Ultimissima di martedì 13 marzo 2012, ore 19,30. Al quindicesimo giorno di sciopero della fame, uno sciopero “per fame di trasparenza” al Comune di Matera, in mancanza del riscontro atteso da parte dell’Amministrazione Locale che frena gli investimenti di valorizzazione dei Sassi e compromette le opportunità d’impresa e di promozione dell’occupazione e della cooperazione, l’imprenditore Fabrizio Zampagni annuncia il proseguimento dello sciopero della fame. Le motivazioni e le cinque azioni positive in agenda nei prossimi giorni saranno illustrate ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa prevista mercoledì 14 marzo 2012, alle ore 10,30 presso Fondazione Lucana Antiusura Mons.Cavalla in via don Minzoni a Matera.
In particolare le cinque azioni riguarderanno:
1) “Registro epidemiologico”: raccolta casi di malaburocrazia comunale per attivare una “class-action”,
2) “Abuso d’ufficio”: denuncia di abuso e falso in atti di ufficio messi in atto dal Comune,
3) “Questione morale”: ‘la moglie del re’ (il Capo di Gabinetto del Sindaco) … “non è senza sospetto”,
4) “Moratoria Matera 2019”: petizione per la sospensione della candidatura, fin quando il Comune non provvederà a rinnovare gli strumenti di programmazione per i Sassi, fermi al Secondo Piano Biennale 1994-96 (ornai decaduto da un lustro, per Legge urbanistica 457,1978) e non si rimuova la questione morale,
5) “Ri-apertura del dibattito pubblico”: ciclo di incontri “prove di trasparenza sul destino della Città”.
Primi due appuntamenti: sabato 17 marzo e domenica 18 marzo 2012 presso la Mediateca alle ore 18.
Ultimissima di lunedì 5 marzo 2012, ore 15,30 – Mentre l’imprenditore Fabrizio Zampagni continua lo sciopero della fame davanti al Palazzo di via Aldo Moro il consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini analizza la vicenda dal punto di vista politico. Riportiamo di seguito la sua nota integrale.
Tra le avvilenti e compassionevoli storie di cittadini che non riescono a dare dignità al proprio lavoro, nel grande cantiere dei Sassi, non vi è solo quella dell’imprenditore Fabrizio Zampagni che continua lo sciopero della fame. Vi è dell’altro, tante storie fatte di attese, sopportazione e rassegnazione, nei Sassi trovano ampia compagnia, possono essere dedicate a tanti artigiani, artisti, commercianti, a gente di buona volontà, appartenente ad ogni estrazione sociale: giovani e meno giovani, lavoratori valenti e capaci, associati da un unico termine: “costretti all’illegalità”. Illegittimità agevolata dall’inefficienza amministrativa, dallo stare a guardare di questa politica che non ha idee, che ignora ciò che ha valore nella città, quel poco che è rimasto del turismo e del suo indotto, trascurando nei fatti ciò che ci rende visibile al mondo, perché troppo impegnati in opere inutili e redditizie; tra una pista ciclabile ed una illusoria metropolitana che nasconde il vero obiettivo. Gran parte delle botteghe, bancarelle ed operatori hanno un problema e questo li pone nella condizione di non essere in regola, ogni giorno è dedicato a trovare soluzioni che non ci sono, perché è meglio rimandare, non affrontare le difficoltà, rinviando nel tempo una concreta, seria e definitiva politica che sani antiche posizioni e disciplini le attività commerciali ed artigianali nei Sassi. Quel che sconsola è che costoro non vogliono rimanere abusivi, desiderano emergere dal buio fiscale, lottano per mettersi in regola, ma non ci riescono, sbattono contro un muro di gomma sul quale rimbalza la protesta, nessuno si interessa alla loro attività priva di concessione e autorizzazioni, ma rimangono lì in piazze, strade e locali demaniali o comunali, dove il lavoro non ha regole e l’abusivo insiste da anni. Gente senza colpa, senza reddito e con famiglia, che non ha soluzione. Tutto è demandato all’ufficio più superfluo del Comune: l’ufficio Sassi, depotenziato con l’allontanamento di quattro tecnici, (un architetto che ha dato le dimissioni, tre geometra trasferiti ad altri uffici), segno che non è questo l’ufficio sul quale dirigere attese e prospettive. Unico pensiero dell’attuale amministrazione, dopo l’incubo per l’aver perso il controllo dei Sassi per due anni, è stato quello di cancellare ogni traccia del governo di centro destra e, modificando l’art.19 ha chiuso i conti col passato e con la trasparenza, senza preoccuparsi di rinnovare il piano di recupero 1994/96 oramai decaduto. Aspettativa vana degli artigiani è mettersi in regola, aprire una partita IVA, assumere qualche dipendente; dare impulso all’impresa nascosta, che lavora a porte chiuse in locali occupati da generazioni e tramandati da padri in figli, figli che oggi ereditato l’abusivismo, e l’impresa fantasma dei padri. Se il rigore giungesse qui da noi, nei Sassi chiuderebbe la totalità degli artigiani, buona parte delle altre attività legate al turismo, gran parte di piccoli commercianti, questo perché da tempo, ciò che riguarda l’assegnazione di locali, bandi e sviluppo commerciale è fermo, arenato nel non saper che fare. Frattanto chi non è in regola, e da quella attività trae reddito per la sua famiglia, non è tranquillo, pensa ai blitz di Cortina o Sanremo, ma niente paura, siamo qui, nella Città dei Sassi. Luogo di sofferenza e vita della miseria contadina senza tempo, di Ferrari o Maserati non vi è nemmeno l’ombra, i conti gli Ispettori del fisco dovrebbero farli tra l’indigenza di una delle città più povere del paese, nella città senza crescita demografica, dove spicca la disoccupazione, la cassa integrazione e l’esodo giovanile. Questi i risultati della politica che ci governa.
