La strategia del Distretto Turistico Terre di Aristeo – che con il suo progetto è approdata al tavolo del Contratto Istituzionale di Sviluppo Basilicata – ruota intorno alla priorità di dare risposte allo spopolamento dei piccoli comuni. Una questione che i dati dell’Istat hanno riproposto con drammaticità.
Saverio Lamiranda, a.d. Del Distretto Turistico Terre di Aristeo, spiega la “ricetta” partendo da una considerazione: “l’effetto della desertificazione della Regione non può trovare risposte efficaci se si continua a progettare spendendo ingenti risorse pubbliche in assenza di un “progetto strategico ed integrato” di area. Bisognerebbe smettere di spendere soldi a prescindere dalla destinazione d’uso e produttiva (anche sociale) degli stessi. Continuare a realizzare “attrattori meccanici” e/o infrastrutture a “prescindere”, non è più sufficiente per fermare l’esodo al quale sono costretti i nostri giovani e le loro famiglie”.
“E’ indispensabile assumere la consapevolezza – aggiunge Lamiranda – che si continua a voler andar via dalla propria terra, perché nella stessa non vi sono più le condizioni di una “vita sociale attiva”. L’assenza di una “popolazione” rende impossibile le “relazioni” culturali, economiche e produttive in una comunità”. E tra le azioni prioritarie da mettere in campo, “vanno rimesse in sicurezza ed adeguate le “strade” di vicinato per consentire di avere interrelazioni ed integrazioni fra comunità limitrofe. Realizzare Comunità Turistiche Integrate – secondo la strategia del Distretto -è condizione vitale per arginare l’esodo forzato che sta facendo morire i nostri Borghi e per avere una dimensione antropologica appena sufficiente per riaccendere la speranza di un possibile “Risorgimento Lucano”. E’ indispensabile svolgere una fortissima e costante attività di animazione e formazione per sollecitare, stimolare e promuovere condizioni idonee per la esistenza di imprese locali.
Lamiranda precisa: “Spendere soldi pubblici per l’animazione e la formazione – per tutti non è solo un doveroso e necessario “costo sociale”, ma un “contributo per l’investimento” migliore, duraturo e più redditizio che possa realizzarsi sul nostro territorio, E’ l’unico “vero” investimento per il presente e per il futuro, specialmente, per le nuove generazioni. Il “Turismo di Comunità” è una delle soluzioni più immediate ed innovative da promuovere e sostenere con ogni mezzo. Il recupero della dimensione “Comunitaria” propria della nostra storia, e delle nostre tradizioni, è condizione necessaria ed imprescindibile per un recupero, un consolidamento ed uno sviluppo possibile ed ecocompatibile delle Comunità Territoriali. Un Turismo di Comunità, proposto ad un mercato internazionale e, primo fra tutti, quello costituito dalla “risorsa” strategica dei nostri corregionali all’estero, obbliga tutte le categorie sociali, produttive e di qualunque età ad organizzarsi, a riqualificarsi, a proporsi, ad identificarsi ed a riconoscersi soggetti in grado di realizzare un’accoglienza di qualità capace di produrre, attraverso una presenza più stanziale, effetti economici significativi sull’economia locale”.
Nella “ricetta Terre di Aristeo” l’ingrediente principale è la “dimensione locale” – evidenzia Lamiranda – da sostenere prevalentemente, per ed in ogni azione programmatica, il “coinvolgimento e la responsabilizzazione” dei privati, il “diverso e partecipato rapporto” con l’Amministrazione Pubblica locale e Regionale possono fare la differenza fra l’esistenza – assolutamente negativa – dell’oggi, con la speranza del domani, ancora più vicino, con l’utilizzo consapevole, competente e diffuso delle nuove tecnologie disponibili. Condividiamo in proposito la “parola d’ordine” individuata dagli Stati Generali del Lavoro e dell’impresa del 19 febbraio – Un Patto tra produttori per il lavoro e lo sviluppo – che in verità noi abbiamo “adottato” già prima: “la Basilicata non può aspettare”.
Feb 14