Petrolio. Uomo e natura dell’era dell’Antropocene – progetto di Matera Capitale europea della cultura 2019 co-prodotto da Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Associazione Basilicata 1799 con il sostegno del fondo etico di BCC Basilicata e in collaborazione con l’Università degli studi della Basilicata, curato da Francesco Scaringi e Giuseppe Biscaglia – ha in serbo un ultimo importante atto. Si tratta di un laboratorio teatrale condotto da Roberto Latini e di un incontro pubblico aperto per la sezione del progetto Stratificazioni, a cura della compagnia Abito in scena.
L’incontro pubblico con Roberto Latini si intitolerà L’attore tra natura e maschera. Avrà luogo martedì 18 febbraio alle 18.45, a ingresso libero, alla Sala degli specchi del Teatro Francesco Stabile di Potenza. Vedrà la partecipazione di Ariane Bieou, manager culturale della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Francesco Scaringi, co-curatore di Petrolio, e di Leonardo Pietrafesa di Abito in scena, co-curatore di Stratificazioni, oltre che del pubblico invitato a intervenire.
Il laboratorio L’attore senza spettacolo è invece rivolto agli attori coinvolti in una prossima produzione di Abito in scena, e avrà la durata di tre giorni dal 17 al 19 febbraio 2020.
Attraverso considerazioni teoriche e pratiche, il laboratorio sarà una riflessione sui modi, i tempi, i ritmi e i percorsi della scrittura che diventa scenica. Come un impulso diventa idea? Quale percorso compiono le parole, i suoni e le azioni perché diventino scenicamente possibili? Un gruppo di attori provenienti da tutta Italia avrà l’opportunità di lavorare con una figura cardine del teatro contemporaneo italiano da sempre impegnata nella ricerca sul ruolo dell’attore nelle drammaturgie e sulle scene. Roberto Latini, attore, autore e regista, è il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro. Vincitore di due premi Ubu, un premio Scenaio e un Premio della Critica, già direttore del Teatro San Martino di Bologna, ha lavorato con Mario Martone, Aleksandar Popovskj, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Antonio Latella. A Potenza lo abbiamo visto con Città delle 100 scale festival con I giganti della montagna nel 2015 e Amleto + Die Fortinbrasmaschine nel 2016. A Matera, è stato in anteprima con il suo Mangiafoco, coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Compagnia Lombardi – Tiezzi, Fondazione Matera Basilicata 2019, in collaborazione con Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, Associazione Basilicata 1799 / Città delle 100 scale festival nell’ambito del progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 “Topoi. Teatro e Nuovi Miti”, e andato poi in scena al Piccolo di Milano.
La sezione Stratificazioni, dopo le attività di giugno e dicembre 2019 con Giacimenta, Sedimenti e Pensiero geo-logico, continua il percorso di indagine sulla posizione contemporanea dell’uomo nell’ecosfera attraverso il meglio delle arti performative, della danza, dell’architettura e del pensiero, per comprendere, sulle orme del Pasolini di Petrolio, le mutazioni in atto nei paesaggi sociali, urbani e naturali che hanno condotto alla nuova era geologica dell’Antropocene.
La stratificazione è la disposizione dei sedimenti in strati, e diventa in questo contesto metafora di come in ogni essere coesistano diversi strati che si armonizzano tra di loro, ma che solo grazie alla Natura generano la varietà e l’unicità di ogni individuo. È in questa varietà che risiede la misura unica e personale che ognuno ha nei confronti dell’arte, e che sarà alla base del lavoro di Roberto Latini a Potenza. La compagnia Abito in scena, fondata da Leonardo Pietrafesa e Monica Palese, produce e distribuisce i propri spettacoli sui temi del disagio, portando il teatro in dipartimenti di salute mentale, istituti penali, centri diurni per l’accoglienza dei disabili, oltre a lavorare con l’infanzia, l’adolescenza e la formazione degli insegnanti, focalizzando l’attenzione del pubblico sul significato in continua evoluzione dei termini sperimentazione e contaminazione. Tra le produzioni ricordiamo Come un rampicante (2018), e Party elevator (2013), uno spettacolo tenuto negli ascensori pubblici potentini come spazio della “sospensione” e dei destini incrociati.