Nicola Locuratolo in una nota esprime alcune riflessioni dopo a sottoscrizione a Campobasso dell’adesione alla campagna #vogliamoanchealsudtrenipiuveloci da parte del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, del presidente della Regione Molise Donato Toma e del sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale dell’Abruzzo Umberto D’Annuntiis. Di seguito la nota integrale.
Ed oggi…alziamo il tiro ai Presidenti delle tre Regioni Abruzzo,Molise e Basilicata che, forse senza fare le dovute considerazioni, hanno firmato a Campobasso l’adesione alla campagna #vogliamoanchealsudtrenipiuveloci. Ed il Sud è ancora più a Sud.
Senza tener conto della morfologia della nostra Italia, hanno pensato di poter richiedere come normalità una TAV adriatica così come c’è già la TAV tirrenica e, così facendo, hanno di fatto posto una seria remora all’attuazione, veloce, dell’allestimento della linea di infrastrutturazione ferroviaria “europea”, la A.C. (Alta Capacità) Milano-Palermo (via Matera) che mette in collegamento il porto di Taranto, direttamente posto di fronte al Canale di Suez, con i porti nord-Europei di Rotterdam ed Amburgo utilizzando il traforo del San Gottardo.
Ma non solo Taranto, bensì tutti i porti mercantili italiani adriatici (Ravenna, Ancona, Bari e Brindisi), tutti i porti ionici (Taranto, Crotone, Augusta ed anche Palermo) e compreso il porto tirrenico di Gioia Tauro che potrebbe trovare la convenienza a scaricare sul “ferro” dell ‘A,C. piuttosto che inviare a Genova, via mare, i flussi merceologici provenienti dal S/E asiatico.
Ma i nostri tre Presidenti di Regione, vogliono ribadire l’utilità del doppiare le TAV e non quella di differenziare i due flussi, creando l’insorgenza di aspettative nelle popolazioni.
Si pensi a quello che significano le ZES che si vanno istituendo sul territorio come incubatori di migliaia di posti di lavoro, ( di fronte alla tragedia occupazionale dell’ Ilva di Taranto, basti pensare alla possibilità di direzionare almeno in parte gli eventuali esuberi della maestranze operaie) ed alle relative esigenze logistiche.
Si pensi che l’apertura della ZES Pisticci-Ferrandina (retroporto di Taranto), quando comincerà a muovere i primi passi, non troverà la possibilità di utilizzare una linea ferroviaria di A.C. (Alta Capacità), con treni di 750 metri di lunghezza e dovrà utilizzare la “gomma” per veicolare le merci e questo traffico di autotreni dovrà scaricarsi sulla Basentana per andare verso Salerno e conseguente autoSole e/o sulla Bradanica per raggiungere Foggia e l’autostrada adriatica.
La conseguenza immediata sarà un tale incremento di vittime della strada che, forse, convinceranno sulla opportunità del collegamento ferroviario di A.C. Mi-PA (via Matera) con il recupero della tratta ferroviaria Gravina-Spinazzola-Minervino Murge- Cerignola-Foggia.
C’è già la richiesta delle popolazioni dell’Alta Murgia di collegamento ferroviario con Matera (si tratta di un bacino di utenza di oltre 400.000 anime); questa soluzione consente inoltre a due comuni pugliesi (Minervino Murge e Canosa di Puglia) privi in toto di ferrovia di potersi collegare anche loro finalmente al…treno.
E questo treno, scendendo lungo la ionica (il Mi-Ta (via Matera) sulle orme del mitico Mi-R.Calabria (via Taranto) che mi riporta indietro di mezzo secolo, restituisce a tutta la Calabria ionica l’appartenenza all’intero territorio nazionale ed anche la Sicilia, arrivando a Palermo, si sentirà non più “un’isola”, ma anch’essa “continente”.
Ed allora guardiamo al futuro prossimo, ma con lungimiranza per tutto il Sud/Italia.