettendo a rischio gli equilibri della maggioranza. Per la cronaca, infatti, sono già tre i consigli regionali conclusi proprio quando, al momento della discussione della proposta di legge, vien meno il numero legale da parte della maggioranza stessa, con uscite tattiche dopo discussioni fiume che sanno di paradossale, pensando alle tante reali e gravi emergenze ancora invece tutte da affrontare.
Sono franati così, anche nell’ultimo consiglio di lunedì scorso, non approvando alcuni bilanci di enti sub regionali, nonostante le settimane di attesa e istruttoria in commissione, che vengono licenziati per decorrenza dei termini, senza avanzare nella discussione di interrogazioni urgenti e mozioni che attendono sempre da mesi di essere trattate o di ricevere una qualche risposta.
Si arrovellano però, intanto, sulla distanza minima o massima, da inserire nella proposta del consigliere della Lega Zullino, utile ad aprire nuovi “punti gioco” o meglio, per quella che ritengo siano “punti del degrado sociale”perchè puntano sulle debolezze e difficoltà umane, alimentando dipendenza, magari vicino a posti altamente sensibili come chiese, scuole o altri luoghi di aggregazione per bambini e anziani presenti nei nostri paesi.
Piuttosto che trovare una opportunità in più per far rimanere magari i nostri giovani, si pensa a moltiplicare i luoghi per “scommettere” o meglio compromettere la propria e altrui vita.
Ogni giorno che passa di questa legislatura, non si intravedono soluzioni e si registra l’avanzare del caos. Appaiono incontrollati, infatti, temi e settori cruciali come trasporti, forestazione, sanità, petrolio, governance, dissesto. Non c’è una visione neanche percepita per università, agricoltura, imprenditoria, cultura, turismo, sviluppo.
Allora al Generale Bardi – conclude Luca Braia – le faccio una richiesta ed una preghiera: metta da parte il gioco di azzardo, metta in riga e compatti la sua maggioranza, eviti di trasformare la Basilicata in una terra in cui l’unica possibilità che rimane debba essere giocare alla “ruota della fortuna” o peggio ancora affidare il proprio destino alla perversione di una slot machine.
Puntiamo, invece, sulla valorizzazione delle nostre peculiarità e vocazioni, scommettiamo sulla nostra identità, valorizziamo la nostra umanità, capacità di accoglienza e genuinità, esaltiamo le nostre professionalità e sosteniamo i nostri giovani nell’auto-impresa, sblocchiamo i tanti fondi esistenti ancora inutilizzati e liberiamoci dalle lobby dovunque esse siano, da dovunque esse provengano.
Difendiamo insieme il nostro sistema imprenditoriale, economico, culturale e valoriale: un patrimonio immenso che può rappresentare il nostro riscatto nazionale e internazionale. Attendiamo uno scatto di orgoglio, aspettiamo piuttosto, alla prova del Bilancio, quella che sarà la vera cartina di tornasole e banco vero di prova del governo regionale attuale.”