Adriano Pedicini Consigliere PDL
Tra le avvilenti e compassionevoli storie di cittadini che non riescono a dare dignità al proprio lavoro, nel grande cantiere dei Sassi, non vi è solo quella dell’imprenditore Fabrizio Zampagni che continua lo sciopero della fame. Vi è dell’altro, tante storie fatte di attese, sopportazione e rassegnazione, nei Sassi trovano ampia compagnia, possono essere dedicate a tanti artigiani, artisti, commercianti, a gente di buona volontà, appartenente ad ogni estrazione sociale: giovani e meno giovani, lavoratori valenti e capaci, associati da un unico termine: “costretti all’illegalità”. Illegittimità agevolata dall’inefficienza amministrativa, dallo stare a guardare di questa politica che non ha idee, che ignora ciò che ha valore nella città, quel poco che è rimasto del turismo e del suo indotto, trascurando nei fatti ciò che ci rende visibile al mondo, perché troppo impegnati in opere inutili e redditizie; tra una pista ciclabile ed una illusoria metropolitana che nasconde il vero obiettivo. Gran parte delle botteghe, bancarelle ed operatori hanno un problema e questo li pone nella condizione di non essere in regola, ogni giorno è dedicato a trovare soluzioni che non ci sono, perché è meglio rimandare, non affrontare le difficoltà, rinviando nel tempo una concreta, seria e definitiva politica che sani antiche posizioni e disciplini le attività commerciali ed artigianali nei Sassi. Quel che sconsola è che costoro non vogliono rimanere abusivi, desiderano emergere dal buio fiscale, lottano per mettersi in regola, ma non ci riescono, sbattono contro un muro di gomma sul quale rimbalza la protesta, nessuno si interessa alla loro attività priva di concessione e autorizzazioni, ma rimangono lì in piazze, strade e locali demaniali o comunali, dove il lavoro non ha regole e l’abusivo insiste da anni. Gente senza colpa, senza reddito e con famiglia, che non ha soluzione. Tutto è demandato all’ufficio più superfluo del Comune: l’ufficio Sassi, depotenziato con l’allontanamento di quattro tecnici, (un architetto che ha dato le dimissioni, tre geometra trasferiti ad altri uffici), segno che non è questo l’ufficio sul quale dirigere attese e prospettive. Unico pensiero dell’attuale amministrazione, dopo l’incubo per l’aver perso il controllo dei Sassi per due anni, è stato quello di cancellare ogni traccia del governo di centro destra e, modificando l’art.19 ha chiuso i conti col passato e con la trasparenza, senza preoccuparsi di rinnovare il piano di recupero 1994/96 oramai decaduto. Aspettativa vana degli artigiani è mettersi in regola, aprire una partita IVA, assumere qualche dipendente; dare impulso all’impresa nascosta, che lavora a porte chiuse in locali occupati da generazioni e tramandati da padri in figli, figli che oggi ereditato l’abusivismo, e l’impresa fantasma dei padri. Se il rigore giungesse qui da noi, nei Sassi chiuderebbe la totalità degli artigiani, buona parte delle altre attività legate al turismo, gran parte di piccoli commercianti, questo perché da tempo, ciò che riguarda l’assegnazione di locali, bandi e sviluppo commerciale è fermo, arenato nel non saper che fare. Frattanto chi non è in regola, e da quella attività trae reddito per la sua famiglia, non è tranquillo, pensa ai blitz di Cortina o Sanremo, ma niente paura, siamo qui, nella Città dei Sassi. Luogo di sofferenza e vita della miseria contadina senza tempo, di Ferrari o Maserati non vi è nemmeno l’ombra, i conti gli Ispettori del fisco dovrebbero farli tra l’indigenza di una delle città più povere del paese, nella città senza crescita demografica, dove spicca la disoccupazione, la cassa integrazione e l’esodo giovanile. Questi i risultati della politica che ci governa.
