Un anno fa, dopo tre giorni, un autotrasportatore veniva trovato morto nel parcheggio di sosta dei camion del Centro Oli di Viggiano all’interno del proprio automezzo in totale abbandono. Non sarebbe un caso isolato.
La CGIL Potenza e la FILT CGIL Basilicata hanno pertanto avviato un’indagine conoscitiva sui lavoratori del settore del trasporto merci e della logistica al Centro Oli ENI di Viggiano per verificare il rispetto contrattuale e la tutela dei diritti dei lavoratori.
Le attività di estrazione del petrolio e il recupero dei liquidi di scarto sono vaste e interessano il trasporto merci delle aree industriali della Sicilia e del Centro Oli di Viggiano, transitando per Brescia, Venezia e Ravenna.
Il recupero e lo smaltimento dei processi di lavorazione del petrolio sono una delle attività fondamentali e più rischiose in termini ambientali e di sicurezza dei lavoratori, ma che allo stesso tempo evidenziano tutte le criticità in termini di legalità e rispetto del Contratto nazionale di lavoro.
Priolo, Milazzo, Ragusa, passando per Lamezia Terme, Acerra, Pisticci, Viggiano, sono il crocevia di una serie di attività dove i lavoratori sono costretti a sostare in aree non attrezzate, senza alcun servizio igienico sanitario a disposizione e senza nessun confort, costretti a orari fuori dalle norme (anche 16 ore al giorno) senza considerare gli orari notturni e i giorni festivi, dormendo sui camion anche per mesi – che sono una vera e propria seconda casa – e dove purtroppo si può anche trovare la morte ed essere completamente dimenticati.
I contratti nazionali di lavoro, tranne rare eccezioni, non sono applicati, i lavoratori sotto il continuo ricatto occupazionale a volte sono pagati a viaggio – cioè a cottimo, anche se formalmente le buste paga sono corrette – sono costretti a non rispettare il codice della strada, a manipolare il cronotachigrafo, a utilizzare la doppia scheda, con grandissimi rischi per l’incolumità stradale e per le merci che trasportano (rifiuti altamente pericolosi).
Quando le forze dell’ordine effettuano i controlli molto spesso a pagare sono sempre e solo i lavoratori, che sono l’anello più debole, l’ultima ruota, vittime di un sistema di illegalità che è parte integrante di un processo in cui a partire dalla committenza fino ad arrivare alle aziende leader che operano nel settore e passando per la miriade dei sub appalti e dei padroncini, sono la dimostrazione dell’interesse solo ai profitti e non ai controlli sulla legalità della filiera.
La CGIL Potenza e la FILT CGIL Basilicata ritengono di fondamentale importanza implementare in questi lavoratori la cultura della sicurezza e della legalità, essendo questo settore dello smaltimento dei rifiuti molto spesso pervaso da fenomeni di criminalità economica e non solo.
Per queste ragioni la CGIL nell’ottica del sindacato itinerante e di strada ha avviato un progetto che, attraverso la costruzione di un dossier sulla filiera del trasporto per lo smaltimento dei rifiuti della lavorazione del petrolio, rimetta al centro la condizione di lavoro disastrosa a cui sono sottoposti i lavoratori e i relativi rischi a cui sono sottoposti anche dal punto di vista della sicurezza ambientale e della legalità, determinante nel ciclo delle estrazioni petrolifere.
È intenzione del sindacato ricercare le azioni e le soluzioni per arrivare, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali, delle prefetture, delle associazioni datoriali, ma soprattutto delle committenti ENI e Syndial, alla definizione di un Protocollo sulla legalità e sicurezza che garantisca dignità ai lavoratori ed evitare che si possa morire nel totale silenzio e abbandono.