La stabilizzazione dei precari dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza rappresenta un solido punto di partenza per garantire la funzionalità delle UU.OO ed evitare il collasso dei servizi. Un risultato ottenuto grazie ad un azione congiunta tra i sindacati, l’Azienda Ospedaliera San Carlo, l’Assessore Leone il Ministro Speranza le forze di politiche consiliari di maggioranza e minoranza che hanno remato tutti verso la stessa rotta conseguendo questo straordinario risultato. Decine di operatori che si aggiungono alle 270 assunzioni che la Direzione Strategica ha messo in campo, ma che non bastano purtroppo a colmare le carenze di organico, dovute ad una sorte di esodo massiccio degli operatori sanitari a partire dal personale medico. Una sorta di tempesta perfetta generata dai raggiunti limiti di età degli operatori della sanità, l’introduzione di quota cento e l’apertura delle procedure di mobilità verso le regioni limitrofe. Tutto ciò ha in parte vanificato lo sforzo per cui, come ha recentemente dichiarato l’Assessore Leone, servono nel sistema Sanitario Lucano ancora altre 1200 persone circa nei prossimi tre anni se si vogliono evitare pesanti riduzioni dei servizi. La UIL FPL, pertanto, pur consapevole che la riorganizzazione della rete ospedaliera(per quanto necessaria per evitare la chiusura degli ospedali territoriali) è ancora ferma al palo e che tante sono le sofferenze dei nosocomi accorpati al S. Carlo, considera sbagliata la pratica del continuare a sparare sui problemi dell’Azienda Ospedaliera San Carlo(talora amplificandone le dimensioni) e del Sistema Sanitario lucano più in generale poiché ciò diventa parte e non la soluzione del problema. Le strutture sanitarie, come è noto, sono in competizione tra loro e il continuo martellare solo sui limiti del sistema indeboliscono i nostri nosocomi e la nostra retedi servizi sanitaria tutto vantaggio delle Regioni limitrofe e delle strutture nazionali di eccellenza. Delresto, malgrado gli sforzi del Ministro Speranza, le risorse sono poche e il carattere universalistico del nostro sistema sanitario è fortemente messo in discussione soprattutto nelle regioni più piccole. E’ necessario, perciò, che la Regione assuma un’ iniziativa forte per definire i contorni del nuovo fabbisogno di personale e per avviare una discussione sul nuovo piano socio sanitario coinvolgendo le parti sociali in questo percorso indispensabile per redigere da una parte un piano concreto per l’occupazione (che i sindacati unitariamente hanno proposto) e dall’altra qualificare e rilanciare i servizi. Senza uno sforzo di condivisione con tutti gli operatori e dei loro rappresentanti questo obbiettivo è destinato a fallire, perciò al Presidente Bardi la UIL FPL chiede di abbandonare la miope visione del fare tutto da soli perché ciò porta l’intera Regione a sbattere.
Feb 03