Adriano Pedicini Consigliere PDL
Ultimissima di sabato 3 marzo 2012, ore 21 – Al quarto giorno di sciopero della fame, Fabrizio Zampagni, ha trovato un sostenitore disponibile a pagare 100 biglietti per il film “The Artist”, vincitore di cinque Oscar. L’appuntamento è domenica 4 marzo alle ore 18, al cinema Kennedy. In un volantino diretto al Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali e, per conoscenza, ai cittadini di Matera, l’imprenditore Fabrizio Zampagni spiega la sua indignazione. Riportiamo di seguito il testo integrale.
Una storia di straordinaria mala-burocrazia. E, da qui, l’arma della protesta non violenta con lo sciopero della fame.
Dietro il gesto estremo, c’è la cronaca decennale di una pratica sottoposta alla competenza dell’Ufficio Sassi che ha subito continui rinvii e tergiversazioni decennali, con deliberazioni adottate dalla Giunta Comunale e poi non applicate. E, che alla fine hanno prodotto la perdita di un finanziamento concesso dalla Regione nel Bando POR 2000-2006 diretto a nuove iniziative alberghiere, nonostante l’iniziativa fosse stata da Zampagni intrapresa con trecentocinquantamila euro d’investimento privato, a scadenza Por nel 2008 si dovette rinunciare al contributo regionale, compromesso dalla mancata assegnazione delle sub-concessioni formalmente previste, a gennaio 2003, nella iniziale Detemina dell’allora Dirigente del Settore Sassi, Arch-Giuseppe Gandi.
Un decennio di andirivieni estenuante per una pratica che registra una cronaca indecente di rinvii, ipocrisie, tergiversazioni, con atti di Giunta approvati e disattesi all’atto esecutivo … un tira-e-molla estenuante, fatto di discrezionalità e ostracismo. “…Perché – dice Zampagni – nel ‘teatrino politico’ della Città di Matera, emerge scarsa passione per il bene comune. Si è sordi ai bisogni e ai diritti dei cittadini non protetti, che son ridotti a sudditi … così, a Palazzo di Città, si è ‘giustizialisti con i deboli’ e ‘garantisti con i forti’ … prevalgono compiacenze conniventi con iniziative di carattere affaristico”. Con lo sciopero della fame, Zampagni annuncia “la guerra, una guerra civile, di salute pubblica” – tiene a precisare –. Il piano di battaglia è su più fronti. Si parte dalla raccolta dei casi di mala-burocrazia, fino alla denuncia di atti amministrativi fuori-legge. Si annuncia anche una raccolta di firme per una “ Moratoria della candidatura di Matera 2019 a capitale europea della cultura”, fin quando non sarà rinnovato il Piano di Recupero per i Sassi fermo da un quindicennio e non verrà rimossa la questione morale, che – in metafora, dice Zampagni – riguarda la “moglie del re” – che al 6° piano del Palazzo Comunale – non pare affatto senza sospetto”. La protesta riprende lunedì, sotto il Palazzo di Città.
“Intanto – annota Zampagni – sto ricevendo segni di solidarietà da più parti, da semplici cittadini e anche da consiglieri comunali. L’altra mattina, si è fermato il Presidente della Provincia e ho davvero apprezzato la manifestazione di vicinanza. Ma al Presidente Stella come a qualsiasi altro personaggio che ricopra un a qualche carica o funzione chiedo di far conoscere come la pensa pubblicamente e di scrivere ai giornali, superando remore e diplomazie che impedissero loro di esprimere pubblicamente quel che con lusinghiere espressioni mi si partecipa in privato “
Per domenica, pausa di meditazione socializzata con chi vorrà partecipare all’appuntamento presso il Cinema Kennedy, per riflettere e discutere sul film “The Artist”, un capolavoro premiato da cinque Oscar. Per quanti ci sia qualche difficoltà a pagarsi il biglietto, sono pronti 100 ingressi gratuiti offerti da un solidale fiancheggiatore allo sciopero della fame.
Fabrizio Zampagni
Come aveva anticipato attraverso una nota inviata anche alla nostra redazione l’imprenditore Fabrizio Zampagni annuncia che a partire dal 29 febbraio 2012 avvierà lo sciopero della fame per protestare contro il black-out ultradecennale che riguarda i piani comunali di recupero dei Sassi di Matera. L’annuncio sarà comunicato ufficialmente nel corso di una conferenza stampa prevista alle ore 10 presso la Fondazione Lucana Antiusura Mons.Cavalla, presieduta da don Basilio Gavazzeni.
Riportiamo di seguito la nota ufficiale che annuncia lo sciopero della fame di Fabrizio Zampagna.
Dal 29 febbraio 2012 sono in sciopero della fame … per fame di trasparenza
Agli inizi degli ‘90, i Sassi di Matera, riconosciuti dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità e dotati della Legge Speciale n° 771, 1986, videro una intensa e fervida opera di recupero. Si mobilitarono ingenti risorse pubbliche e private. Il Comune di Matera impresse una spinta propulsiva con i primi Piani di Recupero per la rivitalizzazione urbanistica del cadavere illustre.
