Se si considerano gli effetti sulla salute, sull’ambiente, sulla cyber sicurezza, sulla privacy, il 5g non può che essere considerato come un cocktail letale, ma come per tutte le innovazioni, anche per questa nuova tecnologia, occorre un approccio precauzionale e scientifico. E’ la sintesi dei pareri espressi ieri, nel corso del convengo organizzato dall’eurodeputato e portavoce M5S Piernicola Pedicini, a Filiano, insieme ad alcuni esperti, sulle correlazioni tra 5G e salute.
A contribuire al confronto introdotto da Canio Mancuso, consigliere al comune di Filiano, e in prima linea per azioni di tutela per ambiente e salute, è stato per primo Pedicini, eurodeputato e fisico medico, che ha rilevato come sull’argomento ci sia un’informazione sbilanciata sugli effetti positivi, che pure questa tecnologia comporta, senza che però ci sia un’analisi seria e approfondita sugli effetti che i campi elettromagnetici creati dalle frequenze del 5G possano avere sul corpo umano. “E’ in atto una guerra mondiale di interessi contrapposti – ha notato – che coinvolgono Usa e Cina, ma non bisogna dimenticare che bisogna fare emergere la verità, e anche le stesse evidenze scientifiche vanno messe in discussione perché spesso sono connotate da un approccio politico. Quanti anni abbiamo dovuto aspettare prima che si ammettesse che il tabacco provocasse il cancro ai polmoni? Moltissimi, questo perché l’industria interessata a questo business voleva fare emergere un’altra verità, commissionando studi purtroppo fuorviati alla base”.
“L’ICNIRP (Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti) ha stabilito i limiti per i campi elettromagnetici, considerando solo gli effetti termici – quelli immediati per intenderci – e non quelli non termici che sono molteplici, come gli effetti neurologici, neuropsichiatrici, quelli sul sistema endocrino e molti altri. Per questo ho scritto alla Commissione europea, affinché ci spieghi perché la regolamentazione sui limiti non venga rivista alla luce delle nuove evidenze scientifiche”.
Michele Stasi, presidente dell’Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), ha invece illustrato i dettagli tecnici della rete 5G ricordando come solo una parte di questa tecnologia composta da tre livelli di frequenze, non sia stata sperimentata perché considerata affine alla banda larga.
Più critica la posizione di Ferdinando Laghi, presidente dell’Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente (ISDE), che alla luce dello stravolgimento in atto per la predisposizione del 5g nel mondo, che porterà ad esempio ad avere 20 mila nuovi satelliti nello spazio, sarebbe opportuno “fermare la macchina” e commissionare studi che siano in grado di valutare l’impatto sulla salute. Nettamente contraria al 5G è l’eurodeputata dei Verdi, Michele Rivasi. Per la biologa francese, questa nuova tecnologia “serve solo all’industria” che avrebbe incassi enormi per l’acquisto dei nuovi devices. Rivasi ha inoltre scritto alla Commissione europea affinché chiarisse le motivazioni per cui ha investito 600/700 milioni di euro in questa nuova rete, ma non in studi sanitari. La risposta fornita dall’organismo europeo – ha riferito – è stata che questo tipo di studi non rientra nelle proprie competenze. “Al contrario della cyber sicurezza – ha fatto notare l’eurodeputata – a cui invece l’Europa si è interessata, eccome”.