Dal Secondo Piano Biennale datato 1994-96 la sfida culturale del recupero si è progressivamente affievolita ed esaurita.
Esauriti i finanziamenti della Legge 771, 1986, l’Ufficio Sassi, piuttosto che incoraggiare e sostenere gli operatori privati interessati ad investire nel recupero del patrimonio pubblico con denaro proprio, sostitutivo di fonti pubbliche, ha svolto una funzione di freno, improntata a sistematiche pratiche dilatorie, omissive, illegittime e fuorvianti.
Una Città estesa su 29 ettari di patrimonio storico-culturale asceso agli onori UNESCO, che dispone di prevalente patrimonio pubblico, stimato nell’ordine dell’85%, derivante dalla espropriazione all’epoca del trasferimento dai Sassi ai nuovi quartieri.
Eppure, nonostante il regime pubblico della proprietà, il Comune procede nelle assegnazioni in deroga ai concorsi pubblici. La politica comunale privilegia la linea degli affidamenti a chi disponga di proprietà privata. Così, si elargiscono sub-concessioni anche di parecchi metri quadri d’immobili pubblici, favorendo piuttosto gli interessi speculativi, tanto più se ammanicati a qualche protettore del Comune, mentre i portatori di bisogni non ricevono risposta alle richieste di sub-concessione per farsi la residenza o l’attività. Gli unici Bandi pubblici sono soltanto due, attivati inizialmente. Quello per la casa alle giovani coppie e l’altro per le attività commerciali diffuse lungo la via carrabile che attraversa i Sassi. Poi, non c’è stato più un Bando pubblico andato in porto.
Il vuoto di programmazione – dopo il periodo 1994-96 corrispondente al Secondo Piano di Recupero – ha portato all’improvvisazione, alla banalità, a procedure sempre più lente, anomale e soprattutto “discrezionali”. Verso i cittadini, specie quelli “non protetti”, prevale un rapporto amministrativo improntato a reticenza e spesso a palese ipocrisia. Si fa andirivieni in Comune, si aspetta per anni una risposta, alla fine il cittadino di resistenza media è sfinito e rinuncia.
In questo quadro vergognoso e sconfortante c’è l’odissea personale: una vicenda che si trascina da oltre un decennio in tira-e-molla e ‘muine’ … un trattamento di ordinaria burocrazia, fatto d’indifferenza e insensibilità, che diventa letale al diritto di cittadinanza o di fare impresa.
Al che non mi resta che il gesto estremo dello sciopero della fame .. mi auguro sia catartico,
Farò lo sciopero della fame con una postazione mobile piazzata sotto Palazzo di Città e da qui farò servizio a sportello per umiliati ed indignati.
In vista dello sciopero del digiuno ho preparato un programma per il Comune ben nutrito e fatto d’ingredienti per la “trasparenza”.
Nel periodo del digiuno prevedo più puntate: dallo sportello ai cittadini, al registro dei casi di palese ostracismo e ingiustizia; dalla raccolta dei falsi agli abusi di potere in atti pubblici; dal malaffare alle questioni morali…
Mi dispiacerebbe se così dovesse compromettersi oltre che la mia salute, anche l’immagine della candidatura di “Matera 2019 a Capitale della Cultura Europea” … Conta forse più che si chieda al Comune, ora, qui e subito, atti concreti e trasparenti per la Città del 2012 e degli anni immediatamente a seguire piuttosto che miraggi rinviati al 2019 e che paiono ipocrisie del potere , come specchietti ammaliatori e distrattivi.
Con la mia emblematica ed esasperante vicenda decennale, dedico questo gesto estremo d’indignazione e riscatto a tutte quelle avvilenti e compassionevoli storie di cittadini che entrano nel Palazzo di Città e poi sai ritrovano a soggiornare per anni in mortificanti attese nei corridoi del della riduzione dei cittadini a sudditi … Ahimè, ho in mente tanti di quei volti impotenti e rassegnati, irretiti dall’indecoroso e illegittimo trattamento.
Fabrizio Zampagni
imprenditore turistico
La fotogallery dello sciopero della fame di Fabrizio Zampagni davanti al Comune di Matera (foto www.sassilive.it)
PER I SASSI DI MATERA BLACK-OUT ULTRADECENNALE NEI PIANI COMUNALI DI RECUPERO
Il Secondo Piano Biennale 1994-1996 è da tempo decaduto, il Terzo Programma Biennale così come il Piano Generale di Recupero dei Sassi – annunciati, presentati pubblicamente, anche adottati -, non sono stati più approvati dal Consiglio Comunale.
Nei Sassi languono gli investimenti turistici nei Sassi bloccati dalla mancanza di un quadro d’indirizzi programmatici. Cittadini e operatori sono costretti a debilitanti attese nei corridoi dell’Ufficio Sassi.
… E, l’altro giorno l’Assessore ai Sassi chiede l’intervento della Polizia di Stato per allontanare dal Comune il cittadino che reclama la decisione di una pratica decennale.
Che Matera si candidi a Capitale Europea della Cultura è cosa buona ed utile, ma questa ambizione diventa una inconciliabile parodia, di fronte ai ritardi ultradecennali dell’Ente Locale che, per il patrimonio storico-culturale più prezioso della Città, continua a trascurare gli ordinari strumenti di programmazione urbanistica. Così, per i Sassi, siamo fermi al Secondo Programma Biennale, corrispondente al periodo 1994-1996.
Eppure, i Sassi riconosciuti dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità, costituiscono per l’intera Regione una risorsa turistica che di fronte alla crisi che deprime il gracile tessuto locale sociale e d’impresa, costituisce l’unico attrattivo fattore capace di sostenere un po’ di economia ed un po’ di occupazione. Nonostante tutto le potenzialità del patrimonio storico-culturale dei Sassi sono ancora sotto-utilizzate, per scarsa incentivazione dell’iniziativa privata frenata dalla macchina amministrativa e burocratica locale che scoraggia cittadini e operatori economici.
Mentre si assiste alla crescita d’interesse per il sito UNESCO e le presenze turistiche s’incrementano di anno in anno, si rallentano i cantieri e il fervore per le iniziative di rivitalizzazione che accompagnò l’iniziale spinta propulsiva degli anni ’90, epoca del riconoscimento dei Sassi nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO e dell’approvazione delle legge 771, 1986 che con i primi Piani Biennali di recupero segnò l’avvio della rivitalizzazione dell’illustre ‘cadavere’ urbano.
Per l’agenda del Comune di Matera, dunque, il rinnovo dei piani di recupero non sta nelle priorità: il Secondo Programma Biennale 1994-1996 è decaduto da oltre un decennio. E, per il diritto urbanistico, i piani di recupero equiparati ai piani particolareggiati, trascorsi dieci anni dal periodo di validità, decadono. Così prevede la Legge 457 del 1978.
Al Sindaco e al Consiglio Comunale non dovrebbe sfuggire che l’ultimo strumento programmatico per il Recupero dei Sassi è invecchiato e ormai morto.
Ma ad accorgersi tardivamente del lutto, interviene il 19 dicembre scorso la Dirigente del Settore, Dr.ssa Delia Tommaselli, che scrive all’Assessore ai Sassi, Avv. Maria Pistone, per segnalare il vuoto normativo, e chiede “indirizzi di merito per la valutazione delle istanze prodotte” dai cittadini che premono su istanze rimaste disattese.
La Dr.ssa Tommaselli, dunque, solo sotto Natale, si decide a mettere nero su bianco, per ufficializzare all’Assessore ai Sassi che è nella stanza accanto, che “dovendo procedere all’esame istruttorio di privati cittadini richiedenti immobili di proprietà pubblica nei Rioni Sassi” e che per rispondere alle istanze di sub-concessione d’immobili pubblici destinati ad abitazione, investimenti turistici, attività commerciali e di servizi, è urgente che la politica comunale si decida a rinnovare gli indirizzi di programmazione comunale “non essendo chiaro il quadro normativo (…) a cui riferirsi nella verifica della compatibilità degli interventi proposti alla pianificazione comunale (…) data la decadenza del Secondo Programma Biennale”.
Dal 1996, all’Ufficio Sassi del Comune di Matera, dunque, ci si regola assai male. Come dice l’urbanista materano, Arch. Lorenzo Rota, “a mancanza di programmazione è l’anticamera della banalità, dell’improvvisazione e della discrezionalità”.Il che si ribalta a danno di cittadini e operatori meno protetti per cui la discrezionalità si traduce in estenuanti lungaggini, omissioni premeditate, tergiversazioni reiterate, umilianti attese sine die.
In questo vuoto normativo, cresce l’esasperazione e succede che, lunedì scorso, verso mezzo giorno e mezzo, al terzo piano del palazzo comunale, dov’è l’Ufficio sia dell’Assessore che del Dirigente ai Sassi, si presenta la squadra anti-crimine della mobile, composta da quattro agenti in divisa della Polizia di Stato, che chiede dell’Assessore ai Sassi e Vice-Sindaco.
L’irruzione genera particolare preoccupazione nell’usciere e grande è la curiosità di impiegati e cittadini che stazionano nel corridoio antistante all’ufficio dell’Assessore ai Sassi, che riveste peraltro la carica di Vice-Sindaco.
“A quell’ora ero lì al terzo piano – racconta in una nota Fabrizio Zampagni – e ho assistito alla scena. I quattro agenti hanno chiesto dell’Ufficio dell’Assessore, si sono quindi affacciati nella sua stanza e hanno parlato con la Segreteria, poi hanno imboccato velocemente la scala che sale ai piani superiori. Avevano il fare concitato di chi sta cercando qualcuno … e per qualcosa di grave. Passano pochi minuti e i quattro agenti di polizia si ripresentano al terzo piano. Nel frattempo, la Pistone si era vista uscire dal suo ufficio con un collaboratore e aveva preso fugacemente l’ascensore.”
Quindi – riferisce Zampagni – “tre degli agenti sono entrati nell’Ufficio dell’Assessore ed uno mi ha invitato ad esibire la carta d’identità … Lì per lì non capivo cosa potesse cercare da me … Mi è stato chiesto per quale motivo fossi lì, in Comune. Ho fatto presente che il martedì precedente – dopo un incontro tra l’Assessore ai Sassi, l’Assessore all’Urbanistica Ing. Mazzei e l’Arch.Gandi – ero stato invitato a presentarmi quel lunedì perché la Dirigente Dr.ssa Tommaselli sarebbe rientrata dopo un periodo di assenza e avrebbe esaminato e deciso in merito al la pratica che mi riguardava.
Con mia meraviglia e sconcerto l’agente di polizia ha iniziato a contestarmi che fossi stato invitato in Comune dall’Assessore, visto che la medesima Avv. Pistone aveva richiesto l’intervento di polizia perché fossi allontanato dal Comune”.
L’intervento di polizia, che l’altro giorno, al terzo piano del Comune, ha sconcertato chi si trovava sul corridoio antistante all’Ufficio dell’Assessore e del Dirigente ai Sassi, ha fatto immaginare chissà quale altro grave capo d’imputazione a carico di funzioni rappresentative dell’Amministrazione. La circostanza è il termometro del clima di esasperazione e della tensione che circola nel Palazzo di Città e nei corridoi dell’Ufficio Sassi.
“Naturalmente – continua Zampagni – io mi sono fermamente opposto all’intimazione di abbandonare il Palazzo. Ho obiettato che non v’era motivo e legittimità per invitarmi ad uscire da quella che considero “la casa dei cittadini”. Perciò, nonostante l’insistenza degli agenti di polizia, non mi sono mosso dal terzo piano. Sono rimasto lì, finché è uscito dall’Ufficio del Dirigente, l’arch.Gandi, che per l’appunto stava trattando la mia pratica con la Dr.ssa Tommaselli. Nel merito, sto attendendo di ricevere formale comunicazione … chissà quando …”.
Dopo di che, Zampagni ci spiega la travagliata vicenda della sua impresa e dei rapporti intercorsi con il Comune.
E’ una storia davvero emblematica, ma “è rappresentativa di tanti altri casi … ne ho incontrati in dieci anni che frequento i corridoi dell’Ufficio Sassi, di cittadini ed operatori esasperati ed indignati ! “ – tiene a precisare Zampagni -.
Per l’investimento turistico – nel Sasso Caveoso, al Rione Casalnuovo, Ambito 22 del Museo Demoetnoantropologico – la ditta individuale di Zampagni ha una cronaca decennale, fatta di deprimenti sofferenze e attese con tutta una serie di complicazioni e difficoltà ad operare, che si sono trasformate in danni economici e patrimoniali, tali da compromettere la sopravvivenza dell’impresa e da imporre il ricorso in Tribunale.
“La mia iniziativa turistica nei Sassi – racconta Zampagni – risale al dicembre 2002. Allora, presentai all’Ufficio Sassi una richiesta di sub-concessione per un progetto alberghiero, incaricando un professionista di fiducia a consultarsi con i tecnici dell’Ufficio per individuare gli immobili pubblici da richiedere in sub-concessione in accorpamento organico con la proprietà privata, come previsto dal Regolamento Comunale di Attuazione della Legge 771, 1986.
Il progetto doveva essere candidato al’opportunità imminente di un Bando regionale riferito al POR 2000-2006 e al sostegno di nuove iniziative turistico-alberghiere.
Conclusa la procedura di presentazione, l’allora Dirigente ai Sassi, Arch.Gandi, nella mattina stessa in cui scadeva la presentazione del Bando POR, mi informò che l’intera richiesta di sub-concessione non poteva al momento essere esaudita e mi rilasciò una Determina in cui si riducevano gli immobili pubblici in affidamento a soltanto tre numeri civici del Casalnuovo – giusto per accedere intanto al finanziamento regionale POR -, riservandosi di completare l’affidamento dei rimanenti immobili richiesti, con l’ approvazione del Terzo Programma Biennale, redatto a cura dell’urbanista incaricato Arch.Rota, giacente al Comune e di prossima approvazione da parte del Consiglio Comunale.
Il progetto per il recupero parziale dei pochi immobili concessi fu approvato e ricevetti il primo acconto del contributo POR Basilicata. Ma il Terzo Programma Biennale non fu mai approvato. e, alla scadenza del POR, per mancato affidamento degli altri immobili decaddi dai benefici POR.
Per gli immobili pubblici rimasti in sospeso, iniziò un estenuante calvario, con una serie di sfortunate traversie. Per farla breve, sono stato coinvolto per dieci anni in un incredibile e deprimente “teatrino” di andirivieni con l’Ufficio Sassi, un indecente “tira e molla” lesivo della dignità di cittadino, un rapporto ridotto a sudditanza. Alla proroga ultima di conclusione del POR, ho perso il finanziamento, non disponendo ancora degli immobili in sub-concessione comunale per il riconoscimento nella classificazione alberghiera.
Insomma, al Comune di Matera – se non sei una figurina prevista dall’album di famiglia – è facile restare vittima dell’indifferenza dell’Ufficio Sassi, con interminabili anticamere e appuntamenti inefficaci … è facile vedersi mortificato e penalizzato da discrezionali prese di posizione … rispondere alle istanze è all’Ufficio Sassi un optional … vige un’allegra nonscialance … non c’è ritegno ad indicare appuntamenti che saranno ripetutamente disattesi … e qualsiasi pretesa di elementare diritto o rispetto civico è rigettata come una minaccia … Ho sofferto umiliazioni avvilenti, passando da tergiversazioni senza ritegno, accompagnate da mille ambiguità, menzogne, recidive offese alla normale intelligenza … diritti zero.
Nella vicenda personale, all’Ufficio Sassi ho raccolto una ‘collezione di chicche’, della serie: “pazienza … aspetta … riceverai comunicazione scritta … ma, la risposta non perveniva … quando l’affidamento finalmente viene deliberato, esce fuori che si sono sbagliati … e sui pochi atti, delibere di Giunta, comunicazioni del Dirigente che si ha la fortuna di ricevere …. Per lo più sbagliano – e lo riconoscono spesso all’Ufficio Sassi – … ma, non c’è problema, si annulla e si riprende l’iter da capo … tanto è il cittadino resta a bagno-maria … fino ad un decennio ! … Quando per l’ennesima volta l’atto dovrebbe essere quello corretto e definitivo e sembra che, finalmente, il calvario sia finito escono fuori, nelle pieghe della delibera, i “rospi” … la Giunta Comunale delibera ma a condizioni che sono la negazione della deliberazione stessa ! Aad esempio, la sub-concessione degli immobili è data, a condizione che: 1° – il Dirigente verifichi la compatibilità al vigente Piano Biennale (… anche se decaduto … salvo poi, a discrezionalità, considerare o meno decaduto il Piano Biennale cui riferirsi); 2° – che la sub-concessione degli immobili è condizionata alla sottoscrizione da parte della ditta di una dichiarazione in cui si rinunci a qualsiasi pretesa o risarcimento per gli investimenti che saranno attuati, qualora l’Amministrazione Comunale decida in futuro di richiedere gli immobili pubblici assegnati” … Insomma, è come se in testa avessimo scritto “sale e tabacchi” e se ci trovassimo nella “repubblica delle banane” !
Sono invecchiato dieci anni col “facimmu ‘a muina” nei corridoi dell’Ufficio Sassi e, tutt’oggi, non ho ancora risolto la pratica.
Nel frattempo, ho perso i finanziamenti approvati dal POR Basilicata nel 2004, per il ritardo nell’affidamento degli ultimi immobili in sub-concessione, previsti nella determina iniziale, che hanno fatto venire meno il requisito per la classificazione nella tipologia alberghiera, presupposto per il riconoscimento del finanziamento regionale accordato nella specifica misura POR.
… E, l’ultima ?
Attendo, da due anni, una semplice “presa d’atto” in Giunta Comunale, come mi si confermava nella nota dell’Ufficio Sassi sin dal 17 novembre 2009 , a firma dell’allora Dirigente ai Sassi, Arch.Gandi. Quest’ultima circostanza riguarda il trasferimento del patrimonio aziendale – comprendente la cessione degli immobili di proprietà privata in uno con gli immobili in sub-concessione pubblica – dalla titolarità della ditta individuale ad altra società subentrante nell’investimento intrapreso.
Di recente, ho infatti deciso di cedere l’intrapresa della ditta individuale, ovvero la location turistica del Casalnuovo, trasferendo il patrimonio immobiliare privato e pubblico e gli investimenti fatti ad una cooperativa s.p.a. di nove soci che intende procedere al completamento del progetto alberghiero, con il recupero degli immobili pubblici ultimamente concessi, mediante l’art.19.
Nonostante le innumerevoli, reiterate sollecitazioni scritte e gli incontri personali con il Sindaco Adduce e l’Assessore Pistone, le soluzioni restano al palo. E così, rischio di non onorare il contratto preliminare di cessione alla Cooperativa, ne consegue la stasi dell’investimento predisposto dalla cooperativa e i nove soci lavoratori restano disoccupati.
Adesso, attendo la comunicazione ufficiale firmata dalla Dirigente ai Sassi.
Se, come preannunciato, l’Ufficio Sassi dovessero ancora verificarsi resistenze a risolvere la pratica, non mi resterà altro che passare, all’inizio della prossima settimana, ad atti eclatanti, con una campagna stampa e il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Aiutami, Sindaco, a non portare discredito alla Città !
… Intanto, che fa il nostro Sindaco Adduce, oltre alla straordinaria candidatura di Matera 2019 a Capitale della Cultura Europea, che appare immaginifica e surreale, quando non riesce a garantire per la tutela e la valorizzazione dei Sassi UNESCO quegli strumenti urbanisti che appartengono all’ordinario mestiere della politica comunale ? … Che riduzione è mai quella di un minuscolo “francobollo” PISUS del valore di poco più di due milioni per il Museo Museo Demo-antropologico al Casalnuovo, di cui si parla da cinquant’anni e che avrebbe dovuto occupare un’area di oltre due ettari e mezzo … Non è forse che “la montagna ha partorito il topolino” ? E lo studio industriale del Museo DEA, perché resta secretato ?
Caro Salvatore, tu che sei stato autorevole dirigente del movimento cooperativo, presta soccorso e concretizza quell’ intervento diretto e personale che ci promettesti, per evitare che le storture e i ritardi del’Ufficio Sassi continuino a penalizzare l’impresa e l’occupazione … facilita il subentro di una impresa cooperativa in quella titolarità da me rappresentata e ch’è costretta a chiudere per le infelici traversie e per i trabocchetti di questa lunga vicenda !
Per la crescita dell’economia e dell’occupazione, per sostenere la cooperazione, per la valorizzazione del generoso nostro patrimonio culturale, non c’è più un solo giorno da perdere ! … Che il “bos lassus” si decida a sollevare la sua mole pachidermica e la storica inerzia, alzi i piedi dal substrato melmoso e cammini … ma subito, senza attendere il 2019 …”
Per i Sassi è l’ora di riprendere a programmare. Ma intanto, qui e subito, occorrono fatti concreti, che restituiscano fiducia alle energie sane ed operative di chi ama la Città. Intervieni, o nostro Sindaco, tempestivamente e dacci soluzioni ad hoc … non lasciare incancrenire il capitale umano disponibile per concorrere alla valorizzazione del nostro patrimonio identitario storico-culturale più prezioso, che ha bisogno di lavorare e fare impresa, incrementando l’in-coming nella Città dell’UNESCO.
Se dal Palazzo di Città non perviene alcun segnale nuovo, immediato e tangibile, mi esporrò personalmente ad azioni estreme d’indignazione, sotto Palazzo di Città.
Tenterò un’azione civile dedicata a tutti quei cittadini che ho incontrato nei corridoi dell’Ufficio Sassi e di cui ho in mente i volti impotenti e rassegnati, irretiti dall’indecoroso andazzo che domina a Palazzo di Città”.
Fabrizio Zampagni, titolare ditta individuale “Al Quattro Stalle” location turistico-alberghiera in Rione Casalnuovo nei Sassi di Matera.
La fotogallery relativa alla vicenda denunciata da Fabrizio Zampagni
DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA!!!!
grazie per avermi fatto ridere a prima mattina…IMPRENDITORE TURISTICO….ahahaha
stupenda quetsa!!!
incredibile parla proprio lui!!!!dovete vedere cosa combina al Comune…è normale che si chiami la Polizia
Mi spiace per Zampagni.
Spero gli sia rimasto un po’ di pane di Altamura avanzato dal suo chioschetto di Piazza Pascoli a Natale.
Questo sciopero gli farà solo del bene. Troppo lardo fa male…
Comunque ha ragione, deve dimagrire e questo dello sciopero
è un ottimo metodo. Se poi in giro chiede un panino…
Fabrizio Zampagni sarà pure quello che commentate, ma in quello che dice c’è sicuramente tanta verità!
Caro Eus,
è vero, il concetto generale esposto si avvicina alla verità…ma forse e sottolineo forse, detto da una persona abituata all’assistenzialismo politico e al bussare porte per fare, a differenza di altri veri imprenditori che mettono il “rischio” nelle loro attività, sembra una presa per i fondelli, non credi? (mio modesto parere)
Buona giornata
Non vi è alcun dubbio, caro Ale.
Il problema è che tanti pensano quello che Zamp. racconta ma, purtroppo, nessuno lo dice.
La verità detta da un tipo simile equivale a una mezza nefandezza…
INDIPENDENTEMENTE DALLE RIDICOLAGGINI CHE METTE IN MOSTRA QUESTO PERSONAGGIO LA SITUAZIONE DEI SASSI COMUNQUE NON E’ ROSEA….TROPPI PROGETTI FANTASMA E TROPPE ILLEGALITA’ ALL’ORIZZONTE….LO SPETTRO DEL PARCHEGGIO DI S.AGOSTINO SI FA AVANTI E LA STESSA SOVRAINTENDENZA CHE DOVREBBE CURARE LA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI E’ IN POLE POSITION DELLE ILLEGALITA’ COMMESSE…MANDEREI A CASA UN PO DI STI PERSONAGGI O DIRIGENTI CHE DIRIGONO QUESTA STRUTTURA FANTOMATICA…..
E voi che gli date ancora spazio a questo personaggio….. ma vi rendete conto!!!!!!! Questo non ha niente da fare…. non dategli retta………….